Elezioni europee del 25 maggio: un voto al Partito Democratico per #cambiareverso all’Italia e all’Europa
19 Maggio 2014Domenica 25 maggio si vota per eleggere il nuovo Parlamento europeo. Si può votare dalle 7.00 alle 23.00.
Voterò Partito Democratico con assoluta convinzione. Perché Matteo Renzi si sta impegnando seriamente per far #cambiareverso all’Italia. Perché il voto al PD è determinante per far #cambiareverso anche all’Europa e permettere ai partiti progressisti di avere la maggioranza nel Parlamento europeo, sinora dominato dal centrodestra del PPE, che ha imposto all’Europa una politica di rigore e di austerità.
Sulla scheda scriverò le mie preferenze per il 28enne gallipolino Stefano Minerva, perché il Salento e i giovani siano rappresentati nel Parlamento europeo; per l’ottima assessore regionale Elena Gentile, perché la Puglia tutta sia rappresentata; per il deputato Massimo Paolucci per “fare squadra” con le Regioni “obiettivo convergenza”, per meglio attrarre fondi comunitari e promuovere lo sviluppo del nostro territorio.
I 28 Paesi dell’Unione Europea che si recheranno al voto comprendono oltre 501 milioni di abitanti e dovranno eleggere 751 europarlamentari (assegnati in base al numero degli abitanti di ciascun Paese): Germania 96, Francia 74, Regno Unito 73, Italia 73, Spagna 54, Polonia 54, Paesi Bassi 26, Grecia 21, Portogallo 21, Rep. Ceca 21, Belgio 21, Ungheria 21, Svezia 20, Austria 18, Danimarca 13, Slovacchia 13, Finlandia 13, Irlanda 11, Lituania 11, Lettonia 8, Slovenia 8, Estonia 6, Cipro 6, Lussemburgo 6, Malta 6.
L’Europa unita rappresenta, per numero di abitanti, la terza potenza mondiale dopo la Cina (quasi un miliardo e 400 milioni di abitanti), l’India (1 miliardo e 250 milioni) e prima degli Stati Uniti d’America (324 milioni). Di fronte all’avanzare impetuoso dell’economia cinese ed indiana e degli altri Paesi c.d. Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica), gli Stati europei, divisi e ognuno per suo conto, riuscirebbero a contare poco o nulla nel contesto dell’economia mondiale. Per questo occorre puntare ad un’Europa più forte e unita politicamente, sul modello federalista degli Stati Uniti d’America. Rispetto all’evoluzione impetuosa dei processi sociali ed economici mondiali, troppo lento è ancora il processo unitario europeo, che dovrebbe, invece, essere accelerato e giungere in tempi brevi agli Stati Uniti d’Europa, secondo il sogno di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi e il loro “Manifesto di Ventotene” (1944), per garantire unità, pace e sviluppo all’Europa. Il partito italiano che più si avvicina a quel Manifesto è il PD e già questo è motivo sufficiente per votarlo.
Per le elezioni europee l’Italia è stata suddivisa in cinque circoscrizioni. La circoscrizione Sud comprende sei Regioni (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia), una popolazione complessiva di 13.980.000 abitanti ed elegge 17 europarlamentari.
Nelle elezioni del 25 maggio si vota con il sistema proporzionale. Per la circoscrizione Sud la scheda è di colore arancione. Il PD è all’ultimo posto sulla scheda. Si possono dare un massimo di tre preferenze, scrivendo accanto al simbolo il cognome dei candidati prescelti. Nel caso di tre preferenze, una deve essere di genere diverso rispetto alle altre due (esempio: due uomini e una donna oppure due donne e un uomo), pena l’annullamento della terza preferenza.
Il voto per il Parlamento europeo è molto importante, forse più di quello per i parlamenti nazionali. L’Europa condiziona le scelte economiche di ciascuno Stato nazionale e la nostra vita quotidiana molto più di quanto si possa immaginare. Senza dimenticare che, dopo le nefaste esperienze delle due guerre mondiali e dei regimi fascisti e nazisti europei del secolo scorso, l’Europa unita ha garantito ai nostri Paesi 70 anni di pace e di democrazia, valori irrinunciabili per il presente ed il futuro dei nostri popoli.
