Il sindaco “dis-informa”: solito Menozzi capzioso, ingannevole, subdolo (e ipocrita)
13 Gennaio 2015Un volantino del 29 dicembre su carta intestata del Comune (“Il Sindaco informa”) è “specchio” del soggetto che lo ha firmato: capzioso, ingannevole, subdolo (e ipocrita).
L’“informatore” riferisce, con ritardo (sospetto) di due mesi e mezzo, che il 15 ottobre il Comune è stato condannato dalla Corte di Appello di Lecce a pagare alla società “Masseria Grande s.r.l.”, proprietaria di terreni in zona industriale, la somma di € 594.050,00 quale integrazione di un esproprio per l’installazione del megaimpianto fotovoltaico ex Italgest. Succede spesso che i Comuni, a causa di contrastanti interpretazioni giurisprudenziali, vengano citati e talora condannati in Tribunale sullo scivoloso e discusso problema degli espropri ed opporsi giustamente, poi, a sentenze giudicate ingiuste. E’, purtroppo, la norma nell’attività dei Comuni. Per ben due volte, però, l’”informatore” cita la delibera consiliare n. 18 dell’11.08.2009, approvata quando era sindaco Vito Perrone, quale responsabile della provvisoria (ci auguriamo) condanna. E’ così?!?
Come suo solito, Paolo Menozzi non “informa”, ma “dis-informa”, manipola, inganna. Per dimostrare la sua assoluta capziosità, basterebbe solo rilevare, come si evince dagli atti, che il ricorso della “Masseria Grande s.r.l.” non è contro la delibera n. 18 dell’11.08.2009, ma contro il “decreto n. 10318 del 21.12.2009” di “occupazione anticipata d’urgenza” dei terreni, emanato dal “Dirigente di Sezione LL.PP. del Comune di Collepasso”, con il quale, come recita la sentenza, egli “determinava in via provvisoria l’indennità di esproprio in € 495.950,00 (superficie espropriando mq. 109.000 per prezzo unitario di € 4,55/mq)” e del successivo “decreto di esproprio n. 9604 del 13.12.2010” dello stesso Dirigente.
Perché, allora, Menozzi non dice la verità?!? Capisco che egli preferisca oggi “abbaiare alla luna” attaccando i suoi avversari politici, ma non si rende conto, però, che il suo volantino è soprattutto una delegittimazione di fatto del Dirigente dell’Ufficio Tecnico, autore dei decreti espropriativi e sostenitore convinto della procedura seguita, oggi tenuto in grande considerazione dal sindaco Menozzi, ma ieri ferocemente contestato e persino “insultato di falso e bugiardo” dal consigliere di opposizione Menozzi nel Consiglio del 10-11 agosto 2009?!?
A Menozzi, però, non interessa informare correttamente, ma solo insinuare tra i cittadini il “venticello” del dubbio e della calunnia, buttare la pietra “dello scandalo”, mettere in cattiva luce i suoi avversari politici.
Va anche aggiunto, come è noto anche a Menozzi, che l’approvazione della delib. C.C. 18/2009 era stata resa possibile solo per volontà delle minoranze, come si rileva dalle loro dichiarazioni: “Se questo progetto passa è perché la minoranza lo vuole”, dichiarò il consigliere Salvatore Perrone in quel Consiglio; “Tutta la minoranza ha deciso di far passare il progetto”, gli fece eco Luigi Felline. La deliberazione fu, infatti, approvata con 7 voti favorevoli, di cui uno determinate della minoranza, e l’astensione di Salvatore Perrone, poiché ben quattro esponenti della maggioranza erano assenti (tre in quanto interessati all’atto e uno per malattia). Al momento del voto Menozzi e Felline si allontanarono, poi, con motivazioni “fantozziane”: “Ritengo, invece di esprimere voto contrario, di allontanarmi dall’aula” (Menozzi); “Anch’io questa sera mi allontanerò e faccio in modo che votiate il progetto a favore e che quindi si realizzi” (Felline)! Testuale!!!
Come scrive l’avv. Mormandi nella sua comunicazione al Comune del 21 ottobre scorso, la sentenza della Corte d’Appello è frutto di una sentenza della Corte Costituzionale intervenuta nel successivo 2011 (la n. 181), sebbene egli rilevi ragioni ed elementi giuridici importanti per il ricorso in Cassazione ed un auspicabile ribaltamento della sentenza. Come tutti ci auguriamo.
La vicenda, infatti, è assai più complessa di come vorrebbe farla apparire Menozzi per meschini scopi politici e va valutata seriamente, cercando di tutelare al meglio gli interessi del Comune.
Un po’ di pudore e anche di verità non guasterebbe, però, anche a Menozzi, il quale ha voluto sollevare un polverone solo per nascondere le proprie responsabilità e quelle delle sue amministrazioni!
Va rilevato, infatti, leggendo la sentenza, che una delle ragioni principali del pronunciamento negativo della Corte di Appello è da far risalire proprio alla deliberazione consiliare n. 3 approvata dall’amministrazione Perrone-Menozzi il 27 gennaio 2003.
