Mondiali di calcio Brasile 2014. 50 anni fa “il pistolero di Collepasso” (2ª parte)… oggi due anziani ex calciatori si stringono la mano
12 Ottobre 2014La “vittima”, cinquant’anni fa, dell’arrabbiato e cannibalesco morso del “pistolero di Collepasso” (vedi precedente articolo), Augusto Verardi, non è stata poi un’impossibile impresa identificarla e incontrarla.
E’ bastato un inaspettato ritorno di memoria del settantenne ex portiere della Stella del Colle, per poter immediatamente recarci presso la piazza di Racale nei locali di “Ugo bar”, gestito da Guido Lannocca, la sgusciante ala sinistra, ancora memore dell’improvviso dolore al lobo sinistro, seguito da una piccola fuoriuscita di sangue.
Inutile dire che ci si è intrattenuti pochissimo tempo sullo sconcertante episodio, per cui il buon Augusto si è dichiarato fortemente dispiaciuto, non fosse altro per l’eccentrica ma, in fondo, cattiva fama che l’ha perseguitato per mezzo secolo.
Una bella stretta di mano fra due persone più che mature, realizzatesi al meglio nella loro lunga e laboriosa vita, ha cancellato, alla luce di un gran sorriso, ogni possibile residuo ardore di origine pallonara.
Han voluto entusiasticamente partecipare alla “spedizione di pace” anche Carlo Marra e Tommaso De Simone, compagni di squadra di Guido Lannocca nel Racale del 1965/66, oltre che nella rappresentativa provinciale di Terza categoria, fermatasi purtroppo in quel di Taranto al secondo turno eliminatorio.
Non sono mancati, come da prassi, gli inevitabili raffronti fra le due ormai lontanissime epoche calcistiche, roba da nonni a nipoti, con giudizio in gran parte favorevole ai primi (cioè a se stessi), per quanto concerne lo spirito di sacrificio, la volontà senza grilli per la testa, stanti le oggettive difficoltà legate alle antidiluviane infrastrutture e allo scomodissimo abbigliamento sportivo.
Son volati alti i ricordi in quell’angolo di bar, fra i caffè serviti da giovani e graziose commesse, un po’ sorprese dall’improvvisato “set” fotografico e dall’ascolto di risate e aneddoti, carichi di nostalgia, nonché di memoria per compagni di squadra nel frattempo scomparsi.
Ma non ci si è limitati solo al passato, perché nel corso del commiato è stato stilato un progetto di rimpatriata luculliana, seguito dall’invito, proposto da chi scrive, ad assistere tutt’insieme “in tribuna” all’incontro di Seconda categoria, Stella del Colle-Racale del 26 ottobre prossimo, dopo cinquant’anni: chi l’avrebbe mai immaginato?
Giuseppe Lagna
Caro Lagna,ti accontento subito sull’eufemismo usato(inesattezze):1°la partita non era col Racale;2°la controparte non era Lannocca;3°il fatto così come è stato raccontato fa a pugni(rectius, a “morsi”)con la logica(impossibile che l’autore di una prodezza vada ad aggredire l’avversario, non ha senso;si trattò,invece, di una reazione ad un rigore provocato stupidamente).Però è pur vero quello che dici,la Storia,quale essa sia,va ricordata ma non va condita con ricostruzioni di pura fantasia. Meglio, allora, rievocare le sublimità di altre realtà locali,come quelle di un certo”Nocera” del campetto di via Pascoli,piuttosto che le c…te di personaggi che,al netto di un millantato credito,rimangono, comunque,censurabili e di cattivo esempio.
Oblìo, che brutto termine! Nulla deve essere dimenticato e tutto, invece, ha diritto di essere ricordato, poiché la Storia è cornucopia di nefandezze come di sublimità.
Il clamoroso gesto di Suarez contro Chiellini ai recenti Mondiali di calcio ha riportato alla mente di molti il lontano precedente di Augusto Verardi.
A parte le inesattezze, che gradisco conoscere, i due articoli, venati di nostalgia giovanile, non intendono esaltare affatto la violenza nello sport, ma solo descrivere per pochi tratti il personaggio in questione, incastonato in un’epoca di semplicità e di genuinità (istintività compresa), la cui memoria ha pervaso l’abbraccio tra i quattro ex calciatori nell’ora trascorsa insieme dopo cinquant’anni.
mi meraviglio come possa una persona dalle non comuni capacità umane e professionali continuare a riportare notizie inesatte al solo fine di portare alla ribalta un comportamento inqualificabile e censurabile sotto ogni punto di vista, che sarebbe stato meglio relegare nell’oblio più assoluto.
Maestro Joseph, io Juvaugusto lo trovo spesso(sempre) alla Foresta, dove da un pò di mesi tengo buttata la 159. Lui ogni volta, mi racconta quando da ragazzo a casa dei miei nonni in piazza, preparava i cartelloni sportivi per la partita della Domenica insieme al tuo collega. La storia del morso, se gliela chiedo, fa un ghigno con la testa…
Con piacere aspetto l’invito