Quando il calcio diventa barbarie: considerazioni su una selvaggia aggressione in un campo “non sportivo”

8 Ottobre 2016 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Un momento dell'aggressione

Un momento dell’aggressione: si intravedono la protuberanza del legno per colpire e la sagoma degli occhiali che “volano”. A destra, il presidente del Cutrofiano tenta di fermare l’aggressore

Nazionale, Pellè escluso: non aveva stretto la mano a Ventura”, titolano ieri ed oggi i giornali sportivi (e non solo). Pellé è stato escluso dalla formazione che incontra domani la Macedonia. L’attaccante ha pagato per il comportamento “irrispettoso e inaccettabile” tenuto al momento della sostituzione durante la gara con la Spagna, quando non ha accettato il saluto del C.T.  Giampiero Ventura. Decisioni ineccepibile quella di Ventura. Unanime il coro di condanna per il gesto di Pellé. All’apparenza non grave. Ma nel calcio (e nello sport in genere) contano molto quelli che sembrano “piccoli”, ma fondamentali, gesti. Che richiamano al rispetto di imprescindibili principi sportivi di lealtà, civiltà, buona educazione, rispetto e legalità.

Ecco… sarebbe bastato il rispetto iniziale di certe regole “minimali” per evitare, nel pomeriggio di giovedì 6 ottobre, incresciosi e deleteri “spettacoli” sul campo “non” sportivo di Cutrofiano, dove si è svolto l’incontro di Coppa Puglia con la Stella del Colle (un incontro – tra parentesi – vinto meritatamente per 4-0 dal Cutrofiano, che quest’anno ha organizzato una forte compagine che punta alla promozione in Prima – glielo auguriamo! -, contro una svogliata Stella, che in Prima c’è già e che, per la verità, non ha mai dimostrato alcun reale interesse per la Coppa Puglia)… sarebbe bastato che un giovane calciatore di Collepasso, in forza nel Cutrofiano, offrisse doverosamente la mano prima dell’incontro – come di norma si deve fare e come tutti i suoi compagni avevano fatto – anche al presidente della squadra ospite (come aveva fatto con gli altri dirigenti e giocatori), invece di “saltare” platealmente e provocatoriamente il doveroso saluto e compiere un “gestaccio”… sarebbe bastato un doveroso e semplice gesto di sia pur rituale cortesia per evitare di innescare un perverso meccanismo di “reazioni a catena”, seguito ad un gesto “irrispettoso e inaccettabile”, inammissibile su un campo di calcio. Un gesto che avrebbe dovuto consigliare allenatore e dirigenti della società a sostituire subito quel calciatore (… ma nel calcio non sempre si ha la “ventura” di avere un Ventura!) per evitare che dilagasse l’ordalìa innescata, culminata, quasi a fine partita, con la violenta aggressione e l’intermezzo di epiteti sgradevoli e inverecondi, ingiurie, calunnie e persino plateali gesti di volgarità provenienti da ben individuati giocatori in campo verso la mia persona, presidente della squadra ospite.

Le due squadre prima dell'incontro

Le due squadre prima dell’incontro

Le due squadre prima dell'incontro. Sopra il Cutrofiano, sotto la Stella

La Stella ed il suo presidente non potevano mai immaginare il verificarsi di episodi incredibili ed antisportivi, l’esplodere irrazionale di ingiustificabili e inammissibili sentimenti (meglio, “risentimenti”) che, a quanto pare, albergavano nell’animo di due ex giocatori collepassesi della Stella, oggi nel Cutrofiano… giovanotti, che, benché ripetutamente invitati, hanno preferito la “polvere” di quel campo al sintetico di Collepasso, altre “patrie” alla propria, altre “bandiere” a quella del proprio paese. Ognuno, naturalmente, è libero di fare quel che più gli aggrada, ma “covare” rancori e risentimenti infondati, invece di affrontare un dialogo e un chiarimento, è proprio da persone che hanno paura di confrontarsi in modo diretto e civile e preferiscono fare i “gradassi” con la “copertura esterna” delle proprie tifoserie, alla mercé di istinti irrazionali e poco nobili.