Con la deliberazione del 2003, l’Amministrazione Perrone-Menozzi aveva aumentato e determinato in € 8,26 al metro quadro il prezzo di esproprio dei terreni della zona industriale, con l’evidente scopo di favorire certa rendita agraria (e altri oscuri interessi) e scoraggiare di fatto gli investimenti produttivi. E’ proprio all’incauta e “oscura” delibera consiliare n. 3 del 27.1.2003 che la Corte di Appello di Lecce fa riferimento per condannare il Comune. Così scrive il Giudice nella sentenza: “L’indennità di esproprio deve essere determinata in base al valore venale del bene, pari, nella specie, ad € 8,26 al mq. Tenuto conto del breve lasso di tempo intercorso tra il valore determinato dal Comune di Collepasso nel 2003 (€/mq 8,26) ed il 2010 (epoca del decreto di esproprio), applicando gli indici di rivalutazione monetaria, l’importo del prezzo unitario va stimato (con arrotondamento) in €/mq 10,00”. Chiaro, no?!?
Appare evidente che Menozzi abbia voluto dare informazioni fasulle ai cittadini, addebitando ad altri responsabilità che sembrano risalire più all’amministrazione di cui era vicesindaco, che ha agito in modo confuso e contraddittorio, applicando gli aumenti previsti dalla delib. C.C. n. 3 del 27.1.2003 solo in determinate circostanze e disapplicandoli in altre. Roba da Procura!!! Illuminante è a tal proposito una dichiarazione del Responsabile dell’Ufficio Tecnico arch. Montagna nel Consiglio comunale dell’11 agosto 2009, che riporto testualmente: “Il Comune di Collepasso nonostante la delibera di approvazione del PIP ampliamento non ha mai adeguato, non so se perché resisi conto che erano troppo onerosi o valutazioni comunque non precise, ha continuato a cedere le superfici in zona PIP al costo di 5,88 euro, quindi non a 8 euro come riportato nel PIP ampliamento… il costo del terreno (d’ora in avanti) è esattamente 5,70 euro, quindi 18 centesimi in meno rispetto a quello che si sta assegnando fino ad oggi”.
A quanto emerge dalle dichiarazioni del Dirigente, l’Amministrazione Perrone-Menozzi aveva aumentato il costo del terreno in zona industriale, ma di fatto non lo aveva applicato, con il “brillante” e postumo risultato, però, che quel prezzo è diventato parametro di valutazione della Corte di Appello di Lecce per dare oggi torto al Comune di Collepasso. Si rende conto Menozzi delle sue responsabilità o pensa di continuare, come nella favola del lupo e dell’agnello, ad “intorbidire le acque” per rendere credibili le sue mistificazioni e le sue intemperanze politiche e amministrative?!?
L’Amministrazione di Vito Perrone aveva riportato il prezzo del terreno della zona industriale ad un importo più vicino all’originario, ritenuto più equo dai Tecnici incaricati (gli stessi cui l’Amministrazione Perrone-Menozzi aveva affidato l’incarico nel 2003) e dagli Uffici, al fine di incentivare, in un periodo di crisi economica, gli investimenti produttivi nella zona industriale per tutte le aziende (e non solo per Italgest). Naturalmente, Menozzi non informa di questo i cittadini. Così come non dice che la sua Amministrazione in questi anni ha confermato, adeguandolo agli indici Istat, e assegnato alle aziende i lotti allo stesso “prezzo di cessione” fissato dall’Amministrazione di Vito Perrone (e non a quello fissato dall’Amministrazione Perrone-Menozzi). Come si evince chiaramente dall’ultima delibera di Giunta n. 155 del 16.9.2014 (solo quattro mesi fa!). Allo stesso prezzo egli ha fissato anche il “valore venale” di quei terreni “ai fini Imu”, in ultimo con delib. G.C. n. 79 del 29.5.2014, contraddicendo quanto da lui sostenuto quando era all’opposizione.
Insomma, Menozzi vuole “la moglie ubriaca e la botte piena”… dice e contraddice… parla in un modo e poi opera in un altro… confonde pro domo sua “capre e cavoli”… agisce da “sindaco-apprendista stregone” senza logica e coerenza… non ha dignità di sindaco né se ne assume le responsabilità… opera come un qualsiasi e volgare agit-prop della peggiore e squallida politica…
Da quanto sinora esposto emergono chiaramente la complessità e persino la contraddittorietà di una vicenda che meriterebbe di essere valutata serenamente e seriamente nell’esclusivo interesse del Comune. Lo capirà Menozzi e saprà comportarsi da amministratore responsabile o continuerà a fare il sindaco agit-prop?!?
Chiudo riportando alcune significative “perle” degli allora consiglieri di opposizione nel corso del Consiglio del 10-11 agosto 2009 e in quello del 23.4.2008, in cui fu approvato il progetto Italgest.
