“Per Collepasso”: un intervento di Rosalba Malerba, di origine collepassese, residente fuori Regione

2 Giugno 2016 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento inviato da una nostra concittadina, Rosalba Malerba, da 35 anni residente in altra Regione.

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Con questo sono 35 anni che manco da Collepasso, ma Collepasso non è mai mancato da me.

Tutte le volte che devo dare le mie generalità: Rosa Alba Malerba, nata a …Collepasso in provincia di Lecce,   Collepasso c’è.

Rosa Alba perché quando il mio papà si presentò a dichiarare la mia nascita, avrebbe voluto chiamarmi Rosalba, come la protagonista del  film “La fanciulla di Pompei” che aveva visto al Cinema.

Don Salvatore Miggiano sentendo quel nome non volle sentir ragione – no! non si può. Non c’è Santa Rosalba. La chiameremo Rosa Alba e Pierina, perché è nata il giorno di San Pietro.

Io per tutti sono sempre stata Rosalba e sono  Pietra.

Per 24 anni ho VISSUTO a Collepasso,  per quasi un decennio di studi ho frequentato Lecce; la mia vita affettiva e comunitaria si è svolta in questo piccolo paese salentino che ho amato molto, a cui avrei voluto dare molto di più.

Le vicende della vita mi hanno portata a dover allungare le distanze tra me e la mia gente per poter  continuare a VIVERE e poter lavorare.

Il Salento mi manca ancora tanto. Mi manca la sua luce i suoi colori, mi manca il cielo e l’orizzonte.

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Non mi mancano i pettegolezzi, il sussurrare alle spalle, l’ipocrisia di finte solidarietà, di finti consigli, le curiosità morbose della sua gente.

Non amo le chiacchiere, i pettegolezzi non li cerco,  non li ascolto, non mi interessano, come non mi interessano neppure le persone pettegole.

Per me  esistono  solo i fatti. I fatti sono storie, sono persone che hanno facce, nomi e cognomi, sono le emozioni che trasmettono.

Avevo solo 11 anni quando ho imparato mio malgrado  a dover riconoscere le chiacchiere, le maldicenze, le curiosità e aggrapparmi a sentimenti più autentici, educativi e protettivi che, insieme a tanta buona lettura, hanno contribuito nel tempo a formare una solida resilienza.

Riconoscere le chiacchere dai fatti non è facile. Ma io ho avuto una buona maestra. Quando c’era un avvenimento, ed era sulla bocca di tutti, la Tetta Moretti prendeva la sua bicicletta, si recava sul posto, parlava con i diretti interessati, analizzava i fatti e solo allora si permetteva di riferire. Lei riferiva i fatti, poi insieme si commentava anche, ma sempre partendo dai fatti.

Alcuni  candidati a sindaco e consigliere li ho conosciuti perché don Celestino ci aveva “raccolto” nel “Gruppo”. Io personalmente non volevo più far parte dell’Azione Cattolica, nel e con il Gruppo sono cresciuta. Insieme si studiava, si ragionava, si mangiava, si giocava e si pregava. Eravamo una comunità attiva. Don Celestino è stato per noi un grande maestro.

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Oggi a quasi 59 di anni, una bella  famiglia, un lavoro che mi gratifica professionalmente vivo in una grande città del  Nord, ma cerco ti tenermi informata sulle vicende del mio paese di origine.

Lavoro nel Centro Educazione Ambientale  del Comune di Genova dove la  Sala delle attività didattico culturali,  è dedicata  a Renata Fonte. Si! proprio quella grande e coraggiosa nostra donna salentina a cui hanno tolto la vita perché da consigliere comunale di Nardò si  opponeva alla speculazione edilizia di Porto Selvaggio. Oggi Parco Naturale.

Non so se nella mia vita riuscirò più a tornare a vivere a Collepasso. Non è stato possibile farlo prima e ora non so se arriverà mai almeno il tempo della pensione, che mi possa permettere di farlo poi.

Il mio sogno è sempre stato quello di dare il mio contributo per una Collepasso bella da vivere e ospitale.

Per mille ragioni non posso farlo “in loco”, ma metto volentieri a disposizione di chiunque ne sappia trarne vantaggio, la mia pluridecennale esperienza, sia professionale di Assistente Sociale, che umana.

Una comunità moderna, solidale, innovativa, come auspicato da  Pantaleo Gianfreda si deve fondare sulla legalità.

Legalità e diritti bisogna conquistarli giorno per giorno ovunque siamo e mettendoci faccia, corpo, mente,  cuore, nome e cognome.  E non esistono  zone franche o posti  più facili e belli da vivere. Il  posto migliore è dove viviamo, solo se anche noi lo rendiamo migliore.

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Fossi in Pantaleo chiederei a tutti gli altri candidati  sindaco e consiglieri che hanno a cuore il futuro di Collepasso e dei suoi figli,  che hanno lavorato alacremente nelle scorse amministrazioni, che si riconoscono un po’ nella mia storia, di  sostenere come semplici cittadini il programma che serve per lo sviluppo migliore di Collepasso.

Il voto è uno strumento potentissimo per dare forza alle idee e per partecipare attivamente alla costruzione del nostro benessere; ed è segreto per questo, proprio per tutelare la nostra libertà di scelta; nessuno ci regala niente e niente è gratuito. Sta a noi decidere se il prezzo è la partecipazione o la sottomissione.

L’alternativa è l’impegno a realizzare  una opposizione che sia solo costruttiva, non sterile e fine a se stessa.

Buon lavoro a tutte/i.

Rosalba

 


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