Con queste elezioni si fa un piccolo passo avanti nella faticosa (e troppo lenta) costruzione dell’Europa federale con una importante innovazione: la nomina del prossimo Presidente della Commissione Europea (vero organo di governo dell’Europa) spetterà al
Parlamento e non più, come accadeva sinora, al Consiglio dei Primi Ministri dei Paesi europei. I maggiori gruppi politici europei hanno già designato i loro candidati: Martin Schulz per il gruppo dei socialisti e democratici europei (PSE), cui aderisce il PD; Jean-Claude Juncker per il gruppo del Partito Popolare Europeo (PPE), sostenuto dalla Merkel, da Berlusconi e Alfano; Alexis Tsipras per la sinistra europea, sostenuto in Italia dalla lista Tsirpas (Sel e Rifondazione comunista); Guy Verhofstadt per l’ALDE (alleanza dei liberali e democratici europei); Ska Keller per i Verdi.
In questi anni di grave crisi economica, l’Europa, egemonizzata dai partiti conservatori del PPE, ha imposto una politica di rigore ed austerità, che ha aggravato la situazione dei Paesi più deboli e più lenti nelle loro riforme strutturali interne. Il PPE è responsabile dello stato attuale dell’Europa: ha controllato e diretto la maggior parte dei governi europei, ha espresso 21 membri su 28 della Commissione europea (compreso il forzitalico Antonio Tajani), ha imposto una politica di rigore e di austerità. Se i conservatori europei del PPE avranno di nuovo la maggioranza, ci toccheranno altri cinque anni di austerità e ingiustizia sociale. Juncker è candidato del PPE grazie all’appoggio della Merkel e di Berlusconi, che pure in Italia fa campagna contro la Merkel, pur stando nello stesso partito europeo.
Per cambiare l’Europa o lasciare che le cose rimangano come sono occorre scegliere partiti ben strutturati in gruppi europei e capaci di incidere e decidere. E’ indubbio che, in questa campagna, la “partita elettorale” si gioca tutta tra i due maggiori gruppi europei: il PSE (cui aderisce Renzi) e il PPE (cui aderiscono Berlusconi e Alfano), divisi oggi, secondo i sondaggi, da poche migliaia di voti.
In questo contesto, il ruolo di Grillo e del suo Movimento, che non si riconosce in alcun gruppo europeo, appare ininfluente sulle future politiche europee e, al contempo, dannoso. In questo voto europeo al fotofinish tra PSE e PPE, il voto dato a Grillo rischia, infatti, di rafforzare la destra europea e le sue politiche di rigore. Chi vota Grillo non cambia nulla né in Italia né in Europa e gli eurodeputati del M5S resteranno isolati nel Parlamento europeo e non conteranno nulla.
In Italia, come nel resto dell’Europa, la sfida è tra chi intende sfruttare, a fini di potere, la disperazione di tanti italiani e chi invece intende rimuovere quelle difficoltà, promuovendo fiducia e volontà di ripartire.
L’Italia non può fare a meno dell’Europa, come l’Europa non può fare a meno dell’Italia. Indietro non si può tornare. Occorre fare ulteriori passi avanti verso l’integrazione europea e, al contempo, far #cambiareverso anche all’Europa, promuovendo politiche economiche di espansione e nuove politiche sociali, che mettano al primo posto il lavoro e l’occupazione giovanile, l’innovazione, un’Europa sociale, solida e solidale, i diritti di tutti i cittadini, l’ambiente.
Ha ragione Matteo Renzi: “Da una parte ci sono i buffoni, che giocano allo sfascio con il Paese, dall’altra ragazzi come noi, che certo perfetti non siamo, ma che ci siamo rimboccati le maniche e in un paio di mesi abbiamo messo in campo iniziative come gli ottanta euro… Riesce a cambiare chi governa non chi urla; chi propone, non chi insulta”.
Bisogna dare maggiore forza all’Italia, votando per il Partito Democratico e per rafforzare il Presidente del Consiglio Renzi, anche perché dal 1° luglio inizia il semestre europeo a guida italiana. “La sola austerity non basta – ha detto oggi Renzi -. La presidenza italiana dell’Unione europea ci impone di essere i protagonisti del cambiamento”. Per il premier è quasi ‘destino’ che sia il nostro Paese a guidare la svolta: “Per l’Italia è come se ci fosse un allineamento astrale di pianeti: i nuovi fondi Ue, l’investimento di nuove istituzioni, il bisogno di un cambio della politica economica nel mondo”. Insomma, una serie di coincidenze che, se ben sfruttate nel semestre Ue, porteranno l’Italia, se Renzi ed il PD saranno rafforzati dal voto del 25 maggio, ad avere un ruolo di primo piano nel mutamento delle politiche europee.
Leggi:
Programma PD per le Europee
Programma del PSE
A tutti coloro che hanno abusato della politica per decenni, convinti che fosse una professione per soli privilegiati e non un dovere-servizio sociale,dico:”preparatevi perche’ avrete la necessita’ di lavorare onestamente”.
e non dico di andare a zappare perche’ NU’SITI CAPACÏ