“Corri dottore, corri!”. Il collepassese Massimo De Prezzo, medico sociale della Fidelis Andria

24 Gennaio 2016 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Il dott. De Prezzo (a destra) con il presidente barese Gianluca Paparesta, nello splendido scenario dello stadio San Nicola, “l’astronave”, progettato da Renzo Piano per i Mondiali 1990

Il dott. De Prezzo (a destra) con il presidente barese Gianluca Paparesta, nello splendido scenario dello stadio San Nicola, “l’astronave”, progettato da Renzo Piano per i Mondiali 1990

E’ in corso di gioco, domenica 29 novembre 2009, l’incontro di calcio in Lega Pro 2^ divisione, Noicattaro-Monopoli, il derby del sudest barese, quando il difensore locale Carlo Sassarini, 38 anni, ex calciatore del Bari in serie A, subisce un forte scontro con un avversario, ma, dopo aver ripreso a giocare, crolla al suolo e perde conoscenza: crisi tonico-clonica.
Il medico dalla panchina accorre come un razzo, insieme al fisioterapista, e con manovre appropriate di pronto soccorso sblocca il tutto molto velocemente; poi controlla il calciatore nelle ore seguenti, in ospedale per gli esami clinici, e così Sassarini può tornare a casa dalla sua famiglia, con la prognosi di 12 giorni di riposo.
Non c’è che dire, proprio un fausto esordio come medico sociale nel calcio che conta per il dottor Massimo De Prezzo (classe 1961), di origine collepassese, medico di Riabilitazione Cardiologica presso il “Mater Dei Hospital” di Bari e consulente del Centro di Medicina dello Sport del capoluogo pugliese.
Negli anni successivi il dottor De Prezzo ha poi svolto l’incarico di medico sociale presso il Barletta in Prima Divisione, il Bari in serie B e da due anni presta le sue preziose cure alla Fidelis Andria in Lega Pro (ormai prossima alla ridenominazione di Serie C).
Visionando vari siti internet e la piattaforma youtube, si può pienamente apprezzare il valore del lavoro svolto da Massimo De Prezzo presso queste blasonate Società: ovunque, da parte di dirigenti, calciatori e tifosi, è un florilegio di entusiastici ricordi, per passione e professionalità, lasciati nelle diverse piazze del calcio di Puglia, in cui ha operato.
Sicuramente il più esaltante periodo, che ha tracciato anche in Massimo un profondo segno, è stato quello trascorso a Bari; e non può essere diversamente. Pensate un po’, c’è anche un film distribuito addirittura nelle sale cinematografiche, che tratta di quell’incredibile vicenda; e il dottor De Prezzo la visse inter(n)amente “fino al collo”. “Una meravigliosa storia fallimentare”, pluripremiato, del regista Mario Bucci, racconta l’eccezionale cavalcata della Bari (al femminile), ormai fallita, senza un soldo persino per l’acqua minerale, diciassettesima in classifica e con lo stadio San Nicola praticamente deserto. Sappiamo tutti come andò a finire: il gruppo dei calciatori, i tifosi e l’intera città si ricompattarono, reagendo orgogliosamente ai tanti anni di delusione, e la squadra biancorossa sfiorò addirittura la promozione in Serie A, fino a raggiungere la cifra di oltre sessantamila spettatori nei play-off.
Il giorno di Capodanno ho intercettato Massimo nei pressi della casa paterna, dove, purtroppo, per i numerosi impegni torna sempre meno frequentemente e solo per poche ore.
Chi è addentro alle cose del calcio professionistico conosce benissimo quant’è pesante seguire da medico sociale una squadra, nel lungo e faticoso ritiro precampionato ed altri prepartita, negli intensi allenamenti e nelle lontane trasferte domenicali (che da qualche tempo possono essere anche serali, infrasettimanali, anticipate o posticipate), a prendersi cura degli atleti in uno sport considerato uno dei più traumatici.
Per questo, il carissimo dottore può concedermi appena un quarto d’ora, in strada, mentre sono atteso per il pranzo in casa di miei parenti là vicino.
Lui, invece, ha già mangiato qualcosa in compagnia di mamma Rita (il padre, Pippi, è recentemente scomparso) e, con l’auto dal bagagliaio pieno di faldoni dei suoi ragazzi (li chiama proprio così), sta ripartendo per Andria, dove la squadra si allena anche durante le festività.
In Municipio il fratello Giovanni, poco più grande di età, funzionario dell’anagrafe, di fede milanista, è orgogliosissimo di Massimo e mi ha già prestato, prendendola con attenzione da un fascicoletto che custodisce gelosamente, la foto qui a corredo.
Arrivederci e buon anno – gli auguro, salutandoci.
“Corri dottore, corri”*, anche a Capodanno la “Fidelis Andria 1928” ha bisogno di te!

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Giuseppe Lagna
giuseppelagna@gmail.com

* L’espressione “Corri dottore, corri” è il titolo della biografia di Giuseppe Palaia, storico medico sociale del Lecce, scritta da Beppe Longo, ed. I libri di Icaro, Lecce, 2011

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Pantaleo Gianfreda