Scompare Gianni Giannoccolo, partigiano e protagonista delle lotte contadine dell’Arneo nell’immediato Dopoguerra

1 Ottobre 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Gianni Giannoccolo

È morto Gianni Giannoccolo, uno degli ultimi partigiani salentini e protagonista delle lotte contadine per l’occupazione delle terre dell’Arneo.

Il Direttivo del Circolo provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I.) ha diffuso il seguente comunicato:

“È venuto a mancare all’età di 96 anni Gianni Giannoccolo, originario di Martano, presidente onorario del nostro Circolo A.N.P.I., da anni residente a Correggio, in provincia di Reggio Emilia. Scompare uno degli ultimi partigiani combattenti salentini, volontario con le Brigate Garibaldi nell’ex Jugoslavia, dirigente del PCI nel dopoguerra e tra i leader delle lotte per la terra nell’Arneo, nonché sindaco di Veglie. Giannoccolo era uno studioso, con pubblicazioni sul significato della Resistenza e sui deportati militari italiani. L’ultima sua visita al nostro Circolo di Lecce ebbe luogo due anni fa per la presentazione del suo lavoro di ricerca “Gli eroi dimenticati – Gli internati militari italiani nei campi tedeschi 1943-1945”. Lascia la sua impronta di serietà e di valore partigiano e verrà ricordato a Martano e in tutto il Salento con giornate di studio”.

Giuseppe Lagna, che ha inviato il comunicato dell’A.N.P.I. provinciale, ricorda che grazie al sollecito interessamento di Gianni Giannoccolo e del presidente provinciale A.N.P.I. dell’epoca Salvatore Sicuro, a metà degli anni Ottanta il Comune di Collepasso fu insignito dell’Attestato di Socio onorario dell’A.N.P.I., firmato dal leggendario Arrigo Boldrini, per il contributo offerto alla Resistenza di alcuni suoi cittadini (P. Luceri, “Partigiani e antifascisti di Terra d’Otranto”, Giorgiani, 2012), e oggi affisso nell’ufficio del Sindaco in Municipio.   

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Dieci anni fa, nel novembre 2008, Gianni Giannoccolo presentò a Veglie, Comune in cui era stato sindaco dal 1956 al 1961, il suo libro “L’elogio della coerenza: tra Salento ed Emilia”. Ex dirigente sindacale e fondatore dell’Alleanza Contadini (poi Confcoltivatori e oggi C.I.A.), nel suo libro egli riporta una preziosa e rara testimonianza e ricostruzione della lotta partigiana, vissuta da protagonista, e poi, in qualità di dirigente politico e sindacale, delle lotte contadine del dopoguerra nella provincia di Lecce, con un approfondimento sulla nascita e sullo sviluppo dell’Alleanza dei Contadini, di cui è stato primo Presidente Provinciale a Lecce.

Non ho conosciuto personalmente Giannoccolo, ma è come se lo avessi conosciuto da sempre, considerato che di lui mi parlava spesso con ammirazione, stima e simpatia Mario Foscarini (deputato PCI, dirigente sindacale e contadino e poi sindaco di Gallipoli), suo compagno di lotte nell’occupazione del latifondo agrario dell’Arneo e mio maestro politico nel periodo in cui a fine anni ’70 ho lavorato con lui nell’Alleanza provinciale dei Contadini (poi Confcoltivatori).

Nel maggio 2013, nella natìa Martano, Giannoccolo presentò l’ultima sua ricerca storica: “Resistenza: guerra civile o guerra giusta?” (sottotitolo: “Il carattere della guerra di Liberazione contro il nazifascismo”), definito “un libro travolgente, uno dei più importanti sulla Resistenza italiana, una guerra giusta, un libro di puntigliosa e documentata storia”. Fu emozionante e coinvolgente il ritorno nella natìa cittadina del partigiano Giannoccolo, che con la sua testimonianza diretta e la sua ricerca storica volle riaffermare il grande valore etico e nazionale della Guerra di Liberazione, i cui valori vanno sempre ricordati e testimoniati. “Ho scritto questo libro perché il passato non passa mai”, disse.

Giannoccolo (1° a sin.) a Martano nel corso della presentazione di un suo libro

Il sindaco di Martano Fabio Tarantino lo ha così ricordato: “Per noi Gianni era una figura familiare. Negli ultimi anni c’era stata anche l’occasione di incontrarlo un paio volte. L’ultima meno di un anno fa, in occasione della presentazione del suo ultimo lavoro sui deportati della Seconda Guerra Mondiale.

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Ultranovantenne tutto d’un pezzo, capace ancora di affrontare viaggi chilometrici in nome della sua passione per la verità storica. A questo aveva dedicato gli ultimi anni della sua vita, alla ricerca storica per difendere i valori della Resistenza da ogni mistificazione e insipienza. “La memoria non si cancella”, scriveva in uno dei suoi ultimi libri dedicato a questo argomento. Lui che era stato testimone diretto degli orrori della guerra e della spietata occupazione nazista dell’Italia e dell’Europa sentiva l’esigenza di trasmettere il ricordo di questi eventi, non tanto per esorcizzarli, quanto perché servissero da monito.

Nel 1943 insieme all’amico Toto Sicuro, dopo aver completato il lavoro di reclutamento dei soldati dalmati e sloveni, decisero anche essi di arruolarsi nella compagnia italiana. Partirono da Gravina un giorno che nevicava tanto, come ricorda nella sua autobiografia “L’elogio della coerenza”, e arrivarono in Jugoslavia. Fecero parte entrambi della ‘‘Trecia Prekomorska Brigada’’ (Terza Brigata Oltremare) e contribuirono in maniera eloquente alla guerra di liberazione. Finita la guerra si dedicò altrettanto intensamente alle lotte per la terra, una pagina importante della nostra storia che portò ad una riforma agraria che superò la logica del latifondo e diede la terra ad ogni contadino.

Per noi Gianni Giannoccolo appartiene a quella schiera di martanesi che dopo l’otto settembre seppero restituire onore alla Patria e dignità all’Italia e alla fine della guerra invece si può annoverare tra coloro che lottarono a fianco degli ultimi per la solidarietà e la giustizia sociale”.


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Pantaleo Gianfreda
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