Il Romario del Salento

25 Luglio 2013 Off Di Pantaleo Gianfreda
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MiccoliFabrizio Miccoli torna, anzi approda per la prima volta nella squadra del Lecce. Il personaggio si sa è contradditorio. In questa sede non mi unirò al coro degli indignati: arriverei fuori tempo massimo e alzerei solo il tasso della retorica. Lungi da me l’intenzione di giustificarlo, però giunti a questo punto della vicenda non ha più senso infierire, anche perché Miccoli ha ammesso di essere colpevole, di aver sbagliato per ignoranza e superficialità, di aver detto e fatto la cazzata più grossa della sua vita. Risponderà lui stesso quindi delle sue parole, sia in sede legale sia nell’ambito della giustizia sportiva. Non credo che la passerà liscia. Ciò lo aiuterà a capire che il fango sta nell’illegalità, e non all’ombra dell’albero che a Palermo tiene viva la memoria di Falcone e Borsellino.

Ora però, ci preme ricordare che Fabrizio è stato un grande giocatore. C’era un tempo in cui lo chiamavano il Maradona anzi più precisamente il Romario (quello che ci batte ai rigori a USA 94) del Salento. El Nino aveva colpi pazzeschi, sudamericani messi in mostra anche nella  Juventus oltre che in Nazionale. Il Lecce ha tesserato il Pibe de Oro di San Donato svincolato dal Palermo, perché la società ha saputo far leva sullo spirito campanilistico che emerge nel ragazzo, ogni volta che pensa al Salento ai colori più amati (giallorossi), alla curva Nord da far esplodere con un gol da tifoso doc. L’avanzare dell’età, gli infortuni e il sovrappeso ne hanno condizionato il rendimento, ma nella ex serie C , con i suoi piedi fatati può fare tutta la differenza che serve per riportare il Lecce in una categoria più adeguata. In fondo tra talento e Salento c’è un’unica consonante di differenza!

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Antonio Leo


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Pantaleo Gianfreda