Consorzi di bonifica, il consigliere regionale Abaterusso (PD): “Emiliano blocchi le cartelle”
8 Luglio 2015Da ieri giungono nelle case di migliaia di cittadini le cartelle del Consorzio di Bonifica “Ugento li Foggi”, relative al pagamento “dei contributi di bonifica” per ipotetici “benefici recati agli immobili nel comprensorio consortile dalle opere pubbliche di bonifica” (!!!).
Tra i tanti, ieri un piccolo imprenditore della Zona industriale di Collepasso mi comunicava di aver ricevuto una cartella di € 500 dal Consorzio di Bonifica riferita al lotto della sua azienda, su cui paga già migliaia di euro di Imu. Quali sarebbero i “benefici” apportati dal Consorzio nella zona industriale?!? Numerosi i malumori e le proteste dei cittadini.
Sulla vicenda è immediatamente intervenuto il consigliere regionale Ernesto Abaterusso (PD), che ha diffuso la seguente nota “Consorzi di bonifica: di nuovo tributi senza servizi?” e chiesto al presidente Emiliano di bloccare le cartelle.
Cartelle dei consorzi di bonifica? Di nuovo? E proprio all’indomani delle elezioni, senza dare la possibilità a Emiliano e all’intero Consiglio di aprire e studiare il capitolo “consorzi di bonifica”?
Mentre in questi giorni si sparano frasi a effetto sulla composizione della Giunta sarebbe doveroso, da parte di chi è stato in Consiglio Regionale, rendere conto di cosa ha combinato su una questione che tocca direttamente le tasche dei cittadini. Altro che chiacchiere!
Di fronte a cartelle di centinaia di euro, che vanno a tartassare gli agricoltori, bisognerebbe dire se oggi le somme richieste corrispondono a servizi erogati dai consorzi, oppure si tratta di un balzello finalizzato solo a mantenere strutture, come i consorzi, che hanno perso la loro funzione originaria e sul cui futuro, partendo dalle esigenze degli agricoltori, presenterò nelle prossime settimane una proposta di legge.
Ecco perché, in assenza dell’assessore all’agricoltura, chiedo direttamente al Presidente Emiliano di convocare gli uffici regionali, chiedere chiarimenti, non escludendo la possibilità di bloccare le cartelle.
Non è tollerabile infatti, come mi è stato riferito in mattinata, che un cittadino debba pagare un contributo di bonifica di 300 euro, solo per il 2014, quando non viene fatta neppure la pulizia dei canali e su un fabbricato si deve pagare, oltre al tributo comunale, anche quello consortile.
La X legislatura non può iniziare tirandosi dietro le inadempienze, gli errori, il conservatorismo della gestione precedente.
Ernesto Abaterusso
Ho incontrato Mario la scorsa settimana, un amico d’infanzia, era inferocito.
Un fiume in piena, mi ha raccontato di essere stato in banca e di aver trovato la sorpresa, gli avevano sottratto il 10% dai suoi risparmi.
Da un primo momento ha pensato si trattasse di uno sbaglio, ma poi dal colloquio con il direttore di filiale ha capito che non era affatto un errore; “abbiamo dovuto applicare il provvedimento che la Camera ha appena approvato recependo la direttiva europea”, si è sentito dire, “noi stiamo fallendo e siamo costretti a prelevare soldi dai vostri conti…”.
Il racconto sulla storia di Mario è frutto della fantasia di chi scrive, ma dal primo gennaio prossimo, e qui purtroppo inizia la storia vera, in virtù di quel provvedimento approvato per davvero dalla Camera nella seduta del 1 luglio scorso, le banche che si trovassero in difficoltà potranno applicare il meccanismo del bail-in, la solita terminologia adottata per non fartici capire nulla. In sostanza si tratta di un prelievo forzoso.
Accadde già un’altra volta agli italiani, era la notte tra il 9 e il 10 luglio del 1992, quando il governo guidato da Giuliano Amato fece il blitz prelevando il 6 per mille dai risparmi dei correntisti. L’autorizzazione, addirittura, arrivò con un decreto legge di emergenza emanato il giorno dopo: l’11 luglio.
Qualcuno potrebbe obiettare che l’operazione potrà essere effettuata solo per coloro che hanno depositi superiori a centomila euro. Vero, ma nessuno impedirà a questo governo schiavo di Bruxelles e servo della BCE, di abbassare la soglia.
