“Good bye, arch. Montagna!”… vittima di se stesso e di scelte miopi e clientelari dei sindaci Vito Perrone e Paolo Menozzi

17 Ottobre 2016 Off Di Pantaleo Gianfreda
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MunicipioDa oggi, lunedì 17 ottobre, il Dirigente dell’Ufficio Tecnico Comunale non è più in servizio. La sua stanza è momentaneamente vuota. Definitivamente libera, però, da quell’insopportabile (o piacevole, per alcuni) puzzo di sigaro, con cui il Dirigente ammorbava, violando il divieto di fumo in uffici pubblici, l’ambiente di un’intera ala del pianterreno municipale. Un’ala tutta per sé, “pretesa” da un tecnico notoriamente un po’ megalomane. Una richiesta stravagante e ridondante, in linea con il personaggio, cui l’Amministrazione Menozzi si era piegata, facendo “sloggiare” altri importanti uffici e spendendo fior di quattrini per sistemazione e arredo.

F. Montagna

F. Montagna

Con delibera G.C. n. 118 del 7.10.2016 (leggi) è stata concesso, infatti, al dipendente arch. Fernando Montagna, che ne aveva fatto richiesta, “il collocamento in aspettativa senza assegni per un anno” (dal 17.10.2016 al 16.10.2017), per “ricongiungimento al coniuge lavoratore all’estero”.

Al suo posto subentra l’ing. Renato Del Piano, Dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Alliste, con cui il Comune di Collepasso ha stabilito una convenzione per l’utilizzo del tecnico per due giorni la settimana.

Nel “limbo” da mesi, da tempo pesantemente attaccato dalle opposizioni e non più difeso dalla maggioranza, l’arch. Montagna decide di “gettare la spugna” e di “rifugiarsi” in “una casetta piccolina in Canada”…

Il suo abbandono (“fuga”, per alcuni), la rinuncia ad un posto pubblico inseguito da anni e l’“esilio” in Canada pongono alcuni interrogativi, ma rappresentano indubbiamente il penoso e prevedibile epilogo di una vicenda un po’ kafkiana e di un rapporto di lavoro con lo “stigma” incancellabile del suo “peccato originale”. Un posto di lavoro che per il soggetto, sempre “abbagliato” da esteriorità ed apparenze, oggi si rivela una “mela avvelenata”, frutto dell’albero di una politica miope e clientelare di Vito Perrone e, poi, di una politica, oltre che miope e clientelare, anche subalterna ed arrendevole di Paolo Menozzi.

A suo tempo, quale vicesindaco e assessore all’Urbanistica, espressi profonde riserve sull’assunzione, soprattutto definitiva, dell’arch. Montagna. In ripetuti e riservati colloqui motivai a Vito Perrone la mia contrarietà, presagendogli anche quello che sarebbe successo. Non volle ascoltarmi (non è stata l’unica volta), violando anche altri impegni. Accettai la decisione a malincuore (“Tu sei il sindaco – gli dissi – e ti assumi le responsabilità della scelta”), ma, al contempo, mi resi disponibile a collaborare lealmente.

E’ giunto, però, il tempo di rendere pubbliche quelle mie posizioni, che rimasero riservate e non ebbero all’epoca un’eco pubblica. Solo perché, a differenza di tanti miei malevoli “compagni di viaggio”, non ero abituato a riferire le cose interne dell’Amministrazione ai malevoli consiglieri di opposizione.

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Il tempo è galantuomo e conferma, seppure a posteriori, la fondatezza di quelle mie valutazioni. Ritenevo il soggetto improponibile da un punto di vista politico. Inadeguato da un punto di vista amministrativo. Sconsigliabile per alcune caratteristiche personali. Mi si contrapponevano motivazioni puramente risibili e opache (“è un paesano”, “ha bisogno di lavorare”, ecc.). Persino politiche (“è di centrosinistra”, “può rafforzare l’Amministrazione”, ecc.), come se queste fossero titolo per un’assunzione pubblica e non fossero anche note certe “volatilità” e ambiguità politiche del personaggio! Non ho mai giudicato le professionalità da un punto di vista politico. Non lo feci quando proposi a Sindaco e Giunta l’assunzione dell’ottima arch. Francesca Pisanò né quando proposi la permanenza dell’ing. Claudio Conversano come progettista del P.U.G., che, seppur di centrodestra, dava garanzie di serietà e professionalità.

