Il Comune privo di Assistente sociale, il Centro diurno “alla malora” e la consigliera delegata “superassenteista”

10 Aprile 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Lo stato di abbandono del Centro diurno

Giorni fa mi sono trovato casualmente a parlare con un operatore dei servizi sociali d’Ambito, che, tra l’altro, lamentava l’assenza di un’assistente sociale e di un serio interlocutore nel Comune di Collepasso per le problematiche più “scottanti”. Sono rimasto molto sorpreso, considerato che la nostra comunità presenta notoriamente diverse emergenze sociali e individuali, alcune di una certa gravità e delicatezza. Nel corso del 2017, l’Amministrazione ha usufruito della presenza part time di un’assistente sociale tramite convenzione. Da tre mesi, però, il Comune è privo di questa importante figura.

Sorprende tale incomprensibile carenza e, al contempo, la persistente assenza di un serio e costante riferimento politico-amministrativo nel settore dei Servizi sociali.

La consigliera Gabriella Rigliaco, titolare della delega, risiede da tempo nel Settentrione per motivi di lavoro ed è assente dalle quotidiane problematiche sociali e amministrative. Eppure, lei stessa scriveva poco tempo fa che “la delega che mi è stata data è una tra le più delicate che esistano, parla della vita delle persone, delle loro difficoltà, delle loro angosce…”. Se crede in quello che scrive, come pensa di gestire questa delega e, soprattutto, “la vita, le difficoltà, le angosce” delle persone da 1000 chilometri di distanza?!? Circa tre mesi fa, la consigliera “si adombrò” e inviò un risentito commento ad un mio articolo per essere stata definita “superassenteista”, come in effetti era ed è. Nel 2017 aveva partecipato solo a tre sedute consiliari su dodici. Seguì una mia risposta e un suo ulteriore commento.

Gabriella Rigliaco, consigliera delegata ai Servizi sociali

Alla luce di quanto scriveva (e al netto della grammatica… perché persino con questa la consigliera “combatte” spesso a sproposito!), fa un certo effetto oggi rileggere le sue ardite affermazioni. Sosteneva che io non fossi “al corrente di qualcosa di ESTREMAMENTE IMPORTANTE CHE, pur stando a 1000 km di distanza, gli impegni che ho preso con i miei cittadini cerco di mantenerli e di portarli a termine” e annunciava trionfante le sue due-tre “mirabolanti”  azioni, la più importante (e mendace) delle quali era che “per la prima volta nella storia dei servizi sociali di Collepasso abbiamo un Ufficio Servizio Sociale Comunale (da non confondere con lo sportello di segretariato sociale dell’ambito di Casarano)”.

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Non era “la prima volta” per il Comune. Nel periodo in cui sono stato assessore alle Politiche sociali il servizio ha sempre funzionato con un’assistente sociale, sia pure in convenzione. Era “la prima volta” solo per lei.

Per l’ignara e ignava consigliera quella fantasiosa “prima volta nella storia” rappresentava probabilmente una delle tante “fiabe” che ci propina periodicamente l’Amministrazione, considerato che il Comune è tornato ad essere, proprio nel periodo in cui Gabriella scriveva, privo di un “Ufficio Servizio Sociale Comunale”. Scriveva anche, con solita modestia, che “nel mio piccolo faccio tutto quello che altri in anni non sono riusciti a fare”. Al di là di paroloni e al netto di vacui trionfalismi, nessuno, in verità, si è accorto del “tutto”, ma piuttosto del “niente”.

Lo stato disastroso dei servizi sociali è sotto gli occhi di tutti. Sia per quel che riguarda il sostegno e l’azione verso certe situazioni personali e familiari di forte disagio sia per lo stato di abbandono di importanti infrastrutture sociali pronte da anni.

Intanto, perché l’Amministrazione non provvede a bandire il concorso per l’assunzione di un’assistente sociale, figura professionale decisiva nell’attuale realtà sociale collepassese?

Il sindaco Menozzi

Che fine ha fatto, poi, il Centro diurno per anziani (stranamente e vanamente riconvertito 3-4 anni fa in “Centro diurno socio-educativo riabilitativo per diversamente abili”) finanziato dalla Regione con 558mila euro, pronto da sette anni, mai utilizzato e in stato di assoluto abbandono? Questa vicenda assurda e scandalosa dovrebbe far arrossire di vergogna il sindaco Menozzi e l’intera Amministrazione, in particolare chi rivendica di fare “tutto quello che altri in anni non sono riusciti a fare”. È delittuoso tenere da anni chiusa, inutilizzata e “in malora” una moderna struttura socio-assistenziale che – questa sì “per la prima volta nella storia dei servizi sociali” – ero riuscito a far insediare nel nostro Comune, grazie al mio impegno, quale assessore alle Politiche sociali, all’interno del Coordinamento istituzionale dell’Ambito di Casarano. A tal proposito, come fa la #millechilometrilontana consigliera a dare il suo fattivo contributo alla risoluzione delle problematiche sociali del paese se è impossibilitata a partecipare a questo importante Organo istituzionale, “cuore pulsante” (pur se acciaccato) delle politiche e delle scelte sociali territoriali?

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Con la solita modestia, la consigliera scrive che a lei “non serve nè gloria nè lapparire” (!?!… verbo di “lappàru”?!?)! Eppure, in queste recenti vacanze pasquali Gabriella ci ha tenuto ad annunciare il suo “lapparire” a Collepasso e “il bello di sentirsi a casa”, postando su facebook, in “gloria” della sua temporanea presenza, una foto con i colleghi amministratori con sovrimpressi gli auguri pasquali ai cittadini e un delizioso incipit: “..bando alle ciance..bando hai gissip..”(!!!). Voleva scrivere “ai gossip”, ma, forse per l’emozione, ha “sbagliato tasti”. Si è poi corretta, ma qualcuno ha “catturato” gli esilaranti e pro-rompenti “hai gissip” (ahinoi!), rimbalzati tra ironie e sorrisetti su WhatshApp!

Che la consigliera sia “sgrammaticata” anche nell’azione amministrativa e non conosca l’abc delle sue funzioni, che nel settore così delicato dei servizi sociali non possono certamente essere esercitate “stando a 1000 km di distanza”?!?

Al di là della facile ironia, non ho dubbi che se fosse a Collepasso la consigliera svolgerebbe forse con una certa efficacia e professionalità il suo compito, avendo specifiche competenze in materia. Almeno teoriche, visto quello che scrive e che (non) fa. Ma essendo lontana e non in grado di esercitare queste sue competenze, dovrebbe avere la sensibilità di dimettersi da consigliera o almeno di rinunciare alla delega. Ne guadagnerebbero in serietà e credibilità lei, il sindaco e l’intera Amministrazione. Anche perché non ha il dono dell’“ubiquità”, come San Pio da Pietrelcina e San Giuseppe da Copertino, e, pur chiamandosi Gabriella, non è certo l’Arcangelo Gabriele!

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Pantaleo Gianfreda


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