Elezioni regionali: anche a Collepasso crolla il centrodestra e vince Emiliano con il 42%
1 Giugno 2015Vittoria facile in Puglia per il candidato del centrosinistra Michele Emiliano, che diventa il nuovo Presidente della Regione con il 47% dei voti, succedendo a Nichi Vendola.
Staccati di quasi 30 punti i più diretti inseguitori Schittulli (Oltre con Fitto, FdI e Lista Schittulli) e Laricchia (M5S), che si sono contesi sino all’ultimo il secondo posto, conquistato infine dalla candidata grillina con una manciata di voti (18,40% contro il 18,31% di Schittulli). Al quarto posto la Poli Bortone, con il 14,50 circa dei voti degli elettori pugliesi recatisi alle urne, che sono stati poco oltre la metà degli aventi diritto (51,15%). Assai marginali gli altri tre candidati.
Anche a Collepasso vince Emiliano, che ottiene 1.051 voti, pari al 41,97% dei voti validi. Seguono la Poli Bortone con 699 voti (27,92%), Schittulli con 480 (19,17%), Laricchia con 264 (10,54%) e altri tre candidati con complessivi 10 voti.
Alto, comunque, il voto di astensione. Ha votato solo il 43,50 degli aventi diritto (2.665 su 6.127 iscritti nelle liste elettorali) e i voti validi sono stati 2.504 (76 le schede bianche, 85 le nulle). Nonostante la prevalenza delle donne iscritte nelle liste elettorali (sono 3.157 contro i 2.970 uomini), sono gli uomini ad essersi recati in numero maggiore, seppur di poco, alle urne (1.335 contro le 1.330 donne).
Nel raffronto con le precedenti regionali del marzo 2010, si coglie subito il crollo del centrodestra (ieri come oggi con due candidati presidente alla Regione) a Collepasso, che passa complessivamente dal 72,17% del 2010 al 43,38% di oggi. Quasi 30 punti percentuali in meno. Il centrosinistra unito, invece, passa dal 27,59 del 2010 al 41,97 di oggi. Si consolida, in sostanza, con queste elezioni lo spostamento dell’elettorato collepassese verso il centrosinistra, iniziato con le elezioni politiche del 2013 e proseguito con le europee del 2014, e il contestuale crollo del centrodestra, fortemente diviso al suo interno.
Per quanto riguarda il consenso ai partiti e alle liste, il Partito Democratico, nonostante il ridimensionamento rispetto all’exploit dello scorso anno alle Europee, si conferma il primo partito di Collepasso con 617 voti, pari al 24,64%. Seguono Forza Italia con 586 voti (23,40%), Oltre con Fitto con 362 (14,46%), Movimento 5 Stelle con 239 (9,54%), Noi a sinistra per la Puglia con 132 (5,27%), Popolari con 121 (4,83%), mentre sono sotto il 3% tutte le altre liste.
Per quanto riguarda i candidati, il più suffragato a Collepasso è Aldo Aloisi (Forza Italia) con 250 preferenze. Superano le 100 preferenze solo altri tre candidati: Loredana Capone con 169 ed Ernesto Abaterusso con 157 (ambedue PD), Andrea Caroppo (Forza Italia) con 133. Nel PD buone anche le preferenze per Ada Fiore (79) e Sergio Blasi (66). I più suffragati di “Noi a sinistra” sono Antonio Raone (47 preferenze) e Marco Cataldo (38), mentre in quella di Grillo Cristian Casili ottiene 47 voti.
Discorso a parte merita l’esame del deludente voto di lista e dei candidati di “Oltre con Fitto”, appoggiati da sindaco e altri amministratori di maggioranza, che fotografano la caduta verticale del consenso attorno all’Amministrazione comunale e dovrebbe costringere Menozzi alle dimissioni da sindaco. I candidati principali hanno ottenuto le seguenti preferenze: Congedo 72, Mazzei 63, Frasca 57, Macculi 55, Barba 42.
In queste elezioni regionali è emerso con chiarezza il caos politico all’interno dell’attuale maggioranza amministrativa: una parte ha sostenuto Schittulli e la lista di Fitto; un’altra (interna alla maggioranza) ha sostenuto Poli Bortone e il candidato di Forza Italia Caroppo (ex Ncd); un’altra ancora (un consigliere all’opposizione ed ormai fuori dalla maggioranza) ha sostenuto Poli Bortone e il candidato di Forza Italia Aloisi. A queste si aggiunga un’altra parte ancora, che ha persino sostenuto un candidato e una candidata dello schieramento di centrosinistra. Lo “squagliamento” dell’attuale maggioranza amministrativa di centrodestra è sotto gli occhi di tutti. Non è un caso che già da tempo si prefigurino per le prossime elezioni amministrative del 2016 ben tre candidati sindaci per il centrodestra, mentre il centrosinistra, che esce rafforzato da queste elezioni, deve saper avviare sin da ora un’attenta e seria riflessione.
In attesa di conoscere i dati definitivi degli eletti leccesi al Consiglio regionale (per il PD sono certi Blasi e Abaterusso), esprimo gli auguri di buon lavoro al neo presidente Michele Emiliano.
Vedi risultati definitivi a Collepasso e clicca su:
candidati Presidente e liste
preferenze dei candidati
Il governo è comunque ancora saldamente nelle mani del Pd e dei suoi alleati. E’ un dato di fatto certamente importante ma è presto per dire se il modello ligure sarà seguito in futuro dal centrodestra e specie quando si voterà per le politiche. Oltre al fatto, tutt’altro che marginale, che le leggi elettorali sono diverse e che nelle elezioni politiche la presentazione di un programma di governo davvero comune e non ambiguo è assai più importante agli occhi degli elettori rispetto al rinnovo delle regioni
Ne consegue che per il centrodestra (Berlusconi, Salvini, Fitto, Meloni, Alfano) c’è davvero ancora molta strada da percorrere per trovare quella unità non di facciata che è indispensabile per nutrire la speranza di rappresentare una alternativa credibile al renzismo.
Domanda ai signori della democrazia a modo loro, quella che vale solo quando vincono e mai quando le buscano, quelli che sentenziano che votare e’ un dovere ma ci fanno governare da un premier che nessuno ha eletto: ma se i partiti fanno talmente schifo agli elettori che alle urne si reca solo la metà della popolazione, perché bisogna continuare ad attribuire tutti i seggi in palio e continuare la pappatoia del disgusto?
Mai che nessuno rifletta sulla “sanzione” da infliggere ad una partitocrazia che continua a divorare seggi-ombra, quelli che si spartisce anche se i rappresentati rifiutano di farsi rappresentare. Se un candidato non riesce a portare i propri elettori alle urne, paga con la mancata elezione al seggio ambito. Se invece sono i partiti a non far andare i cittadini alle urne, il bottino resta identico…!
Menozzi a CASAAAAA DIMETTITI ai FALLITO!!!!!!.