La “fiaba del Natale di Totò”, ultima e commovente lezione del generoso prof. Salvatore Ria

28 Dicembre 2014 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Una bella immagine del prof. Ria sulla collina. Sullo sfondo Collepasso

Una bella immagine del prof. Ria sulla collina. Sullo sfondo Collepasso

Sembra una triste e bella “fiaba di Natale”, una favola di altri tempi e luoghi, un racconto suggestivo e incantato di lacrime e gioie… e, invece, è una “favola” reale, bella e commovente di questi nostri pur controversi tempi e luoghi. L’ultima, imprevedibile, generosa e fantastica “lezione” che un timido, introverso e talora un po’ incompreso ex insegnante di matematica e scienze, che “inseguiva orchidee e muretti a secco” sulle colline di Sant’Eleuterio, ha voluto donare ai suoi alunni, alla sua famiglia, alla sua comunità e, soprattutto, ad anonime vite ammalate e disperate, che ora potranno sperare nella vita o in una vita migliore.

Il prof. Ria in uno dei suoi tanti momenti di impegno in difesa della natura

Il prof. Ria 

Totò”, come tutti chiamavano il prof. Salvatore Ria, per decenni docente di matematica nelle Scuole Medie, se ne è andato via improvvisamente tra l’incredulità, lo sconcerto e il dolore della famiglia e di quanti lo conoscevano. Un’emorragia cerebrale lo aveva colpito proprio la vigilia di Natale. Mentre si rinnovavano il ricordo e la festa, la più bella e significativa della cristianità, della nascita e dell’avvento del Salvatore, Salvatore combatteva tra la vita e la morte. Per poi soccombere all’ineluttabile e doloroso destino, lasciando un inestimabile “dono natalizio” di generosità, carità, amore: la donazione dei suoi organi. Salvatore, coerentemente con il suo nome, con il suo gesto ha “salvato” altre persone e ha permesso loro di continuare a vivere. I suoi reni, il suo fegato e le sue cornee, espiantati presso l’Ospedale di Casarano da equipe mediche specializzate, daranno vita e “luce” ad altre persone, che gli saranno grate per sempre. Come tutti noi siamo grati a lui per questo esempio, per questa sua umile, ma superba, lezione di generosità, umanità, amore.
Nel giorno della ricorrenza della nascita di Colui che insegnò l’Amore come unico comandamento (“Ama il prossimo tuo come te stesso”), il prof. Ria ha trasmesso un’inestimabile testimonianza di amore per il prossimo. Egli ha vissuto intensamente il suo Natale e il suo gesto lo rende – lui così minuto, umile e schivo – un “gigante” in questi nostri tempi sempre più “asettici” verso i veri valori umani.

Il prof. Ria e Maurizio Manna salvano un gabbiano a Gallipoli

Totò Ria e Maurizio Manna soccorrono un gabbiano

Totò Ria era un ambientalista, talora intransigente e pedante, un militante attivo di Italia Nostra. Amava la natura e si impegnava per il rispetto e la conservazione dell’ambiente, in particolare delle specie floreali tipiche delle Serre salentine, cui dedicò tanto studio ed impegno, coinvolgendo con passione anche le scuole e i suoi alunni, ai quali cercò di trasmettere e insegnare l’amore e il rispetto per la natura.
La sua ultima “lezione” ha, però, qualcosa di sublime, nell’accezione più autentica del termine, e sublimante. Egli continua a vivere non solo nel ricordo della sua generosità (“a’ generosi giusta di glorie dispensiera è morte”), ma nella vita che ha donato ad altre persone e nella perenne gratitudine per il suo esempio. La moglie Matilde e la figlia Maria Luisa, alle quali siamo umanamente e fraternamente vicini, non potranno che essere orgogliose di lui, come lo siamo tutti noi.
Permettetemi di esporre un piccolo pensiero per una persona che è stata di esempio per i suoi alunni – ha scritto Donato Fracasso, presidente del Gruppo Aido di Collepasso -. Totò era amante della natura, gli piaceva salvaguardare il Salento ed in modo particolare la sua Collepasso. Voglio, però, esprimere gratitudine a lui per il grande atto d’Amore compiuto nel permettere che gli venissero espiantati alcuni organi. Possiamo dire che la sua morte non è stata inutile. Ha permesso, con il suo gesto, che altre persone possano vivere. Noi dell’AIDO cerchiamo di sensibilizzare le persone alla donazione post-mortem ma a Collepasso è il primo caso di donazione. Per questo ti diciamo Grazie, Totò. Ricordiamo che DONARE E’ BELLO. Grazie, professore! Rimarrai nel ricordo di tutti noi per questo splendido gesto di donazione e d’amore!”.
Grazie, Totò!

Il manifesto dell'Aido

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Pantaleo Gianfreda
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