Conti correnti bancari: obblighi previsti dalle nuove norme antiriciclaggio, pena blocco conto corrente

31 Gennaio 2014 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Hanno preso il via il 1° gennaio 2014 le ultime direttive, in linea con le direttive europee, in tema di controllo sulle transazioni finanziarie che prevedono l’obbligo per i possessori di un conto corrente di presentarsi in filiale per consegnare una nuova copia dei documenti di identità (o di inviarli via fax o in formato elettronico) e firmare una informativa anti-riciclaggio sul patrimonio personale.

Non tutti i clienti sarebbero stati informati dalle proprie banche dei nuovi obblighi in maniera efficace: il questionario sui propri dati sensibili è stato inviato per posta ordinaria senza nessuna certezza di ricezione. Questo espone al rischio di blocco e chiusura del conto corrente se non si provvede a fornire entro 60 giorni dalla notifica la documentazione richiesta, che serve ad evitare di essere coinvolti in potenziali denunce per sospette attività di riciclaggio.

Le banche  rischiano una sanzione pecuniaria da 2.600 a 13.000 euro per ogni omesso controllo. La procedura di verifica sul titolare del conto da parte degli intermediari finanziari e banche deve essere operata qualora sul conto vengano effettuate operazioni di deposito, prelievo e pagamento contante per importi da 200 a 500 euro. Nel caso in cui il cliente si rifiuti di fornire le dovute informazioni, la normativa prevede la restituzione forzata da parte della banca delle somme presenti sul conto e, nel caso di movimentazioni sospette, la verifica dei dati del cliente o dell’esecutore dell’operazione. L’obiettivo è quello eliminare gli scambi sospetti di denaro, nonché incentivare l’uso di moneta elettronica più facile da tracciare.

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Le nuove norme anti-riciclaggio sono una diretta conseguenza di quanto disposto da due decreti, il D.Lgs. 109/2007 e il D.Lgs. 231/2007 emanati in attuazione delle direttive 2005/60 CE e 2006/70 CE volte a prevenire l’utilizzo di sistemi di riciclaggio e il terrorismo, attraverso la collaborazione attiva delle banche (che prevede anche la conoscenza approfondita dei clienti). Per questo, le banche sono chiamate a sottoporre ai propri clienti il questionario, a monitorare le operazioni ed eventualmente inviare, in caso di sospetti, una segnalazione all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) della Banca d’Italia.

Francesca Vinciarelli, pmi.it, 30 gennaio 2014


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