Puglia, la Regione vara il reddito di dignità: fino a 600 euro al mese. Emiliano: “Siamo i primi in Italia”

2 Marzo 2016 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Michele Emiliano,  Presidente della Regione Puglia

Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia

Il consiglio regionale della Puglia ha approvato a maggioranza, con 30 voti favore e nove contrari, il disegno di legge in materia di reddito di dignità, contenente misure di contrasto alla povertà e in favore dell’inclusione sociale volute dalla giunta del governatore pd Michele Emiliano. Contro hanno votato le opposizioni di centrodestra (Fi e CoR), mentre in aggiunta alla maggioranza di centrosinistra ha votato a favore anche Area Popolare. Non erano presenti al voto i consiglieri del Movimento 5 Stelle, che per protesta, dopo che l’Ufficio di presidenza non aveva ammesso i loro emendamenti, hanno abbandonato gli scranni seguendo la fine dei lavori tra il pubblico.
Potranno accedere al Reddito di dignità regionale tutte le persone e le famiglie residenti in Puglia da almeno 12 mesi che abbiano un reddito Isee familiare non superiore a 3mila euro: una soglia che potrà essere elevata in presenza di ulteriori disponibilità finanziarie. Possono accedervi anche i cittadini comunitari o stranieri che possano dimostrare di avere la propria residenza, ovvero il luogo in cui hanno la dimora abituale in Puglia da almeno 12 mesi. In prima applicazione il ReD prevede fino a un massimo di 600 euro al mese per una platea stimata in 20mila famiglie, corrispondenti a circa 60mila pugliesi, ogni anno.
Nell’arco di cinque anni si prevede di raggiungere la totalità della popolazione pugliese che oggi si trova sotto la soglia di povertà. La Regione ha previsto un impegno finanziario iniziale di 70 milioni (5 dal bilancio autonomo e i restanti tra Fondo sociale europeo e diversi fondi statali). “Oggi si conclude un percorso con un indubitabile successo della Puglia, un successo che rivendico come presidente della Regione”, ha commentato Emiliano. “Si chiama ReD, reddito di dignità, perché la dignità degli uomini è l’unico scopo che possiamo perseguire in quest’aula. Lo scopo del gioco è la tutela della dignità di coloro che stanno fuori da quest’aula”.
“Siamo i primi a realizzare in Italia un sistema presente da decenni in tutta Europa. E quando si arriva a fare qualcosa degna di un Paese europeo – ha proseguito Emiliano – dobbiamo essere contenti e non scadere nelle piccole polemiche del quotidiano. Siamo i primi a fare un gesto di amore per il prossimo, trasformato in una vera e propria legge regionale che non è assistenza ma riscatto”.

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Fonte: bari.repubblica.it, 1.3.2016


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Pantaleo Gianfreda