Candfdato sindaco nel 2002

Candfdato sindaco nel 2002

L’arch. Montagna era stato esponente di partiti e candidato in varie elezioni amministrative (consigliere nel 1992, non riconfermato nel 1994) e nel 2002 persino candidato sindaco (perdente) in una lista “milazziana”, in cui erano presenti, “tutti insieme appassionatamente”, Vito Perrone, Massimo Sabato (proprio quei due che oggi – vedi sotto – “si ululano” reciprocamente accese accuse di “beota” ed altro…), Rocco Leo ed altri.

i due "beoti" nel Consiglio comunale del 30.6.2016

I “beoti” nel Consiglio comunale del 30.6.2016

Già questo elemento, accompagnato dal particolare carattere del soggetto, non poteva garantire doverosa neutralità e trasparenza. Naturalmente, altri fattori rafforzavano le mie perplessità. Ad esempio, quella sua esibizionista ed invasiva tendenza ad accreditarsi come riferimento di personaggi politici regionali o provinciali – in particolare, “la Loredana” (Capone), oggi, guarda caso!, “riferimento politico” di Vito Perrone -,  e quell’antica e incorreggibile concezione clientelare nel rapporto con i politici e con il potere.

Vorrei, tra l’altro, ricordare che, quando vinse il concorso di Tecnico comunale (fine 2010), l’arch. Montagna si classificò solo secondo nel punteggio complessivo delle prove scritte e orale, nonostante un “contesto ambientale” favorevole e dopo che per quasi tre anni aveva diretto l’Ufficio Tecnico con incarichi provvisori. Nelle prove d’esami aveva conseguito solo 78 punti rispetto agli 83 della prima (poi divenuta seconda) classificata. Poté essere dichiarato vincitore di concorso solo grazie ai maggiori “punti per titoli”, acquisiti in particolare proprio per i ripetuti e lunghi incarichi avuti nel Comune di Collepasso. Così come non va dimenticata la “spontanea” rinuncia dell’ing. Leonardo Liviello, funzionario della Provincia, che aveva chiesto, avendone diritto, di essere assunto come Dirigente U.T.C. del Comune di Collepasso tramite procedura di mobilità.

Estratto Determina 22.12.2010 "Approvazione atti concorsuali e graduatoria finale di merito"

Estratto Determina 22.12.2010 “Approvazione atti concorsuali e graduatoria finale di merito”

La responsabilità (o, se volete, i “meriti”) dell’assunzione dell’arch. Montagna ricade esclusivamente sull’ex sindaco Vito Perrone. E’ penoso constatare come questo soggetto cinico e inaffidabile abbia cercato, in tempi recenti, di “tuonare” contro il tecnico da lui voluto, nel maldestro tentativo di oscurare le sue responsabilità. L’ambiguità del Perrone è apparsa più evidente, in un momento in cui più mi ero esposto dopo la mia richiesta di provvedimenti disciplinari e la denuncia all’A.N.A.C. di Cantone su sospetti e discutibili provvedimenti e azioni del Dirigente U.T.C. (leggi), nella “brillante” decisione di candidare a sindaco l’ex assessore ai LL.PP. Tonino Gianfreda (cugino dell’arch. Montagna e da sempre suo sostenitore), “a garanzia” di interessi all’apparenza conflittuali. Come dire… “uno schiaffo con una mano e con l’altra una carezza”!

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Il noto e devastante “licantropo politico”, che ha avuto lo “storico” merito di consegnare il Comune al centrodestra per ben due volte (2011 e 2016) e di distruggere il centrosinistra per le sue ambizioni e mire personali, avrebbe dovuto già da tempo trarre le conseguenze di questo drammatico errore (come di tanti altri) e riconoscere lealmente (ma la “lealtà” è un valore che non gli appartiene), come ha fatto qualcun altro, che i miei inascoltati consigli avevano piena fondatezza.

