L’ex assessore Francesco Ria sulla demolizione del settecentesco portale della masseria Grande: “Un ulteriore colpo alla nostra esile memoria”

28 Ottobre 2015 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Martedì 21 ottobre, inizia la demolizione delle colonne...

Martedì 21 ottobre, inizia la demolizione delle colonne…

In una mail inviatami dagli Stati Uniti, dove lavora, Francesco Ria, giovane assessore nell’Amministrazione di Vito Perrone dal giugno 2006 all’ottobre 2008, mi scrive: “Ciao Pantaleo, leggere della Masseria Grande mi ha scosso non poco. Mi sono permesso di scriverti una lettera, che ti allego. Pubblicala se la ritieni interessante. Oppure conservala per te. Come preferisci. Ma è stato veramente un brutto colpo per me. Quando si vive lontani spesso si identificano le proprie radici con qualcosa di concreto: un luogo, un profumo, un sapore. E chiunque tocchi i miei luoghi tocca un po’ anche i miei valori”.
Di seguito, pubblico integralmente la bella ed istruttiva riflessione di Francesco, che ringrazio. (p.g.)

Mercoledì 21 ottobre, proseguono i lavori di demolizione

Mercoledì 21 ottobre, proseguono i lavori di demolizione

Caro Pantaleo, come ti dissi in un triste giorno davanti ad una birra: secondo me tu vuoi troppo bene al nostro paese. E lo dico con tutta l’amarezza di un amante tradito.
Come non poter ricordare in questo momento quanto accaduto un decennio fa. Quando venne raso al suolo il vecchio cimitero. Ringrazio i miei insegnanti delle scuole elementari e medie che mi portarono a visitarlo, nonostante fosse nella più totale incuria. E ancora ricordo tombe monumentali, piccoli capolavori di pietra leccese e carparo. Ma se andiamo a chiedere a un quindicenne di oggi, cosa ricorderebbe del vecchio cimitero? Distruggere un’opera d’arte vuol dire distruggere la memoria. E la storia. E il legame tra le generazioni. E il senso di appartenenza. E il senso di avere ancora storie da raccontare.
Sai, qui negli Stati Uniti le persone si fermano meravigliate ad ascoltare i miei racconti sulla vita nei campi. Sulla nascita di Collepasso. Sulle leggende dei turchi e sulla collina dalla quale si possono respirare i due mari. Qui, dove l’edificio più vecchio ha 150 anni e viene conservato come fosse una reliquia, non riescono a concepire una memoria più antica di un secolo. E quando racconto che il mosaico di Otranto è stato terminato nel 1165, mi guardano come se fossi un marziano. Come se quasi un millennio fa l’uomo non potesse esistere su questa Terra. E mi portano a vedere musei finti dove ci sono le copie delle copie dei nostri monumenti e delle opere d’arte rinascimentali. E in ogni paese di 4mila anime c’e’ un museo che racconta come il centro sia nato a fine ‘800 da semplice stazione ferroviaria e poi si sia espanso. E ci sono i cimeli degli sceriffi, dei pompieri locali e di qualche squadra di baseball di quarta serie. E le scuole portano ogni anno gli alunni ad incontrare la loro semplice storia. Ho visto non so quanti musei del filo spinato. Pantaleo, nu sta scherzo! Hanno costruito delle storie sul diverso modo di intrecciare il filo spinato e su come questo appartenesse a diverse fazioni. Un po’ come i merli guelfi e ghibellini dei nostri castelli. Immagina come conserverebbero le nostre case se potessero prendersene cura.
La piccola esperienza amministrativa che abbiamo in parte condiviso, mi ha insegnato come chi governa debba prendere scelte non sempre semplici. Come sia facile contestare dall’opposizione e sia difficile gestire un Comune con sempre meno fondi e sempre più difficoltà. Io non voglio attaccare “partiticamente” nessuno a Collepasso. Sinceramente, mi mancano nulla i pettegolezzi e i pregiudizi di piazza. Come al solito, le mie parole saranno condivise da chi mi è amico e respinte da coloro ai quali non sono simpatico. Sinceramente ho di meglio a cui pensare che ai soliti quattro opinion leader frustrati che da sempre giocano a parlare male di chiunque solo per non trovarsi a fare i conti con loro stessi. Ma, vedi, credo che ci siano valori sui quali non si possa discutere. Ci sono delle responsabilità alle quali nessuno si può sottrarre. Ci sono dei doveri che superano appartenenze e interessi e divisioni.
Cavolo! Non si può migliorare un paese perché mancano le risorse: ma almenu nu facimu dannu!

Giovedì 22 ottobre: completata l'opera di demolizione...

Giovedì 22 ottobre: completata l’opera di demolizione…

Mi si verrà a dire che il portale della Masseria Grande sarà spostato di qualche metro, ma è il concetto che è assolutamente tragico. Non può un giovanotto rubare il posto ad un anziano sull’autobus. Si deve rispetto all’anziano. La Masseria è lì da secoli e chi l’ha deturpata è un ingrato (chiedete a don Celestino chi sono gli ingrati! Ricordo bellissime omelie sull’argomento). E un maleducato. Come il bambino che non cede il posto alla donna in stato interessante.
Ma le colpe sono da condividere anche con i tanti che si impegneranno nelle prossime elezioni amministrative cercando di portare un “vento nuovo” a Collepasso e tutte le altre belle cose che scriverete sui manifesti. Immagino la prossima campagna elettorale sarà combattuta più su facebook che nelle case. Va bene, seguite pure le supercazzole renziane. Ma perché non avete sbarrato la strada a chi voleva demolire il portale? Perché non manifestare FISICAMENTE il proprio disagio davanti a questo scempio? Se non altro per lasciare una testimonianza di una Collepasso non complice, veramente diversa.
Pantaleo, io sono rimasto della mia opinione: seguire chi si vuole contrastare sul proprio terreno non è una buona strategia. Avete le capacità e gli strumenti per proporre terreni diversi di confronto, sui quali gli altri non hanno l’intelligenza politica per poter competere. Fatelo.
Quanto a chi ha avallato questo ulteriore colpo alla nostra esile memoria, non mi resta che ringraziarlo. Forse sta davvero contribuendo a costruire una storia diversa. Forse Collepasso sarà ricordato come unico paese d’Italia che ogni dieci anni demolisce un pezzo di se stesso. Una sorta di autocannibalismo. Una umiliazione del pensiero e dell’anima per chi, come me, ancora la notte sogna di correre con i pantaloncini corti in mezzo alle scrasce e di respirare gli stessi profumi di mio nonno.

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Francesco Ria

https://www.youtube.com/watch?v=CZbrkEadLu4


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Pantaleo Gianfreda