Elezioni politiche del 4 marzo: il voto è un diritto-dovere. Marcello Risi alla Camera, Massimo D’Alema al Senato

1 Marzo 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Marcello Risi a Collepasso nell’unico comizio tenuto in piazza da tutti i candidati

In questa fredda e strana campagna elettorale i cittadini sembrano confusi, perplessi, disillusi, apparentemente assenti. Non sono escluse, però, sorprese clamorose. Molti decideranno all’ultimo momento per chi votare. Il voto è, comunque, un dovere civico. Un diritto, conquistato con il sacrificio e il sangue di tanti uomini e donne. Il voto è l’unica vera arma in mano ai cittadini. Non votare significa delegare ad altri le scelte.

Si vota domenica 4 marzo, dalle 7.00 alle 23.00. A Collepasso nelle sei sezioni elettorali presso la Scuola elementare.

Attenzione alle “trappole” della nuova legge elettorale. Non si può mettere la croce al di fuori del “rettangolino” del proprio candidato o partito. L’unica scelta è crociare il candidato nell’uninominale, il cui nome è riportato in alto, o il partito prescelti (o ambedue, ma non altri nella scheda elettorale). Inoltre, l’elettore non potrà più inserire direttamente la scheda nell’urna, ma deve consegnarla al presidente del seggio. E’ stato, infatti, introdotto un “tagliando antifrode” con un codice e solo dopo il suo controllo il presidente potrà inserire la scheda nell’urna.

La situazione politica è assai confusa e il pessimo sistema elettorale voluto da Pd, Forza Italia e Lega non aiuta ad uscire dalla confusione né i cittadini a decidere.

Vecchi e nauseabondi stregoni (come Berlusconi) e apprendisti stregoni (come Renzi e Salvini) hanno ridotto i partiti a “scendiletto” di interessi e ambizioni personali. Renzi, in particolare, ha disintegrato con miope e arrogante infantilismo politico l’unico partito che avrebbe potuto dare degna rappresentanza all’Italia. Quel Partito Democratico, antico sogno dei miei anni giovanili, oggi specchio infranto di tante illusioni e speranze.

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C’è incertezza e sfiducia. Io stesso, oggi libero da militanze politiche, ho dovuto “faticare” per decidere chi votare.

Come tanti, avverto da sempre una certa “attrazione fatale” verso i Cinque Stelle. In tanti di loro mi sembra di rivedere la passione di noi giovani comunisti degli anni ’70. Condivido, soprattutto, la loro proposta di reddito di cittadinanza, un dovere verso i più deboli per garantire ad ognuno una vita dignitosa. Tutti i Paesi europei, tranne Italia e Grecia, hanno adottato da tempo forme analoghe di reddito minimo (ce lo chiede la stessa Europa).

Poi vi è stata la candidatura alla Camera dell’avv. Marcello Risi. Una persona che stimo. Un amico vero. Oltre che apprezzato professionista, è stato un buon (e oggi rimpianto) sindaco di Nardò. Ha capacità, intelligenza, stile, passione ed esperienza. Come hanno potuto constatare i cittadini presenti nel suo comizio a Collepasso domenica 25 febbraio (l’unico comizio in piazza di tutti i partiti e candidati). A mio parere, egli è il più qualificato a rappresentare degnamente il nostro Collegio alla Camera. È con “Liberi e Uguali”, il movimento del Presidente del Senato Pietro Grasso. Il mio è, in primo luogo, un voto ad una persona stimata, degna e capace.

D’altronde, non vedo alternative credibili. Il leghista Caroppo?!? “Dio ce ne scampi e liberi!”. Blasi, già apprezzato sindaco-profeta di un piccolo-grande Comune?!? …sembra ormai “disciolto nell’acido” dell’opportunismo. Diceva… flash della crisi profonda di un Pd alla deriva… “Se vince Renzi alle primarie io sono in un altro partito. Questo è poco ma sicuro. Renzi è l’emblema del decadimento dello spirito pubblico di questo Paese” … diceva… e in quel “decadimento” anch’egli è (de)caduto.

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Ecco perché ritengo Marcello Risi il più serio, coerente e credibile candidato alla Camera dei Deputati! Lo voterò.

Più travagliata la decisione per il Senato. Ero orientato a dare un “voto politico” al M5S. Le recenti e scabrose vicende di espulsioni di candidati, tra cui Maurizio Buccarella in lista nel nostro Collegio, mi hanno, però, costretto a riflettere. Ritrovarmi domani con un senatore già espulso prima ancora di essere eletto non è una bella prospettiva. Se eletto, dove e con chi andrà?!? Ragionando e riflettendo… son tornato al buon “rosso antico”.

Sarà talora antipatico (ma oggi si è molto “umanizzato”), avrà commesso tanti errori (ma ha portato la sinistra al Governo), avrà avuto tante responsabilità (ma anche tanti meriti), ho avuto tanti screzi (politici) con lui… ma è persona autorevole e tra tantissimi “pigmei” oggi Massimo D’Alema “giganteggia”.

Lo voterò.

Il confuso Parlamento che uscirà dal voto del 4 marzo ha bisogno di uomini lucidi, navigati e autorevoli come lui. Sono stato leale critico con le sue scelte politiche quando tutti, compresi gli attuali denigratori locali e nazionali, erano proni ai suoi piedi di potentissimo segretario nazionale Pds, Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri. Non ho condiviso la sua scelta di abbandonare il Pd. Alla luce del modo rozzo e padronale con cui Renzi ha infine confezionato legge elettorale e liste, devo riconoscere, però, che D’Alema e Bersani avevano ragione. Oggi, poi, si è “disvelato” il vero obiettivo della truculenta farsa renziana della “rottamazione”. La candidatura nel Pd del “giovane” Casini (deputato da 35 anni, dal 1983, con la DC e poi alleato con Berlusconi) nel più rosso dei collegi bolognesi è un’offesa al pudore e un oltraggio alla storia della sinistra! Come la candidatura nel Pd dell’ex sottosegretario berlusconiano Viceconte in Basilicata. Ed altre ancora.

D’Alema e Risi

Un’altra fedelissima renziana salentina, nota per la sua “libertà” ad essere sempre prona al potente di turno (prima D’Alema, poi Bersani, oggi Renzi), si è guadagnata anche lei una candidatura in Emilia che le garantisce l’elezione certa… mentre è stata mandata nella sua terra solo come “carne da macello” contro il suo ex mentore D’Alema. Ah, Teresa, Teresa!!!

Tra l’originale e la brutta copia preferisco l’originale. Voterò con razionalità e realismo.

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Con D’Alema c’è la certezza di dare al Salento una rappresentanza forte ed autorevole. Perché egli, a differenza di altri, è candidato solo nel/del Salento. Non ha “paracaduti” in collegi sicuri. L’unico paracadute sono il suo prestigio e la capacità di cercare con umiltà e determinazione i voti Comune per Comune, casa per casa. Ha coraggio e ha voluto rimettersi in discussione per rappresentare il Salento.

D’Alema ha riguadagnato la sua umanità e anche il mio sostegno. Lo voterò!

Buon voto “libero” – e spero “uguale” – a tutti!

Pantaleo Gianfreda

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