All’epoca, da assessore all’Urbanistica, cercai di esercitare con correttezza, decisione e costanza il mio dovere di indirizzo e controllo sull’Ufficio Tecnico. Sotto il mio assessorato, il tecnico, pur manifestando alcune volte una certa “indisciplinatezza”, non diede adito ad eccessivi problemi. Anzi, devo riconoscere che, doverosamente controllato e indirizzato, lavorò proficuamente con me in tante serie e innovative proposte progettuali e in quelle circostanze fu generoso ed encomiabile. Mi facevo rispettare e lo rispettavo. Bloccavo le sue naturali prevaricazioni con richiami talora energici. Lo riportavo nell’alveo delle sue competenze puramente tecniche, troncando sul nascere le sue velleità di ruoli politici.

I problemi veri sono nati con la vittoria di Menozzi nel maggio 2011 e l’evidente inadeguatezza della nuova amministrazione ad esercitare il doveroso ruolo di controllo e di indirizzo sull’Ufficio Tecnico. Fu facile per il tecnico “prevaricare” con tali personaggi. Al punto che appariva chiaro a tutti che era lui il vero “motore” e detentore delle scelte di Menozzi, esercitando di fatto un potere invasivo e senza controllo.

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In tanti si sono chiesti in questi ultimi anni se il sindaco fosse Menozzi o Montagna. Quello di diventare sindaco è un “sogno” che Fernando non ha mai riposto nel cassetto. Potrei raccontare qualche aneddoto in proposito. Non a caso chiedeva appoggi a destra e a manca per ottenere la mobilità presso qualche altro ente pubblico. Eppure, era riuscito, sia pure surrettiziamente, a realizzare quel “sogno” con l’amico Menozzi, cui lo legano vincoli familiari e antichi sodalizi politici, che ben volentieri scaricava su di lui tante responsabilità decisionali. I due hanno rappresentato in questi anni “due facce della stessa medaglia”, il “Giano bifronte” di un’unica “diarchia”. Solo che Fernando non ha voluto mai prendere atto, nonostante l’avessi ripetutamente messo in guardia, di “fare il gioco” del più furbo ed abile Paolo… tant’è che oggi Menozzi “trionfa”, grazie anche ai “servigi” e alle “trame” di Montagna, e questi “va in esilio”… di fatto “rottamato” come inservibile e impresentabile. Che “brutta bestia” la politica!

Al tecnico comunale è stata fatale, poi, la propensione a contrapporsi politicamente e apertamente (anche con iniziative dissennate) a chi – giustamente o ingiustamente – lo criticava pubblicamente… sino a presentare querele “a destra e a manca” (ne sono stato anch’io “onorato” destinatario), senza rendersi conto che il suo ruolo di funzionario pubblico doveva consigliargli maggiore cautela e prudenza e che la sua pubblica ed eccessiva sovraesposizione lo rendeva di fatto un “soggetto politico”, per cui un “avversario” talora da combattere con le armi proprie o improprie della politica. Voleva essere ed esercitare funzioni di tecnico, amministratore, politico, sindaco, “regista” poco occulto di trame politiche, protagonista della politica collepassese (patetico il suo presenzialismo in pubbliche inaugurazioni), senza capire che il ruolo di un dipendente pubblico è “altro” rispetto al politico e all’amministratore… e si ritrova oggi in “una casetta piccolina in Canada”!

canadaL’arch. Montagna lascia dietro di sé macerie politiche, amministrative e persino personali. “Chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Ma gli auguro ugualmente “requie” e soddisfacente collocazione in quel rilassante e bel Paese nordamericano… ma anche di avere il tempo di riflettere su quest’amara vicenda. Con l’invito a lui e alla famiglia di non accreditarsi come “vittime” né di scaricare pateticamente e pubblicamente su altri cattiverie e responsabilità per un epilogo così amaro!

Good bye, arch. Montagna… vittima di se stesso, ma anche di scelte miopi e clientelari dei sindaci Vito Perrone e Paolo Menozzi!

Pantaleo Gianfreda


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