Anche a Collepasso il centrodestra si “biforca”: tre consiglieri comunali aderiscono al Nuovo Centrodestra
12 Marzo 2015Dopo la scomparsa del Pdl nazionale e locale (e persino del sito internet pdlcollepasso.iobloggo.com) e la rinascita di Forza Italia, anche a Collepasso il centrodestra si divide – meglio, si “biforca” – e si “riposiziona” in vista delle imminenti elezioni regionali.
Tre consiglieri di maggioranza – gli assessori Rocco Resta e Giovanni Montagna e il capogruppo consiliare Gino Mastria -, con una lettera del 10.3.2015/prot.1385 indirizzata agli Organi consiliari, hanno ufficializzato la loro adesione al N.C.D. (Nuovo Centrodestra) di Angelino Alfano, che, come è noto, è con il PD al governo nazionale e, invece, alleato con Forza Italia per le prossime elezioni regionali pugliesi.
I tre consiglieri comunicano che “il coordinatore locale è il Dott. Rocco Antonio Resta”.
L’adesione al NCD dei tre consiglieri data, per la verità, da molti mesi e la recente ufficializzazione sembra rilevare più un carattere interno all’attuale maggioranza amministrativa e la volontà di differenziarsi da Forza Italia, ferocemente divisa dalla “guerra” Berlusconi-Fitto e in caduta libera nei sondaggi nazionali, che la danno all’11,6%. Non che il NCD se la passi meglio, considerato che è dato al 3% insieme all’UDC (per inciso, questo partito si è alleato con il centrosinistra per le prossime elezioni regionali)!
Nella lettera i tre neoalfaniani, nonché “caroppiani” a livello provinciale e regionale, ci tengono, comunque, a ribadire che è “doveroso sottolineare come dal punto di vista politico nulla muterà nello scenario consiliare, atteso che continueranno con costanza e determinazione a dare sostegno con fedele trasparenza all’attuale Amministrazione e, quindi, al Sindaco”.
“Altresì – aggiungono sibillinamente – la loro adesione al N.C.D. determina l’inizio di un percorso politico avente quali finalità precipue quelle di validare le ragioni della propria originaria candidatura ed elezione e quella di proseguire l’impegno ad operare per il benessere della comunità”, concludendo che “la propria scelta potrà contribuire a dare ulteriore slancio all’attività amministrativa” (!!!).
Per quanto riguarda gli altri cinque consiglieri di maggioranza (compreso il sindaco), si suppone che siano rimasti fedeli a Forza Italia: non è, però, noto quanti siano di “fede fittiana” e quanti di “fede berlusconiana”. Certamente l’altro consigliere di Forza Italia, oggi all’opposizione e legato al consigliere regionale Aloisi, è schierato con l’ala berlusconiana e con l’attuale commissario regionale Vitali.
Tanti auguri ai tre neoalfaniani!
Chi si iscrive oggi a un partito, e perché? Quanti tra i giovani fanno politica? Sono davvero i migliori coloro che si avvicinano alla cosa pubblica? È lecito dubitarne. I partiti sono molto diversi da quelli di un tempo: non hanno sezioni, non hanno giornali, non hanno scuole di formazione e di pensiero, non hanno ideologie, forse non hanno neppure idee forti. Però non hanno mai avuto tanta influenza. Neppure i segretari della Dc e del Pci ricevevano premi di maggioranza e nominavano i propri parlamentari; e quasi mai il leader e il presidente del Consiglio erano la stessa persona (com’è accaduto a Berlusconi e come accade a Renzi). Eppure la Prima Repubblica era la Repubblica dei partiti. «Il partito, questo incredibile strumento del potere che da un giorno all’altro ti innalza ai vertici dello Stato, ti dà poteri economici decisionali anche se fino a ieri hai scritto libri di nessun valore, anche se sei un economista di cui nelle università dei Paesi avanzati riderebbero…»: così ha scritto Giorgio Bocca a proposito dell’ascesa di Fanfani; fin troppo severamente, visti i successori. «Partitocrazia» la chiamò Pannella. Quante volte abbiamo celebrato il funerale dei partiti? Invece sono più vivi che mai. Meglio, sono più che mai le leve per il potere. Renzi è arrivato a Palazzo Chigi dopo aver scalato il Pd e successivamente cacciato Letta. Salvini ha conquistato la segreteria della Lega, con l’accordo che Tosi sarebbe stato il candidato premier, e ora l’ha cacciato. La nuova legge elettorale mette i partiti al centro di tutto: il partito più votato avrà il premio di maggioranza, i capi partito designeranno gran parte degli eletti. Eppure non ci sono né le regole, né le garanzie, forse neppure la volontà necessarie ad aprire i partiti alla partecipazione dei cittadini.
Anche a Collepasso regna sovrana la confusione che si ha a livello nazionale,con un centro destra frantumato in piu rivoli vedi gli Alfaniani, i Fittiani, i Verdiniani, i Berlusconiani (Vitaliani in Puglia) però a Collepasso si ha anche un rivoletto in più e sono i Martiani, che non ha ancora trovato una giusta posizione politica, a Roma il NCD che si allea con l’UDC e crea area popolare, appoggia le scelte del centro sinistra e sconfessa le scelte di Forza Ialia, in Puglia non condivide in centro sinistra e si allea con Forza Italia, mentre l’UDC va con il centro sinistra.
A questo punto viene da pensare che le scelte che stanno operando i vari pezzi e pezzettini del centro destra ad ogni livello compreso Collepasso non tendono a cercare di dare un contributo alla possibilità di una buona amministrazione, ma che tendono forse solo a tentare di mantenere poltrone che altrimenti potrebbero facilmente scricchiolare con già con le prossime elezioni regionali e cadere definitivamente con la prossima tornata elettorale per le comunali.
Auguri a tutti i pezzi del centro destra collepassese.