La lunga “telenovela” della Tangenziale di Collepasso e lo “zampino” delle faide interne a “Farsa Italia”
3 Marzo 2014La lunga ed indecente “telenovela” della guerra fratricida e delle faide interne a Forza Italia sulla “vicenda tangenziale di Collepasso” si arricchisce di una nuova, e per certi versi imprevista, puntata. In questa appare evidente uno “zampino” politico ben noto, mentre continua il “silenzio assordante” sull’intera vicenda da parte di Antonio Gabellone, presidente della Provincia e segretario provinciale di Forza Italia.
Il Consiglio comunale di Collepasso si è riunito recentemente per ben due volte per discutere ed approvare il tracciato della tangenziale, l’11 e il 20 febbraio. In quest’ultima data, a seguito delle posizioni intransigenti dell’Amministrazione di Parabita, il Consiglio ha approvato un tragitto tutto interno all’agro di Collepasso. La delibera del 20 febbraio, come quella dell’11, è stata approvata quasi all’unanimità dall’intero Consiglio comunale, con il voto favorevole di maggioranza e minoranze e una sola astensione. Un’indicazione chiara da parte del massimo Organo democratico locale, che non lascia adito ad alcun ulteriore dubbio circa la volontà della comunità collepassese e permette alla Provincia di “mettere mano”, finalmente, al progetto esecutivo della tangenziale.
Il 26 febbraio scorso, invece, come “un fulmine al ciel sereno”, è stata inviata al Comune una lettera (leggi) con allegata una nuova proposta di tracciato (v. pdf) da parte del Dirigente del Servizio Viabilità della Provincia, adducendo “cogenti riferimenti normativi di settore”, di cui non si fa alcun cenno esplicito, considerato che anche questa proposta si snoda tutta all’interno dell’agro di Collepasso, ed auspicando “il pronto definitivo recepimento” del Consiglio.
Quando ho letto la missiva pensavo, dato il periodo, ad uno scherzo di carnevale. Poi, invece, mi sono reso conto che si tratta – questa sì! – di una vera e propria “carnevalata”.
La Provincia aveva il dovere di prendere atto della proposta approvata dal Consiglio comunale o, in alternativa, di motivarne la contrarietà o chiedere la modifica con precisi rilievi normativi e/o tecnici. Di tutto ciò non c’è ombra nella missiva del Dirigente provinciale né la sua anomala richiesta è supportata da alcun esplicito indirizzo politico-amministrativo degli Organi provinciali (Presidente, Consiglio o Giunta).
L’iniziativa del Dirigente è inammissibile, gravissima e lesiva dell’autonomia dell’ente locale e del suo Organo consiliare, che sottende una concezione aberrante della democrazia, prefigurando un vero e proprio tentativo di prevaricazione della burocrazia sulle regole democratiche. Un comportamento sconcertante, che potrebbe avere solo l’attenuante del sospetto che dietro l’inquietante iniziativa ci sia lo “zampino” di qualche politico. Da “quel poco” che conosco dell’”andazzo” di certa Pubblica Amministrazione, nessun Dirigente si sarebbe mai sognato una tale iniziativa se non si sentisse “le spalle coperte” da qualche politico, sia esso un consigliere o un assessore provinciale o (in verità, mi sembra eccessivo) dal Presidente della Provincia.
Il “mistero” potrebbe essere facilmente disvelato se si dà un volto ad alcuni protagonisti di questa telenovela.
In primis, Antonio Gabellone, il quale, oltre che presidente della Provincia, è segretario provinciale di Forza Italia. A livello comunale: il sindaco Paolo Menozzi (e gran parte della sua maggioranza), anche lui di Forza Italia; l’ex sindaco e attuale consigliere provinciale Salvatore Perrone e il suo fido Rocco Sindaco, che hanno recentemente aderito a Forza Italia. Tralasciamo altri possibili protagonisti, essendo già sufficiente rilevare che tra Menozzi e Perrone c’è il “classico” feeling che scorre tra “parenti serpenti“…
E’ noto che sia il tracciato approvato dal Consiglio l’11 febbraio sia quello approvato il 20 febbraio è risultato “indigesto”, per motivi non tanto misteriosi, al consigliere provinciale Salvatore Perrone e al suo “ventriloquo” Rocco Sindaco, che ne motiva l’opposizione (pur essendosi astenuto, per pudore) con le corbellerie che scrive sul suo domenicale “stupidario”.
