Quel prolifico ed augurale pesco “te mesciu Angiulinu” nella storica piazzetta Regina Margherita

20 Agosto 2017 Off Di Pantaleo Gianfreda
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I frutti dell’albero di pesco di Angelo Calò

Quella piazzetta alle spalle del Palazzo Municipale e te la chiazza grande, è stata da sempre a Collepasso un piccolo “centro pulsante” di attività e di umanità varie.

Cappella dell’Immacolata, già dell’Addolorata

Parlo di piazzetta Regina Margherita, uno dei nuclei originari del vecchio abitato di Collepasso. Come testimonia la presenza di una Cappella costruita nel 1854 (la data è riportata sulla piccola lastra marmorea sovrastante l’ingresso), uno dei primi edifici religiosi di Collepasso. Stretta tra le abitazioni Calò e Scrimieri (anch’essa oggi dei Calò) e un po’ obliata, la Cappella ha avuto nel corso del tempo alterne vicende e destinazioni (per decenni e fino a metà del ‘900 è stata persino sede di una falegnameria). La Cappella era stata inizialmente dedicata alla Madonna Addolorata. Questo spiega la scritta sopra la porta di ingresso, che riporta in latino l’incipit delle “Lamentazioni” di Geremia: “Si vos transitis per viam, attendite et videte si est dolor sicut dolor meus” (“Se voi passate da questa via, fermatevi ed osservate se vi è un dolore come il mio”). Poi, a metà degli anni ’50 del secolo scorso, venne riscattata dall’allora parroco don Salvatore Miggiano e dedicata alla Madonna Immacolata di Lourdes.

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Le famiglie che abitano da sempre quella piazzetta sono sostanzialmente tre (Luceri, Calò, De Benedetto), ma diverse sono le attività commerciali che si svolgono da sempre in quella piazzetta.

I Luceri – ieri mesciu Totu e oggi il figlio mesciu Enzu – hanno lì anche la loro officina di riparazione e ricambi di bici e motocicli; da tempo immemore lu Ginu Francata – e il padre prima di lui – ha la sua bottega di frutta; e poi, nei nuovi locali costruiti negli anni ’70 dopo l’abbattimento te lu magazzinu te lu Danieli, diverse attività: lo studio fotografico di Francesca Costa e, accanto, la macelleria te lu Pizzarrisu, e poi altre e alterne attività commerciali, vari studi professionali e persino targhette di moribonde sedi di partito… senza dimenticare che lì, al “confine” con via Umberto I°, abitava Vittorio Fersini, personaggio indimenticabile e “patriarca” del ciclismo collepassese, e che nella prosecuzione di questa strada, “sorgente” dalla piazzetta, si sono sviluppate nel tempo altre attività.

Piazzetta Margherita si identificava un tempo, almeno per i più anziani, soprattutto ccu mesciu Totu Luceri e mesciu Angiulinu Calò. Erano loro i “motori” di quel lembo importante e centrale della vita sociale (e non solo) di Collepasso. Se notate, ancora oggi – in una tradizione che prosegue con naturalezza da decenni e decenni – stazionano in piedi o siedono ssu’ li pazzuli e chiacchierano nella frescura del piccolo spazio antistante l’officina amici vecchi e nuovi dei due mesci Luceri.

Il pesco di piazzetta Margherita

Mesciu Angiulinu Calò aveva il suo storico salone al pianterreno della sua abitazione, all’angolo con via F. Crispi. Poi, dopo aver curato per decenni barbe e capelli ed “educato” una nobile generazione di moderni coiffeurs (tra i quali i figli David, che esercita a Milano con l’high society, e Danilo, che non è da meno), si è pensionato ed ha consegnato il “testimone” della sua attività in loco al più piccolo dei tre figli, Danilo, che esercita, sempre in piazzetta Margherita, proprio di fronte al vecchio salone paterno, ma, work in progress, ha in programma di ristrutturare la vecchia abitazione Scrimieri, di recente acquistata, per trasferirvi e “rinnovellare” la sua attività, proprio accanto alla natìa magione.

Quella natìa magione che, all’angolo con via Crispi, il padre Angelo (“Angelo” in tutto), ha “abbellito” con una meraviglia della natura… un rigoglioso pesco!

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Una meraviglia che l’occhio distratto e un po’ assuefatto del casuale e anche dell’abituale passante non aveva ancora sufficientemente colto e valorizzato. In tutti i suoi significati. Dobbiamo ringraziare Giuseppe Lagna, che sul suo profilo facebook ha immortalato e segnalato quella meraviglia, posta nel centro abitato tra asfalto, auto e marciapiedi.

Tre-quattro anni fa, nella buca posta sul prospiciente marciapiede della sua abitazione, in cui vegetava già un piccolo roseto, Angiulinu aveva “buttato” alcuni nozzuli di pesche, che avevano dato vita ad alcune piantine, che man mano sfoltiva. Infine, ne aveva lasciato una sola, che “si è fatta grande” ed è “esplosa” quest’anno in tutta la sua vitalità, abbellita da quel roseto che vi coabita. L’abbondanza, anzi la “moltiplicazione”, di pesche prodotte quest’anno ha qualcosa di miracoloso, di lussureggiante, persino di “lussurioso”.

Altra foto del miracoloso albero di pesco

In questa estate salentina sommersa di vita e di turisti, assolata e piena di luce, e in un piccolo paese salentino che sembra, invece, incredibilmente al tramonto… quel pescheto, curato con amore da Angelo Calò in un’antica piazzetta del paese, mi è sembrato un “segno”, un miracolo, un augurio, un messaggio di fiducia per il futuro, un “peana” di vita. Per questo ho voluto “immortalare” quel pesco prolifico, frutto dell’amore di Angelo per la piazzetta, per i suoi figli e i suoi compaesani.

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Mi auguro che l’esempio di Angelo sia seguito da altri cittadini… potremo riempire di colori naturali, di fiori e di frutta il nostro (un po’ desolato) paese… che è pur sempre il “nostro” paese!

Grande, Angelo, e buona… “pesca”!

Pantaleo Gianfreda


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