11 settembre 2016: a 15 anni da quel tragico attacco terroristico alle Torri Gemelle di New York
11 Settembre 2016“Papà, è scoppiata la terza guerra mondiale!!!”… non dimenticherò mai il grido di mio figlio Andrea in quel drammatico martedì 11 settembre 2001.
Andrea, già appassionato di informatica, era al computer, connesso ad internet, e ci “gridò” la notizia, sconvolto e pieno di paura… accorsi subito a leggere sul lentissimo internet di allora, improvvisamente “impazzito” per i numerosi accessi, le drammatiche notizie di quanto stava accadendo a New York… gli attacchi terroristici di Al Qaeda alle Torri Gemelle e al Pentagono, le migliaia di vittime, le conseguenze catastrofiche di quel dramma vissuto momento per momento da tutto il mondo…
“Un attacco terroristico senza precedenti, che sembra una vera e propria dichiarazione di guerra, ha colpito oggi gli Stati Uniti”, scrisse quel giorno l’edizione on line di repubblica.it. Non una “dichiarazione di guerra” convenzionale, come eravamo abituati a leggere sino a quel momento sui libri di storia, ma, di fatto, l’inizio della “terza guerra mondiale”, che ancora oggi continua.
Andrea, pur nel terrore e nel riemergere di paure ancestrali e adolescenziali, aveva visto giusto.
Lo ripete spesso oggi anche Papa Francesco, quando sostiene che “siamo entrati nella Terza guerra mondiale, solo che si combatte a pezzetti, a capitoli” o quando denuncia l’efferatezza delle guerre non convenzionali e che sia stato raggiunto “un livello di crudeltà spaventosa”, di cui spesso sono vittime civili inermi, donne e bambini, o quando afferma che “la guerra è una follia, il suo piano di sviluppo è la distruzione: volersi sviluppare mediante la distruzione!”.
O quando il Papa punta il dito contro i “fabbricanti di armi”. Come il 24 marzo scorso, dopo la strage di Bruxelles, quando, nel corso della Settimana santa, si recò a lavare i piedi a 12 profughi del C.A.R.A. (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) di Castelnuovo di Porto: “Tre giorni fa un gesto di guerra di distruzione in una città dell’Europa, gente che non vuol vivere in pace. Ma dietro di quel gesto c’erano altri, come dietro Giuda c’erano quelli che gli hanno dato denaro. Dietro quel gesto i fabbricanti di armi che vogliono non la pace, ma la guerra, non la fratellanza ma l’odio. Poveri quelli che comprano le armi contro la pace”. Aggiungendo, contrapponendo il gesto terroristico di Bruxelles al gesto di fratellanza di quella messa, nella quale uomini e donne di diverse religioni si riconoscevano “fratelli” ed esprimevano la volontà di “vivere in pace”: “Qui tutti noi stiamo facendo il gesto della fratellanza e tutti noi diciamo: ‘siamo diversi, ma siamo fratelli e vogliamo vivere in pace’”.
Anche nel ricordo della giornata odierna ci siano di insegnamento l’appello e la lezione di Francesco, unico e autorevole leader mondiale in grado di indicare a tutti la via della fratellanza e della pace per salvare l’umanità.
Quel terribile 11 settembre 2001, per certi versi “culmine” e per altri “inizio” di un periodo drammatico e tuttora pregno di pericoli per l’umanità, come le stragi continue che si perpetuano ogni giorno nei tanti focolai di guerra del mondo devono farci riflettere sull’attualità delle parole di Francesco e sull’”ineluttabilità” della fratellanza e della pace.
A New York, nel luglio 2008, dov’ero in delegazione con imprese e amministratori salentini, mi sembrò doveroso, in una mattinata libera da impegni istituzionali, andare a rendere omaggio a quel luogo emblematico della drammatica storia dell’uomo moderno, agli albori del Terzo Millennio.
… ma l’11 settembre ricorda anche un’altra drammatica data… quella dell’11 settembre 1973, data del golpe militare cileno, dell’eroica morte (imbracciando il fucile contro i golpisti) del presidente socialista, democraticamente eletto, Salvador Allende, e dell’inizio della feroce e sanguinaria dittatura fascista di Pinochet… ricordo nitidamente che quel giorno appresi la notizia in un tea room di Munsingen (Berna), dove ero per lavoro estivo da studente universitario… con rammarico ricordo, però, che un altro papa (“l’ultimo grande papa medievale”, oggi, purtroppo, elevato agli onori degli altari), nella sua visita pastorale in Cile nell’aprile 1987, diede indirettamente il suo avallo a quella sanguinaria dittatura affacciandosi con Pinochet dal balcone del Palazzo presidenziale della Moneda della capitale cilena… qualcuno, a posteriori, ha parlato di “grande inganno di Pinochet ai danni di Giovanni Paolo II”, ma non risulta che quel papa, pur ricordato per la sua indubitabile grandezza, abbia mai chiesto scusa al popolo cileno…
I vecchi e nuovi 11 settembre dovrebbero insegnarci, al di là di limiti ed errori individuali o collettivi, che senza il prioritario e “integrale” rispetto per l’uomo e la sua vita l’umanità non riuscirà a sopravvivere…