Per famiglie ed imprese sarebbe davvero la fine, la fiducia verso gli istituti di credito – che un tempo rappresentavano il rifugio, la sicurezza – andrebbe a farsi benedire definitivamente.
Da una parte i controlli sui prelievi superiori a mille euro, dall’altra la paura del prelievo forzoso porteranno – sin dalle prossime settimane e fino alla fine dell’anno – i cittadini a svuotare, pian piano, i propri conti.
D’altra parte non potrebbe essere diversamente; usurai legalizzati che prendono soldi a zero e li rivendono – dopo aver ricevuto garanzie pari almeno al triplo della somma che chiedi in prestito – con interessi spropositati, è il minimo che meritano.
Non chiediamo di prendere le stesse misure che Mussolini adottò nel 1936, quando mise il guinzaglio ai banchieri, ma la scelta di autorizzare sostanzialmente delle società private, quali sono le banche, a prelevare dai conti dei “soci” i loro risparmi ha dell’incredibile.
Ci vorrebbe la rivoluzione. E certo le giovani generazioni, alle quali vorremmo lasciare un’Italia più sobria e rispettosa, solidale e laboriosa, dovranno interrogarsi sul futuro.
E trarre insegnamento anche da questo esempio del bail-in.
La società non deve crescere con falsi miti, le case che durano nel tempo sono quelle che fondano su basi solide, e viviamo in una società che è cresciuta con l’opulenza, con il tenore di vita al di sopra delle sue possibilità.
Questo in un certo periodo è accaduto anche per colpa delle banche, che erogavano anche a chi non ne aveva i requisiti; valeva per il singolo e valeva per l’imprenditore con gli agganci politici giusti.
Risultato, è scoppiato il sistema, e ora, sempre loro, i poteri forti per eccellenza, le banche, dopo aver distribuito miliardi agli amici degli amici pretendono che a pagare sia sempre il risparmiatore.
Ma a gennaio; i banchieri si troveranno con i caveau vuoti e saranno loro, una volta tanto, a doversi rivolgere altrove per chiedere prestiti.
Possono descrive le Autorità Competenti qual’è il ruolo istituzionale, sociale, territoriale, ecc. del Consorzio di Bonifica “Ugento li Foggi”? Ritengo un “Diritto Sacrosanto” dei cittadini essere a conoscenza dell’utilità istituzionale di ogni Ente, la rendicontazione degli obiettivi raggiunti e le risorse investite per quest’ultimi. Quando esco la mattina presto vedo per strada contadini, impiegati, camionisti, commercianti, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, ambulanze, automedica, operatori ecologici, Vigili del Fuoco. Quando esco di notte vedo contadini, camionisti, commercianti, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, ambulanze, automedica, Viglili del Fuoco. Ognuno svolge il proprio dovere, il proprio compito con onestà e dedizione nei confronti delle comunità, spesso anche a discapito delle proprie famiglie e rischiando addirittura la propria vita. Francamente mi sfugge il fatto di non aver mai visto qualcuno con una divisa, una tuta, un autoveicolo con l’identificativo “Consorzio di bonifica Ugento li Foggi”.
“In nome della Lecce”: ma quali sono i servizi e le attività svolte da tali Consorzi? Un dirigente e un impiegato possono descrivere pubblicamente la loro relativa “giornata tipo”? Cosa fanno durante le loro “ore lavorative”? Sempre in nome della “legge”, possiamo avere una risposta chiara ed esauriente?
Guarda un pò che notizia. L’avevano nascosta nei meandri delle gazzette ufficiali, non se ne aveva notizia… Ma – senza neppure il preavviso dei consueti comunicati stampa inondanti le redazioni di mezzo Salento – e’ spuntata improvvisamente qualche giorno fa tramite cartelle esattoriali!
Abbiamo letto e sentito parlare di consiglieri che si facevano pagare mille euro al mese per chiudere un occhio, di affidamenti diretti, di gare truccate, abbiamo udito e visto di tutto… Adesso mancavano solo; le cartelle del Consorzio di Bonifica “Ugento li Foggi”, relative al pagamento “dei contributi di bonifica” per ipotetici “benefici recati agli immobili nel comprensorio consortile dalle opere pubbliche di bonifica”(!!!). Insomma, chi più ne ha , più ne metta.