Puglia, guida al reddito di dignità da 600 euro al mese: a chi spetta e come si ottiene

4 Marzo 2016 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Michele Emiliano,  Presidente della Regione Puglia

Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia

Prima di giugno sarà difficile intascare il reddito di dignità. Dopo l’approvazione da parte del consiglio regionale della legge che istituisce Red, adesso la giunta Emiliano “entro sessanta giorni” deve scrivere il regolamento per stabilire, innanzi tutto, le “modalità di erogazione”. Passato il mese di aprile, sarà possibile mettere in moto la macchina politico-burocratica che dovrà essere allestita per il “contrasto alle povertà “.
I beneficiari. Già dal primo anno di applicazione delle legge si calcola di aiutare 60mila dei 320mila bisognosi che vivono in Puglia, dove il tasso di povertà assoluta è dell’8 per cento. Possono percepire il Red tutti quelli che risiedono “da almeno dodici mesi” nel Tacco d’Italia. Compresi gli stranieri. “Nell’arco dei cinque anni (la durata dalla decima legislatura, ndr) si stima di poter raggiungere la totalità della popolazione indigente” spiegano a lungomare Nazario Sauro. I richiedenti dovranno avere un reddito (Isee) familiare che non superi i 3mila euro. Per ciascun nucleo familiare è ammissibile una sola domanda di accesso al beneficio economico.
Le domande. Saranno consegnate ai Comuni di residenza. Potranno essere compilate on line o con l’aiuto, gratuito, di patronati e centri di assistenza fiscale (Caf).
Gli elenchi. Gli stessi uffici comunali pubblicheranno la graduatoria dei richiedenti e il catalogo dei tirocini formativi proposti da amministrazioni pubbliche, associazioni, enti del Terzo settore, parrocchie, imprese. Sempre i municipi d’intesa con la guardia di finanza e le altre forze di polizia, verificheranno a campione che le autocertificazioni non siano false.
Il patto. Perché possa essere riscosso il Red, dovrà essere sottoscritto un “patto per l’inserimento lavorativo”. L’agevolazione potrà essere revocata nel caso in cui, per esempio, il destinatario dell’aiuto non farà frequentare la scuola ai figli. Sarà sospesa per un’assenza ingiustificata “dal luogo del tirocinio superiore a tre giorni” o per un’assunzione a tempo determinato “inferiore a sei mesi”. Una “equipe multiprofessionale” d’intesa con il servizio sociale del Comune e il centro per l’impiego, assegnerà all’intestatario del Red uno dei tirocini formativi disponibili. Si prevedono “incentivi” ai datori di lavoro che si impegnano a stipulare contratti con chi è “in condizione di fragilità”.
I compensi. L’ammontare mensile del Red è pari a 600 euro per una famiglia di cinque persone. I single potranno percepire 210 euro. “Le prestazioni economiche non sono cumulabili con altri trattamenti di sostegno al reddito, compresi gli ammortizzatori sociali e i trattamenti previdenziali “. La durata del “contributo monetario” è di dodici mesi. Il beneficiato potrà rientrare nel giro “dopo un periodo di sospensione “, destinato a essere definito con il regolamento che l’esecutivo deve predisporre ad aprile.
I finanziamenti. Tra fondi europei e nazionali, si stabilisce di spendere 70 milioni di euro ogni anno, per cinque anni. Totale: 350 milioni. Nel Friuli Venezia Giulia, che ha il “reddito di cittadinanza” dal 2015, l’investimento non va oltre i 10 milioni di euro all’anno per tre anni.
I controlli. Il monitoraggio del Red sarà affidato al “tavolo di partenariato socioeconomico”, cui partecipano le organizzazioni sindacali, quelle datoriali, il Forum del terzo settore, rappresentanti dei Comuni e della Regione. Alla fine del primo anno, la giunta presenterà al consiglio regionale una relazione per “evidenziare le eventuali criticità e rendicontare l’impiego delle risorse”.

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Fonte: Lello Parise, bari.repubblica,it, 3 marzo 2016


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Pantaleo Gianfreda