Da tempo è in atto tra le due fazioni comunali di Forza Italia – Menozzi da una parte e Perrone dall’altra – una sordida guerra senza esclusioni di colpi, un “braccio di ferro” per dimostrare “la forza” delle due contrapposte fazioni. Questo a prescindere dai problemi e dagli interessi concreti di Collepasso.
Il declinante e vendicativo Perrone “fa il diavolo a quattro” per frenare il suo inarrestabile declino politico e gioca spregiudicatamente, come è nello stile del personaggio, le sue residue “carte” per imporre la sua volontà e dimostrare che è ancora lui “a distribuire le carte”. Praticamente solo ed isolato (con l’ausilio del solo Roccuccio) a Collepasso, dove sono ormai ben note a tutti le sue “fulgide gesta”, tenta “il tutto e per tutto” nel suo ruolo di consigliere provinciale, probabilmente millantando “carte” (cioè: voti, seguito elettorale e popolare) che non ha più od ha in maniera ormai marginale.
Nel tracciato proposto dal Dirigente provinciale del Servizio Viabilità vi è chiaramente la “firma” e lo “zampino” del forzitalico Salvatore Perrone, considerato che vi si “leggono” con evidenza certe antiche proposte che il Consiglio comunale aveva già respinto. Proposte che non hanno alcun specifico valore tecnico, ma piuttosto il sapore di “vendetta” e di ritorsione verso antichi e recenti amici/nemici politici collepassesi, in primis lo stesso sindaco forzitalico Menozzi.
La nuova proposta di tracciato rappresenta una sfida all’intero Consiglio comunale, come se il parere e le “voglie” personali di un singolo consigliere provinciale possano prevaricare la volontà democratica di un intero Organo democratico. Aggiungasi, non ultimi, anche il risentimento e la “guerra” di Salvatore Perrone (e di Roccuccio Sindaco) contro il Dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale, responsabile ai suoi occhi di aver emanato una doverosa ordinanza di demolizione della villetta abusiva in cui abita… e il quadro si fa più chiaro…
Un’indecente “guerra” contro tutto e tutti, in cui a farne le spese sono solo i cittadini, la realizzazione di un’opera strategica per Collepasso, la dignità dell’Organo consiliare e le stesse regole democratiche.
Per gli ulteriori tempi che si rischiano di perdere e per un possibile contenzioso amministrativo che potrebbe derivarne, nella proposta di nuovo tracciato sembrerebbe persino prefigurarsi un diabolico disegno di far perdere il finanziamento, facendo ricadere sul Comune di Collepasso tutte le responsabilità.
Mi auguro che l’Amministrazione comunale mantenga un atteggiamento fermo e dignitoso e chiami alle sue responsabilità direttamente il presidente della Provincia Antonio Gabellone. Non so se costui sia al corrente di queste diatribe “tutte collepassesi” all’interno del partito di cui egli è segretario provinciale o se abbia avallato l’anomala iniziativa del Dirigente alla Viabilità. Una cosa è certa e improcrastinabile: egli ha il dovere di intervenire e dire una parola di chiarezza sull’intera vicenda, sia in qualità di presidente della Provincia che di segretario provinciale di Forza Italia. Non è possibile che un burocrate provinciale e uno squalificato consigliere provinciale, che già altri danni hanno procurato al territorio comunale (vedi “vicenda rondò Masseria Grande”), condizionino in modo così pesante l’autonomia e le scelte di un Consiglio comunale. Il Titolo V della Costituzione, pur con i suoi limiti, è ancora vigente ed assegna pari poteri a Stato, Regioni, Province e Comuni. Anzi, il principio di sussidiarietà, costituzionalmente previsto e garantito, assegna una prevalenza alle decisioni assunte da un Comune nell’ambito del suo territorio, delle quali la Provincia ha solo il potere di prendere doverosamente atto.
La Provincia ha, pertanto, il prioritario dovere di rispettare le decisioni assunte dal Consiglio comunale. Se, nelle sue diverse articolazioni politiche ed amministrative, la Provincia non coglie questo semplice e basilare principio democratico, è necessario che il sindaco si dimetta per protesta al fine di tutelare la dignità del Consiglio comunale e dell’intera Collepasso.
hai ragione, il tratto di uscita in direzione-maglie è stato stravolto
… sbagli, Giuseppe! Se fosse così non ci sarebbe stata la lettera del Dirigente provinciale. “In cauta venenum” (“sulla coda sta il veleno”), dicevano i latini. Infatti, il tracciato viene modificato sia in entrata che in uscita. Ciao
la nuova proposta di tracciato mi sembra identica a quella approvata dal consiglio, o sbaglio?