Collepasso “indietro tutta” (5.979 abitanti, 99 morti e 30 nati), ma il 2000 diventa “maggiorenne” e compie 18 anni! Auguri, 2018!
31 Dicembre 2017Dopo 40 anni Collepasso “si stabilizza” sotto i 6.000 abitanti ed è ormai lontana dal “tetto massimo” dei 7.024 raggiunti nel 1998.
Secondo i dati dell’Ufficio Anagrafe, al 31 dicembre 2017 i residenti sono 5.979, con una differenza negativa di 87 abitanti rispetto al 2016, quando risultavano pari a 6.066. 99 i morti (37 maschi e 62 femmine: +14 rispetto al 2016) e 30 i nati (18 maschi e 12 femmine, uguali rispetto al 2016, ma in rapporto inverso). Solo 14 i matrimoni: 4 civili e 10 religiosi.
Per conoscere i dati completi, cliccare su movimento demografico 2017
Al di là di analisi e considerazioni, è in queste scarne e significative cifre l’impietosa “fotografia” di un paese che va “indietro tutta”… con “buona pace” di tutti!
Fenomeni e dati nazionali che rilevano diminuzione della popolazione, invecchiamento e fuga dei giovani sono maggiormente accentuati e amplificati nel nostro piccolo paese, che si affaccia al nuovo anno ancor meno giovane, più vecchio e più “desertico”.
Sarebbe opportuno che su questa impietosa, ma realistica e oggettiva, “fotografia” si apra una seria riflessione, prima che questo sfortunato (ma fortunato per altro verso) paese si avvii verso la definitiva deriva. I numeri e i dati statistici non si contestano, ma si interpretano e servono a fornire analisi per il presente e soluzioni per l’avvenire.
Personalmente non dispero circa il futuro del nostro paese, “maledetto” per la miopia e l’ignavia croniche delle sue classi dirigenti e di chi “tiene loro bordone”, ma “benedetto da Dio” e dalla natura per la sua posizione geografica lungo la “meridiana salentina” tra due “scintillanti” città come Gallipoli e Otranto che hanno portato (insieme ad altre) il Salento alla ribalta nazionale e internazionale, per i suoi talenti giovanili (molti già “volati”, ma altri ancora qui), per alcune significative aziende che “esportano” Collepasso nel mondo, per un certa vivacità associazionistica, per una latente “voglia” di risorgere e “volare” che qua e là si intravede… seppur le “ali” appaiono talora “tarpate” o appesantite da certa contagiosa ignavia – cioè, “mancanza di volontà e di forza spirituale” – che sembra essersi accentuata negli ultimi anni per una gestione “soporifera” e sonnolenta della Cosa pubblica, che impedisce al nostro paese di svegliarsi dal “grande sonno” e cogliere e valorizzare le tante, non colte, opportunità.
Con il nuovo anno, il terzo millennio diventa “maggiorenne”. Compie 18 anni. Auguri, 2018!
Il 2018 può essere l’anno della speranza, in cui potrebbe avviarsi un generale risveglio, nonostante una situazione confusa e nebulosa, processi e fenomeni contrastanti che si accavallano, si scontrano e si confrontano. Accanto ai tanti Trump e Trumpetti nazionali e internazionali splende il carisma di Papa Francesco (e di tanti uomini di buona volontà), vera guida morale e spirituale di un mondo che non si chiude ma si apre, che non odia ma ama, che non scaccia i più disperati e i poveri ma li accoglie, che non distrugge la Natura ma la rispetta, che, in definitiva, cerca l’armonia e la salvezza dell’Uomo all’interno di quel granello dell’Universo che è la Terra.
La “grande crisi” dei primi anni 2000, dopo la tremenda “batosta” economica e finanziaria del 2007 e degli anni seguenti, sembra in parte superata. Ci apriamo alla speranza. Tra i cittadini, scrivono i giornali, finalmente “cala il pessimismo”. Speriamo bene!
In questa splendida giornata di sole che ci accompagna all’abbraccio del 2018 sembra che la stessa Natura ci mandi un messaggio di luce e di speranza. Tocca a noi uomini e donne di questo piccolo mondo accogliere quella luce e costruire la speranza.
Benvenuto 2018. Auguri a tutti/e!
Pantaleo Gianfreda