Nelle dichiarazioni a verbale della delib. C.C. 13 del 23.4.2008, il consigliere Salvatore Perrone affermava: “Sono entusiasta di questo bellissimo progetto di energia alternativa che riguarda il fotovoltaico… sono favorevolissimo al nuovo progetto e ai pannelli fotovoltaici” e, di rimando, Luigi Felline sosteneva: “La mia dichiarazione è che finalmente c’è un vero impianto di energia alternativa proveniente da fonti rinnovabili, quindi con l’entusiasmo che effettivamente questo progetto dovrebbe portare, il mio voto sarà favorevole”. Nel Consiglio dell’11 agosto 2009 Felline poi dichiarava: “La diminuzione (del prezzo) dei terreni, ottima; il fatto degli espropri, ottimo; il fatto di evitare frazionamenti, ottimo”!!! Se lo diceva lui!!!
Interessante, però, è anche riportare alcune repliche piccate del Responsabile dell’Ufficio Tecnico arch. Montagna verso il consigliere Menozzi, che ripetutamente lo attaccava e interveniva nel Consiglio dell’11 agosto 2009: “Lei sta facendo grande confusione di atti… Non faccia confusione perché poi crea confusione anche a me… Lei mi ha dato del falso ieri sera, consigliere… Io non faccio politica, sono un tecnico e dò risposte tecniche, però se devo essere insultato del falso o del bugiardo io non rispondo più”… Non avevamo dubbi che Menozzi facesse e faccia solo “confusione”!!!
Nella sua disperata smania elettoralistica, che lo ha contraddistinto sin dal suo insediamento a sindaco con il 34% dei voti, Menozzi “le usa tutte” per tentare di recuperare lo scarso consenso ottenuto nel maggio 2011, ridottosi enormemente dopo il passaggio all’opposizione del consigliere più suffragato della sua lista e dopo quattro anni di fallimentare gestione amministrativa. Non so se oggi egli rappresenti un quarto o meno dei cittadini collepassesi. Certamente egli è un sindaco da tempo “dimezzato”, anzi “quadrimezzato”, e la stragrande maggioranza dei cittadini è insoddisfatta di lui e della sua amministrazione. Una persona intelligente avrebbe usato le “armi” della vera politica (dialogo, confronto, collaborazione) per amministrare il Comune. Egli, invece, ha usato ed usa le armi che gli sono più congeniali: lo scontro, la menzogna, la vendetta, l’ipocrisia, l’elettoralismo sfrenato e inconcludente, anche di fronte a problematiche complesse, serie e delicate. Gli ricordiamo, per inciso, che l’amministrazione Perrone-Menozzi lasciò nel 2006 un debito di un milione e mezzo di euro nei confronti della ditta “Bianco Igiene”, che l’amministrazione di Vito Perrone affrontò con responsabilità ed equilibrio, invece di scatenare azioni ritorsive nei confronti dei precedenti amministratori, considerato che il debito era conseguenza di loro atti omissivi. Lo stesso “storico” contenzioso debitorio con l’avv. Indraccolo ha origine nelle amministrazioni di cui Menozzi è stato ripetutamente assessore. E potrei continuare…
Già il fatto che un sindaco “quadrimezzato” abbia deciso di “informare” – meglio, “disinformare” – i cittadini di una sentenza a lui nota da due mesi e mezzo la dice lunga sull’imbarazzo che persino un simile soggetto deve aver provato prima di distribuire un volantino puramente elettoralistico, stampato a spese del Comune. Nemmeno l’attuale assessore allo Sviluppo economico ha osato pubblicare sul suo sito semidefunto (non lo sa che il Pdl è “morto e sepolto”?!?) la notizia e il comunicato del suo amato sindaco, sempre pronto a coprire i suoi noti e ripetuti “misfatti” amministrativi.
Come spesso è accaduto in questi anni, il “sindaco quadrimezzato” utilizza il Comune per finalità personali e politiche. Non solo distoglie i Vigili dai loro compiti per farsi accompagnare in macchina a spese del Comune e “impernacchiarsi” persino in atti dolorosi e personali quali le condoglianze (su questa circostanza ritornerò a breve), ma, tra i suoi tanti “misfatti”, continua ad utilizzare la carta intestata e le risorse del Comune per volantini che hanno ben poco di istituzionale.
Menozzi, capisco la tua disperazione di “sindaco quadrimezzato”, ma un po’ si serietà non guasterebbe per dare un minimo di dignità ad un importante incarico istituzionale che sempre più indegnamente rivesti!!!
Le elezioni amministrative del 2016 sono, comunque, vicine e speriamo di dimenticare presto “a ‘cci mani simu ccappati…” in questi tristi e bui anni!!!
Chie è senza peccato scagli la prima pietra….
che pollo il Menozzi :D!!!!!!!!
Menozzi……Menozzi che fai sei come cima bue fai una cosa e ne sbagli due.Pinocchio…..Pinocchio.