“Colpo di scena” (o boutade?!?) nell’interminabile telenovela della villetta abusiva di Sant’Anna… “non è mia… è mia madre che deve pagare…”
10 Agosto 2016“Alt, fermi tutti! La casa non è mia. E’ di mia madre, cui è stata donata dal defunto mio padre! Io e mia sorella non c’entriamo niente con la pratica edilizia riguardante la sanatoria degli abusi. E’ lei l’unica erede! E’ lei l’unica responsabile! E’ lei che deve pagare!”…
… povera madre, incolpevole e innocente “vittima sacrificale” di losche manovre e artifici “filiali”!
Si tinge di “giallo” l’infinita telenovela, che dura ormai da 11 anni, della nota villa abusiva di Sant’Anna. Siamo di fronte all’ennesima e sconcertante “trovata” dell’ex sindaco, che in quella casa ci abita da anni, per guadagnare altro tempo e, soprattutto, tentare di evitare la decadenza da consigliere comunale.
Risale al luglio 2005, negli “ultimi giorni di Pompei” dell’allora sindaco, la richiesta di Permesso a Costruire “locali ad uso deposito attrezzi agricolo con annessa abitazione rurale” da parte del genitore “pensionato bracciante”, autocertificatosi, invece, “imprenditore agricolo a titolo principale” per aggirare la legge e non pagare gli oneri connessi. L’anomala operazione viene, però, scoperta e bloccata. Anche perché, invece dei locali ad uso agricolo, viene costruita una villa per civile abitazione con relativi abusi edilizi. Nel dicembre 2010 il padre muore e la pratica si blocca. Nell’ottobre 2012, i tre eredi (madre, figlia e figlio) presentano istanza per il rilascio del Permesso di Costruire in sanatoria. Poi ricorrono al TAR. Dopo la sentenza il Comune approva, il 18 giugno 2015, una nuova istanza di Permesso di Costruire in sanatoria, subordinandone l’efficacia e il rilascio ad alcuni adempimenti da effettuare entro sei mesi, tra cui il versamento “dell’oblazione pari a € 38.663,46” (leggi).
I sei mesi volano via. I tre eredi non presentano alcun ricorso al TAR, che avrebbe potuto sospendere il provvedimento, non presentano la documentazione richiesta, non pagano l’oblazione né fanno richiesta di rateizzazione. Per cui, di fatto, il Permesso decade. Non decadono, però, l’abuso edilizio e il debito verso il Comune, ben acclarati e definiti.
Invece di farsi irretire in querelles infinite e senza fondamento, l’Amministrazione avrebbe dovuto essere conseguente, poiché “il mancato ritiro del Permesso di Costruire”, come è riportato nell’atto, “equivale alla rinuncia dello stesso, e trattandosi di opere realizzate abusivamente, si configura come autodenuncia con applicazione di quanto disposto dall’art. 31 del DPR n. 380/2001 e s.m.i.” (leggi art. 31).
L’abusivo, intanto, si candida a sindaco nelle recenti Amministrative con una “lista-panzer”, pensando di “asfaltare” le liste concorrenti e risolvere i suoi problemi con il Comune. Non viene eletto sindaco, ma diventa consigliere, caratterizzandosi subito per un’opposizione e per attacchi violenti e sguaiati, che hanno solo lo scopo di intimidire l’Amministrazione, rafforzare la poco edificante immagine “di chi può permettersi tutto”, tutelare i suoi interessi, precostituirsi un’aureola da vittima nel caso il Consiglio dovesse dichiarare, come già avrebbe dovuto fare, la sua decadenza. “Fa senso” ascoltare da un simile individuo lezioni di legalità e trasparenza… come immaginare la “Bocca di rosa”, cantata da De André, “magistra virginitatis”…
Il soggetto non può fare il consigliere comunale, in quanto incompatibile, dati i rapporti di interesse diretto per “lite” e debito consolidato con il Comune per la vicenda della casa abusiva. Poiché il rischio di decadenza è sempre in agguato, che fa l’abusivo per tentare di evitarla?!? A fine giugno invia una lettera al Comune per comunicare – incredibile, ma vero! – di non avere niente a che fare con la casa abusiva (sebbene vi abiti da anni) e con la pratica edilizia in sanatoria, in quanto – scrive – la costruzione è stata donata alla madre con atto (che sarà reso noto a settembre) redatto dal padre prima di morire…
(banali osservazioni: … ma se dell’esistenza del presunto atto si viene a conoscenza solo ora, si presume che fosse e sia ancora segreto e ignoto il contenuto, dal momento che è depositato presso un notaio, che dovrebbe renderlo pubblico a settembre… se ancora, pertanto, deve essere aperto, come fa il “consigliere abusivo” a conoscerne il contenuto?!? … qui “gatta ci cova” … salvo che il fantasma del padre sia apparso a qualcuno per rivelare la “novità”, indicare il luogo dell’”acchiatura” e… togliere il figlio dall’impiccio e dall’impaccio!).
