Mezzo secolo fa la scomparsa di Giovanni De Simone, indimenticato calciatore della Stella del Colle
3 Maggio 2016Albeggiava appena il mitico Sessantotto lungo le strade ancora sterrate del paese, alla finestra delle maestre di taglio e cucito gli sguardi timidi delle discepole, i transistors diffondevano le note di “These boots are made for walking”, la canzone regina a “Bandiera Gialla” di Boncompagni.
Quella domenica il campo sportivo traboccava di spettatori, quando l’arbitro di Bari decretò con un lungo fischio il minuto di raccoglimento: nella cappa di silenzio, immediatamente un effluvio di lacrime e singhiozzi, irrefrenabili, chiaramente udibili quelli dei nostri calciatori, tutti a testa bassa.
All’inizio delle ostilità, due o tre passaggi di fila senza alcun ostacolo frapposto, uno a zero per il Parabita, già con il primato in tasca.
Ma quella sconfitta in casa, uno degli innumerevoli derby nella storia della Stella del Colle, è rimasta ormai da cinquant’anni nella memoria di chi la visse, per l’assenza in campo del mediano destro Giovanni De Simone, scomparso appena due ore prima, nella sua casa a poche decine di metri.
Come ogni lunedì mattina, al mercato, presso la bancarella del presidente Pippi Cezza, avevamo commentato con Giovanni la partita persa immeritatamente a Uggiano La Chiesa e nulla lasciava presagire la tragedia alle porte.
Il giorno dopo, martedì a mezzogiorno, ci fu la corsa verso l’ospedale di Scorrano per donare il sangue, di cui c’era urgente bisogno, e quelli di noi col gruppo compatibile si sottoposero immediatamente al prelievo.
Per tutta la settimana le notizie si rincorsero. Giovanni, si vociferava, stava peggiorando sempre più, finché domenica mattina andammo a trovarlo, ormai moribondo nella sua abitazione, dov’era stato, infine, trasportato.
Difficoltà di comunicazione dell’epoca non permisero il rinvio della partita, sicché una moltitudine, compreso chi poco interessato al pallone, si riversò intorno al terreno di gioco, gibboso e polveroso, con la rete di recinzione a paletti di legno.
Giorni dopo, qualcuno ebbe l’idea di apporre, sulla foto di quella formazione con il lutto sul petto, il volto del povero Giovanni in un tondo nel cielo, creando così una vera e propria icona del calcio collepassese.
E’ passato mezzo secolo, ma la morte del valente calciatore, gioviale diciassettenne, apprendista sarto di mestiere, è come se fosse avvenuta ieri.
Nel corso degli anni, qualche parente o compagno di squadra ha persino battezzato Giovanni il proprio neonato, sono stati organizzati in sua memoria diversi tornei, gli è stata intestata la sede del Centro Sportivo Italiano (CSI), iniziative civili e religiose sono previste per l’otto maggio, che cade come allora di domenica.
Ho rivisto la signora Maria, oggi novantaduenne, ospite in casa del genero Mario, che mi ha fornito cortesemente alcuni documenti.
La mamma di Giovanni mi ha accolto con un sorriso, capendo il motivo della visita, ma io ho lo stesso intravisto nei suoi occhi il velo di dolore, imperdibile, sino alla fine, per chi un giorno lontano ebbe a perdere parte di sé.
Giuseppe Lagna
Fonte: SETTIMANA SPORT Giornale sportivo di GENOVA.
SETTE DOMANDE A FULVIO NAVONE…….
1)Cos’è il calcio per te?
SONO NATO CON IL PALLONE IN MEZZO AI PIEDI.E’STATO IL MIO LAVORO E UNA GRANDE PASSIONE,UN’AMANTE SEGRETA.
2)La squadra più forte con cui hai giocato…
IL CASARANO,QUANDO ABBIAMO VINTO LA COPPA ITALIA DI SERIE C NEL LONTANO 1985/1986.
3)Il compagno a cui sei rimasto legato….
MARCO GUERRA CON IL QUALE LAVORO OGNI GIORNO.
4)L’allenatore che ti ha lasciato qualcosa di più…
LAMBERTO GIORGIS. HA ALLENATO LA SAMPDORIA E IL CASARANO NEGLI ANNI D’ORO.
5)A chi ti ispiravi come calciatore……….
