“Stangata ecotassa” per Collepasso e altri Comuni salentini: si pagherà la tariffa massima di € 25,82/tonnellata

21 Febbraio 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Anche Collepasso tra i 77 Comuni salentini “poco virtuosi” che dovranno pagare la tariffa massima di € 25,82 a tonnellata per lo smaltimento dei rifiuti per non aver raggiunto l’obiettivo del 40% di raccolta differenziata.

La notizia è riportata nell’ampio e dettagliato articolo “Differenziata sotto il 40%: stangata ecotassa su 77 Comuni salentini” pubblicato oggi nelle pagine della redazione di Lecce del Nuovo Quotidiano di Puglia.

Solo tre Comuni (Botrugno, Sannicola e Specchia) si salvano dalla stangata.

Sorprende che a dieci anni esatti dalla introduzione della raccolta differenziata nel nostro Comune, che rivoluzionò il sistema di raccolta rifiuti e rottamò i vecchi e putrebondi cassonetti di raccolta indifferenziata, si continui ad annaspare ancora solo attorno al 25% di differenziata, sintomo evidente della scarsa attenzione e dell’insensibilità dell’Amministrazione comunale in questi anni.

L’unica speranza di evitare la stangata è che passi l’emendamento, ancora in discussione nella competente Commissione del Consiglio regionale, che prevede la riduzione delle tariffe, soprattutto in vista dei nuovi contratti già stipulati da diversi ARO (Ambiti Raccolta Ottimali) regionali, tra cui il l’ARO5 facente capo a Nardò e di cui fa parte Collepasso.

L’ARO5 comprende nove Comuni (Alezio, Aradeo, Collepasso, Galatone, Nardò, Neviano, Sannicola, Seclì, Tuglie) e il nuovo appalto prevede un sistema puntuale ed efficace (ci auguriamo) di raccolta differenziata “a tappe forzate”, che dovrebbe permettere ai diversi Comuni di raggiungere agevolmente e superare in poco tempo l’obiettivo minimo del 40%. Come noto, dopo lunga e rigorosa procedura, il nuovo appalto è stato assegnato alla ditta “Bianco Igiene Ambientale” di Nardò e dovrebbe partire entro quest’anno (presumibilmente verso settembre/ottobre).

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Secondo quanto riposta il Quotidiano, sono 129 i Comuni pugliesi che dovranno versare la tariffa più alta e di questi ben 77 nella sola provincia di Lecce, la “meno virtuosa” di tutte.

“L’ecotassa – scrive il giornale – varia a seconda del risultato ottenuto nella raccolta differenziata durante il 2017 e varia da un minimo di 5,17 euro per ogni tonnellata per chi ha raggiunto una differenziata pari al 65% sino ad un massimo di 25,82 euro per chi è al di sotto del 40% di differenziata”.

L’ecotassa, pertanto, va a punire i Comuni che non sono riusciti a mettere in pratica politiche efficienti per la raccolta differenziata e il riciclaggio dell’immondizia nell’ambito del ciclo degli impianti.

La causa principale di questa “stangata” è da rintracciare, secondo il giornale, “nella fallimentare gestione dei rifiuti negli anni precedenti. Come emerso dal rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), si fa ancora un uso massiccio delle discariche, c’è carenza di impianti tecnologicamente avanzati per il trattamento dell’immondizia e la raccolta differenziata non decolla. Un dato su tutti: mentre in Italia, nel 2016, sono diminuiti i rifiuti smaltiti in discarica (meno 5% rispetto all’anno precedente), da Foggia e Lecce si continua a farne uso massiccio: il 48% dell’immondizia prodotta finisce in discarica, contro una media nazionale del 25% e quella del resto del Mezzogiorno ferma al 42%. Non solo: nel 2016 la Puglia ha dovuto trasferire oltre 13mila tonnellate di rifiuti, export che ha comportato un aumento dei costi per i cittadini. La raccolta differenziata, invece, è salita di pochissimo, passando dal 30,1% al 34,3%, contro il 37,6% del Mezzogiorno e il 50,2% della media italiana”.


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Pantaleo Gianfreda
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