Si schianta contro un muro. Muore perito agrario di Collepasso di 59 anni
23 Aprile 2014Si schianta prima contro un palo e poi su un muro e muore sul colpo. Roberto Malerba, perito agrario di 59 anni di Collepasso, ha perso la vita ieri sera a Matino, su via Roma, la strada che porta a Casarano.
L’incidente è avvenuto intorno alle 20. L’uomo – molto noto per il suo impegno a favore dell’ambiente – si stava dirigendo verso Casarano quando, forse per un malore, ha invaso la corsia opposta e si è andato a schiantare contro un palo del telefono, per poi finire la sua corso sul muro di cinta di una delle ultime abitazioni del paese. Il colpo gli è stato fatale: Roberto Malerba è morto subito.
Sul posto è giunta in pochi minuti un’ambulanza del 118. Al personale medico, però, non è restato altro da fare se non dichiarare il decesso del 59enne.
I rilievi sono stati eseguiti dai carabinieri della Compagnia di Casarano e della stazione di Matino, agli ordini del capitano Aniello Mattera, del tenente Roberto Mitola e del comandante Giancarlo De Donno. Sul posto sono giunti anche i vigili del fuoco, gli agenti della polizia municipale e una decina di volontari del «Centro protezione civile ambientale» di Matino, coordinati da Quirino Marsano, che hanno fornito il loro supporto alle autorità.
La salma del 59enne è stata portata nella camera mortuaria del «Vito Fazzi» di Lecce. Nella mattinata di oggi il magistrato di turno dovrebbe conferire l’incarico di eseguire l’esame esterno, prima di restituirla alla famiglia. Si prevede che il feretro possa arrivare nell’abitazione di via Toselli nelle prime ore del pomeriggio.
Roberto Malerba lascia la moglie Maria Grazia Specchiarello e tre figli: Ernesto, Federico e Rita. Ma lascia anche i tanti amici che nel corso degli anni lo hanno accompagnato nelle sue battaglie per la difesa dell’ambiente e nelle sue prese di posizione per la conoscenza e la tutela delle biodiversità. Malerba era il fondatore e il presidente di «Custodi del Salento», associazione da anni impegnata sul territorio. «Lui era il “custode del Salento” – raccontano commossi alcuni amici – un uomo sempre gentile e disponibile, pacato e dall’animo nobile. Era un profondo conoscitore della pianta del gelso – continuano – sulla cui coltivazione nella nostra terra aveva svolto numerosi studi e tenuto tanti convegni. Stava intrattenendo rapporti con l’Università di Padova proprio per valorizzare questo suo progetto. Era sempre attivo nella difesa della conoscenza e della tutela del paesaggio, anche con azioni di salvaguardia del territorio dalle opere invasive».
[p.t.], La Gazzetta del Mezzogiorno, 23 aprile 2014
Mi reco ogni anno, ai primi di settembre, per cogliere i piccoli, rossi, saporitissimi frutti (bacche) di un azzeruolo, sito presso un muretto a secco, a due chilometri circa da Scorrano; la prima volta, una ventina di anni fa, con questi organizzai un favoloso centro-tavola, in occasione del compleanno di mio figlio.
Perciò, l’annuale raccolta, che è anche una visita di controllo alla pianta, riveste il ruolo di una mia nostalgica ricorrenza.
Un fruscìo di arbusti e rovi mi causò uno scatto all’indietro, mi voltai e col suo sorriso sarcastico, sotto il baffetto sale e pepe, mi apparve Roberto.
-Ce ca… sta faci quai? -profferì al mio indirizzo.
-Ce ca… faci tìe a quai? -controbattei.
-Eh, caro mio, -mi rispose con piglio divenuto serio- devi sapere che da tempo sono il “custode” di quest’azzeruolo e mi ha fatto piacere che tu ne stia apprezzando le sue qualità.
Allora, all’ombra della vicina pinetina, mi parlò della rete di custodia, messa su per salvaguardare le ormai rare piante di frutta residuale nel territorio salentino, violentato dall’incuria di incendi e veleni, dal parossismo di catrame e cemento.
Ci lasciammo, tornando ognuno alla propria auto, mentre io gli narravo del mio recente interesse per le numerose varietà di fichi, che andavo notando, simili ai nostri, in Grecia.
Mi piaceva molto trascorrere qualche minuto con Roberto, una miniera di informazioni botaniche, sconosciute a molti, anche più “titolati” ma non appassionati.
Mi unisco al dolore dei miei amici, Federico, Ernesto e la sorella x la tragica perdita del loro amatissimo padre.un abbraccio fortissimo