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Si dice che gli “ex” (in ogni settore) siano sempre i “peggiori”, i più imprevedibili e pericolosi… chi poteva, però, mai immaginare una così vergognosa degenerazione?!?

Mi vergogno per loro, mi vergogno per me stesso (trascinato dalle ripetute offese in odiosi “botta e risposta”), mi vergogno per il calcio, mi vergogno per lo stesso aggressore, mi vergogno, in nome della società di cui sono presidente e dell’altra che non ha dato “segni di vita”, per tutto quello che è successo.

Provo “misericordia” per un ragazzotto 23enne timido e riservato, educato e civile nella vita ordinaria…  “esploso”, però, imprevedibilmente ed irrazionalmente su un terreno di calcio, di fronte ad un pubblico sedicente “amico”, come se si trattasse di una “sfida all’O.K. Corral”… forse perché “scaricato” dall’Aradeo, dove militava lo scorso anno, neopromosso in Promozione (lo farebbe pensare un subitaneo, astioso e volgare commento sulla sua pagina facebook)… forse perché “istigato” da altri ben più “scafati” sedicenti “amici”… forse perché, ragazzo introverso, ha sedimentato risentimenti ignoti e incomprensibili che avrebbero potuto essere tranquillamente “disinnescati” se avesse avuto amici veri (e, tra parentesi, anche un fratello più giudizioso)… un ragazzotto, privato anzitempo dell’affetto paterno, che tutti abbiamo cercato di amare ed aiutare, nel ricordo anche di un padre amato da tutti, civile ed educato, che da lassù avrà certamente provato anche lui vergogna. Non basta esprimere rimpianti e affetti su facebook verso un ottimo padre, ragazzo mio! Occorre saperlo onorare, come merita, quel padre, seguendone, prima di tutto, l’esempio. Ed è quello che, nonostante le cattiverie che mi hai indirizzato, io ti auguro… seguine l’esempio… perché sono convinto che, nonostante tutto e nonostante gli inqualificabili comportamenti di quel maledetto giorno, tu sia un bravo ragazzo!

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Provo “misericordia” anche per un bomber al “canto del cigno”, che sta chiudendo malamente la sua già apprezzata carriera calcistica… ebbro di risentimenti e animosità (per quali motivi?!?) verso la sua ex squadra, da cui è stato sempre ben trattato e persino, a differenza dell’altro, ben remunerato.

Esprimo, al contempo, considerazione e stima per l’unico ex giocatore collepassese della Stella, che non ha voluto accodarsi alle inqualificabili “scenate” ed ha “salvato”, con il suo comportamento corretto, l’onore e i principi dello sport e del calcio. Un piccolo ma significativo esempio da cui ripartire!

L'aggressore rientrato in campo subito dopo l'inconsulto "raid"

L’aggressore rientrato in campo subito dopo l’inconsulto “raid”

Mi auguro che non si ripetano mai più scene di barbarie, come quelle cui abbiamo dovuto assistere giovedì scorso sul campo sportivo di Cutrofiano… un campo “poco sportivo”, in cui non erano garantite nemmeno le pur minime misure di sicurezza, che avrebbero certamente evitato ad un dirigente locale di abbandonare il terreno di gioco, dove sedeva in panchina, “attraversare” la rete di sicurezza tramite una porta “aperta”, raggiungere indisturbato le tribune degli ospiti e aggredire il presidente della squadra ospite, dopo essersi persino procurato un nodoso mmargiale nella contigua pinetina dell’area del campo. Un episodio di barbarie, per cui ho atteso sinora invano le scuse della dirigenza del Cutrofiano. Io, intanto, ho dovuto girare per quasi due giorni tra ospedali e medici, sballottolato qua e là dalla nostra ”efficiente” organizzazione sanitaria locale.

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Avevo il dovere di esprimere queste mie considerazioni, anche per evitare cicalecci indegni, con la speranza che certi episodi non si ripetano mai più su nessun campo sportivo e che nel calcio alberghino sempre e solo sentimenti di lealtà, rispetto, civiltà, buona educazione, sana competizione e vera sportività!

Pantaleo Gianfreda

 


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