Rondò Masseria Grande: le “bolle di sapone” elettorali e le verità inconfessabili di Gabellone
4 Ottobre 2014L’uscente presidente della Provincia, pressato da convulse esigenze elettoralistiche, tenta di “gabellare” (v. vocab.: “spacciare, far passare una cosa per ciò che non è”) i cittadini ignari della scandalosa vicenda del rondò della Masseria Grande ed accusa il centrosinistra di Collepasso di “autorete clamorosa”. Perché, egli scrive, “è di lunedì scorso (29 settembre) il via libera definitivo della magistratura alla eliminazione dei sigilli dalla zona oggetto sino ad allora di sequestro”, assicurando che “i lavori riprenderanno”. Se fosse vero, ne saremmo felici, perché sarebbe prima di tutto una vittoria per il centrosinistra di Collepasso che da tempo conduce una vigorosa battaglia sulla vicenda, dopo averne denunciato le palesi irregolarità.
Gabellone ha scambiato, però, “lucciole per lanterne”, ma anche l’area avversaria con la propria. Non ha visto (o capito) che il pallone si è insaccato nella sua porta dopo un rigore da lui stesso provocato per gravi scorrettezze e simulazioni. Lasci perdere il calcio e si dedichi meglio al gioco, a lui più congeniale, delle “bolle di sapone”, che volteggiano nell’àere “il tempo di un amen“ (o di un’elezione) e sono destinate ad evaporare rapidamente! Dopo un anno e mezzo di letargo, Gabellone si ridesta d’improvviso e, novello Houdini, offre ineguagliabili (e patetiche) performances di illusionismo, perdendo una buona occasione per chiedere scusa ai cittadini per lo scandalo, i ritardi e i disagi provocati dalla Provincia.
Davvero i lavori non sono ripresi, nel corso di oltre un anno, a causa del sequestro di un’area che riguarda solo il 3-4% dell’intera opera? Davvero può essere la Magistratura a determinare o condizionare scelte di esclusiva competenza della politica? Avrei capito se tutto il cantiere fosse stato posto sotto sequestro. Si tratta, invece, solo di “una fascia di rispetto di mt. 2 dai conci dell’antico muro e di mt. 10 dalle colonne di ingresso”, che rimane tuttora “oggetto di sequestro”, avendo il Magistrato disposto solo la “rimozione dei sigilli” (v. in calce all’articolo il verbale della P.M. di Collepasso). I rappresentanti istituzionali di Collepasso hanno sempre chiesto alla Provincia l’approvazione di una variante per stralciare l’ininfluente area sotto sequestro e anche per salvaguardare il settecentesco portale della masseria, inesistente negli elaborati progettuali. Non è stato fatto. Perché?!?
C’è qualcosa di kafkiano in questa vicenda che ha visto, da una parte, i veti e la “guerra per bande” tra esponenti locali e provinciali di Forza Italia e, dall’altra, la colpevole inerzia di un imbelle presidente di fronte ad atteggiamenti provocatori e ritorsivi di esponenti provinciali. Illegalità, dispettucci da comari e una devastante “guerra dei Roses” hanno ridotto in macerie l’area del rondò e la stessa credibilità della Provincia.
Gabellone, inoltre, omette di dire che i lavori sono stati sospesi proprio dalla Provincia il 6 aprile 2013 – non certo, come egli insinua, dalla Magistratura, intervenuta solo il 20 settembre 2013 – con ordine di servizio n. 5 del Dirigente del Servizio Viabilità, diramato in fretta e furia per arginare lo scandalo dello scempio provocato dai lavori abusivi realizzati. Seguì, poi, il 6 giugno 2013, l’ordinanza del Dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale, che intimava “di provvedere alla demolizione e rimozione delle opere ed al ripristino dello stato dei luoghi”, dopo che era stato appurato che le opere erano “totalmente difformi dal progetto approvato”.
La Provincia fu costretta a demolire e rimuovere le “montagne” abusive realizzate, ma non provvide mai al “ripristino dello stato dei luoghi”, lasciando l’area in macerie e provocando i noti disagi.
L’uscente presidente assicura che “i lavori riprenderanno dopo lo spostamento dei manufatti in pietra settecentesca che sono stati oggetto del contendere”. Ne è proprio convinto oppure cerca solo di arginare i danni d’immagine provocati alla sua campagna elettorale da questo scandalo?!? A parte che il vero “oggetto del contendere” è ben altro, perché Gabellone, invece di usare ambigue perifrasi, non dice chiaramente che “lo spostamento dei manufatti” significa abbattimento del settecentesco portale della masseria e sua retrostante (e incerta) ricostruzione “con oneri a carico dell’Ente”? Inaudito e pazzesco!
Ci spiega Gabellone, dopo le “montagne” di opere realizzate e poi smantellate perché abusive, quali sono le risorse residue per completare i lavori? Sorvolo sui rapporti con la ditta appaltatrice, che ha sempre operato con l’avallo della Provincia e che si è persino rifiutata di presenziare “alla rimozione dei sigilli”!
Di quali “autoreti” e di quali fantasiose promesse ciancia allora Gabellone, apprezzato sindaco di Tuglie, ma fallimentare presidente della Provincia? Consideri piuttosto le sue responsabilità nella vicenda del rondò, lo spreco di denaro pubblico, lo scandalo suscitato, i disagi provocati ai cittadini, le macerie che lascia.
Spero che la Magistratura faccia piena luce su questo macroscopico scandalo, augurandomi al contempo che la politica riprenda con serietà e nella legalità il suo ruolo nell’amministrazione della Provincia e sia in grado, dopo le elezioni del 12 ottobre, di risolvere con speditezza e sagacia questo ed altri problemi.
Di seguito copia del verbale di rimozione dei sigili redatto dalla Polizia Municipale di Collepasso il 29 settembre
Chi ha autorizzato il taglio dei pini e perche’.
Ci auguriamo tutti, penso o forse chissà!!!!, che lo scempio in atto presso la”MASSERIA GRANDE” finisca prima delle prossime vacanze estive, visto appunto il disagio arrecato ai residenti , ma ancor più a chi è venuto in Salento a conoscerlo…………..ma che mi dici caro Pantaleo dello scempio in atto in piazza Dante, con il definitivo abbattimento degli ultimi pini mediterranei rimasti? Un caro saluto a te e come recita un detto che io ti affibio amichevolmente fa in modo che non PANTA REI davvero tutto, altrimenti del nostro paese rimarrà davvero poco o niente. Ciao