Rita Plantera, la giornalista di Collepasso che ha scritto di Mandela dal Sudafrica
23 Dicembre 2013Da Collepasso a Cape Town (Città del Capo), in Sudafrica, passando per Roma.
Rita Plantera risiede nel Paese di Mandela da tre anni. Collepassese di origine. Romana di formazione. Sudafricana di adozione. Lavora a Città del Capo con un’agenzia giornalistica internazionale. Scrive anche su un importante giornale nazionale italiano, “il Manifesto” (ho il dovere di ringraziare pubblicamente l’attento Francesco De Lazzari per avermi segnalato questa “chicca”).
Rita ha svolto a Roma i suoi studi universitari con le due sorelle Annalisa e Marta. Tutte laureate e intelligenti (e anche belle). Rita si è laureata prima in Lettere Classiche e poi in Linguistica Statistica. Si è formata ed ha discusso la tesi di Linguistica con un illustre e noto maestro, il prof. Tullio De Mauro. L’importanza e la robustezza della sua formazione classica e linguistica si nota subito leggendo sul “Manifesto” le sue belle corrispondenze dai diversi centri sudafricani nei lunghi giorni della morte, del ricordo e del “viaggio di commiato” di Nelson Mandela, padre ed eroe del moderno Sudafrica. Rita ha avuto la fortuna di vivere in loco quei giorni storici, in tutti i luoghi “attraversati” dal mito-Mandela (Cape Town, Pretoria, Johannesburg, Qunu, dove è stato sepolto) e di trasmettere l’intensità e le emozioni di quei momenti ai lettori italiani del “Manifesto” con corrispondenze di grande spessore giornalistico e lucide analisi sociali e politiche.
A Collepasso Rita mantiene e coltiva salde radici familiari. I “giovani” genitori Salvatore e Lucia Paglialonga vivono da sempre nel piccolo centro salentino, dove sono conosciuti e stimati. A Collepasso ci vive anche la sorella minore Marta. Lei, invece, con la sorella “manzana” Annalisa, sta in Sudafrica, dove ha raggiunto proprio la “manzana te casa”. Annalisa, infatti, ha sposato un ingegnere navale romano che lavora nel più “profondo” (almeno geograficamente) Paese africano. Un Paese “sprofondato”, sino a pochi anni fa, nel più vergognoso razzismo. Caratterizzato per decenni da quell’apartheid che rendeva i suoi millenari abitanti “stranieri” in patria, anzi “prigionieri” nella terra dei propri avi, a tutto vantaggio di una minoranza bianca, che spadroneggiava e si arricchiva nelle terre e sulla pelle degli indigeni “neri” … sino a quando non “arrivò” Lui, il “Cristo” sudafricano, Mandiba!
Nelson Mandela, detto “Mandiba”, morto il 5 dicembre scorso all’età di 95 anni, è entrato da tempo, ben prima della sua morte, nella storia e nel mito africano ed internazionale di tutti gli uomini di buona volontà e di tutte le forze del cambiamento. La “crocefissione” di Mandiba furono i ventisette lunghissimi anni trascorsi nelle dure prigioni sudafricane per il suo impegno contro l’apartheid e contro il regime segregazionista dei bianchi… La sua “resurrezione” furono gli anni ’90. Prima con la liberazione dalla prigionia, l’11 febbraio 1990. Poi con l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace nel 1993 (in precedenza era stato già premiato con il Premio Sakharov per la libertà di pensiero nel 1988 e con il Premio Lenin per la pace nel 1990). Infine, nel 1994, con l’elezione a presidente del Sudafrica nelle prime elezioni multirazziali. Rimase in carica sino al 1999, allorché decise di ritirarsi dalla politica attiva. La sua figura (ed il suo mito), però, si è sempre più ingigantita nel tempo, senza essere mai sfiorata da alcune degenerazioni in cui il suo Paese si è avviato negli ultimi anni.
Rita Plantera descrive il mito e la grandezza dell’uomo e, al contempo, la realtà di una Nazione difficile e complessa. Con penna attenta, intelligente e appassionata. Ma anche con gli occhi particolari di una ragazza che, proveniente da uno dei tanti Sud del mondo, vive e osserva il Sud più profondo del mondo (un Sud che più Sud non si può)… con tutte le contraddizioni ed i malesseri di ogni Sud…
Brava, Rita! Siamo orgogliosi di te!
L’imminente Natale è l’occasione per fare gli auguri a Rita, ad Annalisa e alle tante “Rite” collepassesi sparse per il mondo. Ai tanti giovani e meno giovani che, partendo da questa nostra microcomunità, spesso “matrigna”, perché “povera”, seppur generosa, hanno saputo “spargere” la loro intelligenza in luoghi impensati e lontani.
Ci separano da Rita 14.000 chilometri… ci uniscono a Rita i sentimenti e l’affetto di noi collepassesi per una collepassese lontana, eppur così vicina, perché ci inorgoglisce… con le comuni radici che uniscono i tanti Sud dell’umanità…
Di seguito alcuni degli articoli di Rita, che si possono leggere anche dal sito ilmanifesto.it.
Bene. Un’altra eccellenza di Collepasso nel mondo.