Professore di Collepasso scagionato dopo accuse di insulti e offese

18 Maggio 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Giuseppe Diso

Dopo cinque anni, il professore Giuseppe Diso (di Collepasso), ha ottenuto la sua vittoria personale. Il tribunale di Lecce ha infatti emesso la sentenza dopo le accuse di offese e insulti da parte di due alunne dell’Istituto Tecnico Cezzi De Castro di Maglie, scagionando lo stesso prof. «Finalmente posso tornare a camminare a testa alta – le parole rilasciate dallo stesso insegnante ai microfono del Corriere della Sera – ho tenuto duro perché credo ancora profondamente nella funzione educativa della scuola». Ma facciamo chiarezza e riavvolgiamo il nastro al 2013, periodo in cui risalgono i fatti in questione. Il professore rifila un voto in pagella molto basso, un 2, a due ragazze che a suo avviso erano risultate fin troppo svogliate: «In quell’occasione sono stato giusto – racconta Diso – ma le ragazze, pur di provare a scoraggiare i miei voti, hanno raccontato alle famiglie e al dirigente scolastico che le avevo offese e insultate».

Una foto tratta da corriere.it, che ha pubblicato un articolo sul caso

Da lì inizia una serie di eventi, che porteranno il professore ad una battaglia personale conclusasi proprio in questi giorni. Il preside dell’epoca, Mauro Polimeno, indaga subito con altri alunni se le accuse delle due ragazze fossero fondate o meno, non trovando però riscontro. Nonostante la mancanza di prove, il dirigente scolastico opta lo stesso per la sospensione: «Per me è stato umiliante – dice il prof ricordando quel provvedimento -, accettare significava farmi neutralizzare. Da quel momento qualsiasi studente avrebbe potuto minacciare di denunciarmi se non gli avessi dato il voto desiderato». A quel punto il professore si rivolge ad un avvocato, e denuncia l’amministrazione scolastica. Ne sussegue quindi un processo, in cui vanno a testimoniare gli alunni dello stesso Diso, e che porta il prof a venire scagionato.

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Fonte: Davide Giancristofaro Alberti, ilsussidiario.net, 18 maggio 2018

Post scriptum:

sulla vicenda ha scritto anche il “Corriere della sera”, che ha pubblicato un articolo (vedi).


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