Brevi considerazioni su un pubblico “incontro di boxe” tra due anziani cittadini

24 Luglio 2017 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Il “fattaccio” è accaduto una settimana fa. Dopo un funerale. Un pubblico “incontro di boxe” tra due anziani cittadini collepassesi: uno di 72 anni, l’altro un po’ più “giovane”. Tra l’altro, il defunto era parente dei due, legati tra loro anche da un “indissolubile vincolo” di “cognataggine”.

Tutti ne parlano, considerato che i due protagonisti sono ommini te chiazza, abbastanza conosciuti. Uno persino homme demi-pubblique (sindacalista, ex consigliere comunale, logorroico esponente politico “obbligato” da se stesso a “dire la sua” in ogni dove e circostanza, a proposito e a sproposito… “stendo un velo pietoso” sul resto!).

Il ring è il “quadrato” di piazzetta Regina Margherita, retrostante il Palazzo Municipale, scenario ideale di piacevoli incontri e disdicevoli scontri, dove i due cognati “se le sono date di santa ragione”.

Non si conosce la scintilla che ha dato “fuoco alle polveri”… talora ci si scorda che “l’uomo è polvere e polvere tornerà” (“memento, homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris…”). Le versioni sono contrastanti e non ci riguardano. Una cosa è certa: i due non si sono risparmiati nel far “mulinare” in alto, in basso e sui volti i pugni un po’ decrepiti, ma ancora pesanti e violenti, di acciaccati cassiusclayte casa noscia! Per fortuna, il luogo è molto frequentato e qualcuno, a rischio di “beccarsi” qualche pugno, è accorso immediatamente per dividere i due contendenti, dai cui volti grondava sangue.

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Non so se i due si siano denunciati o abbiano poi avuto – come mi auguro – il buon senso di riappacificarsi, chiedersi reciprocamente scusa e chiedere scusa a tutti per lo “spettacolo”.

Quello che mi sconcerta e mi spinge ad intervenire, però, sono alcune considerazioni.

Tutti parlano del “fattaccio”, ma nessuno esprime vergogna o condanna per il fatto in sé. Il fatto che due persone anziane, in aggiunta cognati, “se le siano date di santa ragione” in pubblico e siano diventate “pietra dello scandalo” e di vergogna per le loro famiglie e l’intera comunità non sfiora quasi nessuno. Come se la violenza fosse un fatto normale e non la manifestazione dei peggiori istinti umani. C’è chi giustifica l’uno e chi l’altro… come tifosi di una squadra di calcio… in questa nostra società perennemente divisa tra “guelfi e ghibellini”, “juventini e milanisti”, ecc., c’è chi dà ragione all’uno, chi all’altro… a prescindere… tutti si ergono ad improbabili giudici di un tribunale te chiazza… come se un atto di violenza non vada condannato in sé, soprattutto quando protagonisti sono due anziani, tra l’altro nonni, che dovrebbero avere buon senso ed essere di buon esempio per figli, nipoti e comunità. Ognuno può sbagliare, ma la violenza non ha mai alcuna giustificazione. Quello che emerge, invece, te li cunti te chiazza non è la cultura della civiltà, ma quella della tifoseria. Quella che offre cattivi esempi ai giovani. Forse gli stessi duellanti e “tifosi” saranno tra quelli che continuano a ripetere stancamente… “ahhh, i giovani di oggiai miei tempi c’era più rispetto, più educazione, più tutto…” … “… e i vecchi di oggi”, verrebbe da dire, “sono questi gli esempi che offrono alle giovani generazioni?!?”. Ci si lamenta dei “giovani di oggi” e non si vuol capire che i giovani non sono altro che il frutto e lo specchio delle generazioni che li hanno preceduti e dei principi e degli esempi che costoro hanno loro inculcato.

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Io personalmente mi vergogno per entrambi i “duellanti” e per l’intera comunità ed esprimo ferma condanna per quanto accaduto. Quando c’è violenza, nessuno ha ragione. I due farebbero bene a chiudersi in casa o in un convento a “fare penitenza”, riflettere e, prima di ritornare in un luogo pubblico, chiedere pubblicamente scusa, come pubblica è stata la loro deplorevole rissa.

Gli anziani dovrebbero dare buoni esempi (come fanno la stragrande maggioranza), non essere motivo di scandalo, soprattutto per i giovani. Perché la vecchiaia va “onorata” in sé e per rispetto verso le nuove generazioni e, come scriveva uno scrittore francese, “non onorare la vecchiaia è demolire la casa dove ci si deve addormentare la sera” … salvo che per taluni (pochi, per la verità) “più si diventa vecchi, più si amano le indecenze” (Virginia Woolf).

Pantaleo Gianfreda


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