Un’altra incredibile e scandalosa “fellonata”: soldi e risarcimento sospetti al fratello dell’assessore Felline

3 Gennaio 2013 Off Di Pantaleo Gianfreda
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comune20collepassoCosa ha combinato questa volta quel “fellone” di Felline?!?

Travolto da un continuo delirio “catartico”, che, a mo’ di “liberazione purificatoria”, gli fa persino proiettare su altri (in primis, anzi in exclusivis, sulla mia persona) scelleratezze e modi di essere suoi propri, il felline-fellone ancora una volta “si distingue” per le sue eccelse “virtù” morali, politiche, amministrative, ecc. ecc.

Felline_MontagnaL’assessore allo Spot(tanamento) questa volta trova che sia “lecito e morale”, con la connivenza dell’amico assessore al Bilancio Giovanni Montagna, che al fratello Vincenzo, “agente di polizia penitenziaria” permanente a Collepasso, venga liquidata e impegnata sul bilancio comunale “la complessiva spesa di € 1000,00 sul cap. 560 ‘Risarcimento danni non coperti da assicurazione’” (Delib. G.C. 163/11.12.2012)… Danni liquidati con una decisione amministrativa che lascia molto a desiderare, a causa di profondi limiti, incongruenze e contraddizioni presenti nella pratica, così da far sorgere fondati ed inquietanti interrogativi circa la leggerezza con cui la Giunta ha liquidato la somma e, persino, sospetti di illeciti amministrativi e contabili (e forse anche penali).

La stessa società incaricata dall’Amministrazione di istruire la pratica aveva, infatti, scritto (v. documenti sottostanti): “… si potrebbe eventualmente optare per la motivata reiezione della richiesta risarcitoria in oggetto perché, tenuto conto delle condizioni specifiche di accadimento, in particolare l’illuminazione diurna e la presenza di un dissesto non occultato e di notevoli proporzioni e ben conosciuto poiché allocato nei pressi della abitazione di residenza….”, premettendo che “non risulterebbe alcun intervento in loco di Pubblica Autorità, né di operatori al comando di P.L., per la costatazione immediata dei fatti. Unica testimone oculare dichiarata presente, al momento del sinistro, la sig.ra Toma Elisabetta, coniuge che in quel frangente lo accompagnava”.

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La Giunta, con l’assenza temporanea e dovuta del fratello, non ha avuto, invece, dubbi nel liquidare le somme con il voto favorevole del sindaco Menozzi e degli assessori Montagna e Giustizieri.

Veniamo, comunque, ai fatti, rigorosamente documentati.

In via Principe di Piemonte/angolo via G. Tell abita con la moglie il fratello dell’assessore Felline, Vincenzo. Costui fa l’agente di Polizia Penitenziaria in una città lontana da Collepasso, ma ha deciso di conservare la sua residenza e abitare a Collepasso, sebbene il continuo andirivieni crei ovvie difficoltà.

Il 22 gennaio 2012, alle “ore 08.00 circa”, Vincenzo cade vicino a casa sua a causa di una “buca presente sul manto stradale” di via G. Tell. Almeno, così lui dice. Non viene chiamato alcun Vigile né Carabiniere. Nessuno, al momento (né i giorni successivi), accerta i fatti. Non risulta alcun testimone dell’accaduto, nonostante il successivo tentativo del legale di parte di accreditare la presenza di “alcuni testimoni oculari”. Lo stesso Vincenzo Felline dichiarerà poi che l’unico testimone del fatto è la moglie.

Il giorno dopo la presunta caduta, Vincenzo “ricorda” di essere caduto il giorno prima e, ad oltre 24 ore di distanza dal fatto, si reca al Pronto Soccorso.

Per la verità, su questo particolare (come su altri), dagli atti ufficiali risulterebbero tre versioni diverse: una che riferisce che egli si sia prontamente recato al Pronto Soccorso, l’altra che si sia recato nel pomeriggio, l’altra, infine, che si sia recato il giorno dopo. Una prima versione del 3.2.2012 da parte dell’avvocato del “caduto” riporta che il suo cliente “prontamente soccorso da alcuni testimoni oculari, veniva condotto presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Casarano”. Un’altra, riferita il 31.8.2012 dallo stesso “caduto”, sostiene che “nel pomeriggio, in seguito ai forti dolori, si sarebbe recato al PS dell’ospedale di Casarano”. Infine – la più inoppugnabile – la documentazione dell’Ospedale di Casarano, che certifica che il soggetto viene visitato dal Pronto Soccorso alle ore 10.09 del 23 gennaio 2012, cioè 26 ore dopo il “fatto”.

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In quell’occasione gli viene diagnosticato un “trauma distorsivo della tibio-tarsica destra, trauma sacro-coccigeo” e una prognosi di soli sette giorni. I “sette giorni” diventeranno poi altri sette nella successiva visita del 30 gennaio 2012. Poi, per incanto, diventeranno “venti giorni” il 6 febbraio 2012. “Per incanto”, perché il “trauma sacro-coccigeo” diagnosticato diventa improvvisamente, sedici giorni dopo il fatto, “frattura lussazione del coccige” (!!!). Un’ulteriore “visita specialistica” del 25 febbraio 2012 concede poi altri venti giorni all’agente penitenziario “caduto”, avendo riscontrato “postumi di frattura-lussazione del coccige e trauma discorsivo della caviglia destra”.

Una semplice, e forse innocua, caduta inizialmente diagnosticata come “trauma distorsivo” con soli sette giorni di riposo si trasforma poi in “frattura” e permette all’Agente Penitenziario “caduto” di “guadagnarsi” ben 54 (cinquantaquattro) giorni di prognosi e di “meritato riposo” nella sua casetta di Collepasso, lontano da quei “cattivi” del carcere settentrionale in cui avrebbe dovuto prestare servizio. Non solo, gli permette poi anche di chiedere, senza vergogna, e ottenere dal Comune, di cui il prodigo fratello Luigi è assessore, il risarcimento del danno. Oltre, naturalmente, a usufruire regolarmente della “penitenza”, essendo “agente penitenziario” (“quindi dipendente statale“), dell'”indennità di malattia a carico dell’INPDAP” … Quante penitenze!!!


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Pantaleo Gianfreda
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