MI PIACEVA MOLTO MARIO KEMPES,CAMPIONE ARGENTINO,AVEVO I CAPELLI LUNGHI COME I SUOI,IL SUO RUOLO E I SUOI MOVIMENTI.FACCIO IL TIFO PER MANCINI CHE E’UN MIO AMICO.
6)Il calcio dilettantistico……
SI ARRIVERA’ A GIOCARE SOLO PER PASSIONE,COME UNA VOLTA.
7)Il più grande rimpianto della tua carriera….
QUANDO DA PROFESSIONISTA DOVETTI SCEGLIERE FRA IL LIVORNO E L’EMPOLI…SCELSI IL LIVORNO E SBAGLIAI,PERCHE’L’EMPOLI ANDO’ IN SERIE B MENTRE IL LIVORNO FALLI’E MI RITROVAI A GIOCARE NEL CASARANO….
8)Fai una domanda e datti una risposta…….
NEL BEL MEZZO DI UN ALLENAMENTO DOMANDAI A UN RAGAZZO DI CIRCA DICIASSETTE ANNI DI ANDARE A PRENDERMI LA BORRACCIA DELL’ACQUA CHE AVEVO LASCIATO SUL CAMPO… AL RITORNO,VEDENDOLO SUDATO E AFFATICATO, GLI DISSI”DOMANI, DURANTE LA PARTITA,CORRERO’PER TE…..GRAZIE DI CUORE…..
Post scriptum
Quel Greco che tu citi era nientemeno che Pino GRECO, leccese allora nell’Ascoli in A, in seguito per una stagione in D direttore sportivo del Casarano, ti ricordi?
E il bello e divertente era pure, caro Dario, che alcuni venivano (e vengono ancora) designati, piu’ per la fede calcistica che per somiglianza fisicotecnica, con i nomi dell’idolo del tempo: ecco, quindi, Rivera, Suarez, addirittura due Spinosi (fratelli) e nientemeno tuo zio Magnusson, lo svedese un po’ brocco rifilato alla Juventus.
Storie amene dietro ad un pallone tanto metafora della vita che piu’ non si puo’.
E su tutto, purtroppo, la terribile sfortuna toccata al povero Giovanni, volato giovanissimo, caro agli dei, forse anch’essi tifosi della sfera di cuoio, pur abitanti in quella celeste.
Non ero ancora nato in quel giorno, ma con il trascorrere dei miei anni, ad oggi quasi cinquanta, la passione per il calcio vero è maturata vivendo le vicende del calcio di questi eroi che, nel torneo di calcio dedicato a “G. De Simone”, Imitavano le grandi squadre della nostra SERIE A:JUVENTUS,INTER, MILAN,FIORENTINA E STELLA DEL COLLE…”E LO STADIO ERA PIENO” Si ammirava il gesto tecnico del calciatore che l’indomani eri sicuro di poter trovare al bar… Si discuteva in piazza anche animatamente e questo poteva bastare…Vi garantisco che LE COPIE ERANO CERTAMENTE MEGLIO DEGLI ORIGINALI. Venne a giocare, in notturna con la “Juventus” un fenomeno di cognome “GRECO” che giocava nell’ASCOLI in serie A…..Fece vedere i SORCI VERDI a tutti gli avversari che gli capitavano si fronte. Quella partita, una delle prime in notturna la ricordo come se fosse IERI. GRAZIE A TUTTI I MIEI VERI EROI.
Giuseppe mi hai fatto commuovere e piangere.
Negli anni vissuti a Collepasso ne ho sentito solo parlare e visto qualche foto, ma non nego che nel leggere questo bellissimo articolo mi è venuta la pelle d’oca come se lo avessi conosciuto di persona…Ho guardato con attenzione la foto di quella squadra ed ho riconosciuto tutti ormai tutti ultrasessantenni e anche più…che dire…grazie Maestro Lagna per queste “chicche” di indelebile passato!!!
SEMPRE FORZA COLLEPASSO…
Tony Longo (Salento nel cuore)
Grazie Giuseppe per il bellissimo articolo . Il ricordo di mio cugino Giovanni è presente nella memoria di tutti quelli che lo hanno conosciuto ed anche di quelli che ne sentono solo parlare.
Ricordo quel giorno come fosse ieri!Una caro saluto ed un abbraccio a tutti i parenti!