Paese mio, vado via/1 – Calo delle nascite e tanti pensionati: dopo 40 anni Collepasso sotto i 6mila abitanti
13 Gennaio 2018Collepasso – Sorpresa “annunciata” quella di fine 2017 per Collepasso: il paese lentamente ma inesorabilmente vede sempre più assottigliarsi il numero dei suoi abitanti, in un contesto di calo demografico nazionale che incide sulle città ed ancor più sui centri minori e piccoli, come fissano i dati Istat. Qui, per esempio, dopo 40 anni il Comune torna sotto “soglia 6.000” e chiude l’anno con 5.979 abitanti, con una differenza di 87 unità rispetto al 2016, quando risultavano 6.066. Decessi record sono avvenuti nel corso dell’anno appena trascorso, ben 99 (37 maschi e 62 femmine), con un +14 rispetto al 2016. Solo 30 nascite (18 maschi e 12 femmine), uguali rispetto al 2016, ma in inverso rapporto di genere, e solo 14 i matrimoni (4 civili e 10 religiosi). Un’impietosa “fotografia” del lento declino demografico (e non solo) che sembra aver colpito il paese, più accentuato (in termini percentuali) rispetto a tutti i Comuni circostanti e pari solo a quello di Neviano. Dal 1998 ad oggi Collepasso ha perso 1.045 abitanti. In quell’anno erano 7.024, il “tetto massimo” mai raggiunto dal Comune.
Negli ultimi cinque anni (2013-2017) i dati negativi appaiono progressivi e inarrestabili. Le nascite sono state 167 (rispettivamente 34, 38, 35, 30, 30) e i decessi 396 (58, 70, 84, 85, 99), con un saldo negativo di 229. Nel quinquennio il Comune ha perso complessivamente 303 abitanti (34, 56, 59, 67, 87). Come si evince dalle rilevazioni demografiche, il 2017 è stato l’anno più negativo della sua storia, con una maggiore “fuga” di abitanti, maggiori decessi e minori nascite.
Scarsa la presenza di popolazione straniera, prevalentemente femminile, che si stabilizza attorno alle 50-60 unità (proprio nel 2017 raggiunge il numero massimo di 64). Un dato in gran parte legato al fenomeno delle badanti, ormai esclusivamente di origine rumena, che si dedicano alla cura di anziani, dei quali circa 500 vedovi/e con quasi l’80% di donne.
In questi anni è ripreso il fenomeno migratorio, rappresentato in prevalenza da giovani che si trasferiscono per motivi di lavoro, ma anche da interi nuclei familiari che emigrano nel Centro-Nord Italia o all’estero. I dati comunali rilevano 738 “emigrati” nel periodo 2010-2017. Interessante notare come, accanto ai trasferimenti in Comuni contermini, le nuove mete residenziali riguardano soprattutto l’Emilia Romagna, la Lombardia e i vecchi Paesi di emigrazione (Svizzera e Germania, in particolare). Accanto a questi, però, vi sono cittadini che si sono trasferiti in America (Stati Uniti, Canada), Regno Unito, Austria, persino Thailandia e anche quelli che “rientrano” nei loro Paesi di origine, in particolare Romania e Marocco.
Non va sottaciuto, infine, il fenomeno di tanti giovani che risultano tuttora residenti nel Comune, ma che, dopo aver svolto gli studi universitari nel Centro e Nord Italia (Bologna, Modena, Milano, Torino, ecc.), sono rimasti in quelle aree del Paese a lavorare e ritornano periodicamente nei periodi estivi e festivi. O l’altro fenomeno di tanti giovani arruolatisi nei vari Corpi militari che lavorano fuori Comune, pur risultandovi residenti. A tal proposito, accanto alla categoria dei pensionati (in assoluto la prevalente), fondamentale è a Collepasso quella dei dipendenti pubblici e, in particolare, di militari che svolgono la loro attività in provincia o in quelle vicine o che sono pensionati. Non è un caso che il paese sia fiorente di attive associazioni militari di ogni tipo, quali Arma Aeronautica, Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Marinai d’Italia.
Pantaleo Gianfreda, piazzasalento.it
Ogni anno si ritorna a parlare di calo demografico.
Volendo utilizzare un minimo di logica ,tengo a ricordare che gli anziani passati alla ” vita eterna” sono quelli nati negli anni ’30- ’40 epoche in cui le famiglie avevano 3-4 figli , oggi massimo 2 salvo eccezioni ,dunque non è scontato che i nati siano la meta dei deceduti?
Il problema di Collepasso e del sud in genere è sempre quello: l’eccesso di protezionismo e la mentalità troppo conservativa.
Mi sembra di aver capito che la prima “industria” di Collepasso sono i militari in servizio, dipendenti pubblici vari e pensionati?
Sono loro che costituiscono la linfa vitale ed economica per questo nostro paesino ormai in declino per nascite, aziende private e lavoratori d’impresa manufatturiera ecc…???
Complimenti alle cieche politiche dei Governi che si sono succeduti ma soprattutto all’ “ammirabile” inefficienza dei politici locali che non hanno saputo valorizzare appieno (nonostante tutto )il ns territorio con tutte le sue ricchezze agricole, commerciali e turistiche..
POVERO PAESE MIO con sempre più meno giovani e molte più (indispensabili) badanti