Naturalmente, la comunicazione non ha alcun valore né può influenzare il procedimento già chiuso con l’accoglimento dell’istanza di Permesso di Costruire del giugno 2015. Oltretutto, per anni il soggetto ha asserito e assentito di essere tra gli eredi, presentato richieste di sanatoria, intessuto sulla questione una copiosa e “barricadera” corrispondenza con l’Amministrazione. Ora, improvvisamente, dichiara di non avere nulla a che fare con quella proprietà, che, guarda caso!, inizialmente era stata acquistata proprio da lui (e poi strumentalmente “ceduta” al padre per far presentare a suo nome il Permesso di Costruire).
Ha dichiarato il falso prima o adesso?!? In un modo o nell’altro il Comune potrebbe denunciarlo per falso.
La verità è che un’Amministrazione tentennante e timorosa sembra incapace di intraprendere le doverose iniziative di legge. Il Consiglio comunale, in primis, avrebbe già dovuto dichiarare l’incompatibilità del soggetto a rivestire la carica di consigliere.
Quello che sfugge, infatti, ai tanti “legulei” che sull’argomento si sono reciprocamente scambiate nel primo Consiglio postelettorale accuse di ignoranza … (“deliziose” le motivazioni di un eccelso e mutante “tributarista”, mutatosi in roboante e grossolano “avvocato d’ufficio” dell’abusivo, con cui, tra l’altro, è in causa per diffamazione… ma, a quanto pare, è “scoppiata la pace” tra i due!) …, è che il debito del soggetto nei confronti del Comune è certo e consolidato, non avendo mai – né egli né la madre né la sorella – presentato ricorso al TAR né avanzato richiesta di rateizzazione dei 38.663,46 euro dovuti. Il procedimento riguardante il Permesso di Costruzione in sanatoria è ormai, come si dice in gergo, “cristallizzato”. Ivi compreso il debito. Non ci può essere spazio per ulteriori valutazioni, tanto meno di fronte a dichiarazioni stravaganti e di parte, che tentino maldestramente di minarne l’efficacia, considerato che al momento del rilascio del Permesso tutti e tre gli eredi erano legittimamente titolati e l’eventuale nuova “rivelazione” non può avere effetto retroattivo.
L’Amministrazione ha il dovere di porre termine a questa interminabile buffonata, di procedere ai sensi dell’art. 31 DPR 380/2001 e portare in Consiglio anche la decadenza del “consigliere abusivo”, avendo questi un debito “liquido ed esigibile” verso il Comune.
Quello, però, che più sconcerta è che l’altra opposizione consiliare – soprattutto il “tributarista”, tornato all’”attrazione fatale” (proprio come nel 2005!) verso il contiguo, omonimo e urlante/ululante “tribuno” – sembra andare a rimorchio del “consigliere abusivo” e coprirne le invereconde manovre, invece di condurre una seria battaglia di legalità, moralità e trasparenza. L’”alfa” dei sinistri “licantropi” della politica collepassese preferisce “fare casino” e accordarsi/accodarsi al branco di certa sguaiata, interessata ed amorale opposizione di destra per coprire le sue pesanti responsabilità nell’aver realizzato lo straordinario “miracolo” di aver fatto vincere un sindaco e un’Amministrazione di destra uscenti, fallimentari e dannosi per il paese… e, in più, annientato il centrosinistra… oggi scomparso dai radar del paese e, a livello amministrativo, ridottosi a “ruota di scorta” della destra più becera! … ma forse i due devastanti Perrone, ridondanti di prepotenti arroganze e tracotanti borie – all’apparenza così diversi… eppur così simili -, rappresentano le due agghiaccianti facce della stessa medaglia: il peggio della destra e della sinistra collepassesi!!! Di fronte a tali scadenti personaggi politici persino un “nano” politico come Menozzi diventa un “gigante”… e vince!
Sta di fatto che il paese sembra tornato indietro di cento anni, agli inizi del secolo scorso, quando le due destre dei Viva e dei Costa, ambedue aggressive e a tratti violente e in perenne conflitto tra loro, egemonizzavano pesantemente la politica collepassese sia dalla maggioranza che dall’opposizione. Proprio come oggi!
“La storia – scriveva un noto filosofo dell’’800 – si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa” … ma a Collepasso “farsa e tragedia” coincidono e si ripetono insieme: la “farsa” delle due destre che, ieri come oggi, monopolizzano maggioranza e opposizione portando il paese verso il baratro; la “tragedia” di una sinistra (o pseudo sinistra) “licantropica” e talebana, “disabilitata” persino dagli elettori a dare una speranza a un paese senza futuro.
Pantaleo Gianfreda
Escusemì, bitte scen, noi volevon savuar per pagare, chi deve pagare, per dover pagare…
Siamo con te Salvatore, se tua madre è colpevole, deve pagare !