Quel Parco Bosco “sedotto e abbandonato”…

31 Ottobre 2018 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Per tre giorni e due notti, il cancello laterale del Parco Bosco su via Salvemini è rimasto “spalancato”. È stato rinchiuso solo ieri. Il cancello centrale rimane aperto permanentemente, giorno e notte, ormai da mesi… nessuno apre, nessuno chiude, nessuno controlla, nessuno pulisce, nessuno lo cura, nessuno “lo pensa più”… povero Bosco, “sedotto e abbandonato”!

Dopo la “sceneggiata” dello scorso fine aprile per immortalare su facebook la “Maratona ambientale ed ecologica” dell’annuale passerella amministrativa per ripulire il Bosco prima della sua riapertura… il Parco Bosco è andato “di male in peggio”!

In vista di quelle “pulizie da facebook”, gli amministratori diffondevano sui social slogan e pantomime varie… “Scopriamo insieme lo “spirito del bosco””, scrivevano … “occasione di incontro e di festa per rendere ancora più bello e accogliente il “nostro” Parco Bosco” inneggiavano, ecc. ecc.

Dopo le loro “erculee fatiche”, amministratori giulivi e “posaturi” inondavano poi i social di “pose” e selfie… il sindaco Menozzi con trattorino-trinciaerbe e nell’occasione (ma solo “una tantum”!) senza “fascia tricolore incorporata”; il “cascante” assessore Felline con decespugliatore; l’incontinente cantore della “Collepasso che non c’è” – l’assessore Mastria – saltellante qua e là con maestria; l’assessora Ria “in posa” con decespugliatore… solo “in posa”, perché poi non lo utilizzava; due altre “donzelle” – la vacua assessora all’Ambiente (… all’ambiente familiare e clientelare, naturalmente!) Rosemary baby Grasso e l’amabile consigliera Marra G. dall’eterno e stereotipato sorriso da Soeur sourire – con “caletta” e un “pugno di foglie” nelle timide manine… a riguardare oggi quelle foto non si sa se ridere o piangere, visto il successivo stato di abbandono e di degrado del Bosco che persiste ormai da lungo tempo!

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Cosa è successo in questi sei mesi dopo tanti slogan, sceneggiate, passerelle, buffonate, selfie e foto varie che immortalavano i nostri “eroi” intenti a scopare, pulire e, soprattutto, “posare”?!? Cosa è rimasto del decantato “spirito del bosco”?!? Cosa è stato fatto per “rendere ancora più bello e accogliente il “nostro” Parco Bosco”?!?

Niente… solo tante “chiacchiere e tabacchiere”, come è uso e “spirito” amministrativi imperanti!

I nostri amministratori, infatti, amano solo “apparire”, esibirsi in fascia tricolore, “poetare”, “gettare fumo negli occhi”, ma poi … “allu squaiare te la neve”… si palesano per quello che sono…  impassibili e impudenti quaquaraquà!

La “vicenda Bosco” è un po’ paradigma di questa Amministrazione… “parole, parole e parole” … selfie e facebook… ma fatti “pochi e niente”!

Per la prima volta dall’ormai ultraventennale inaugurazione, il Parco Bosco è rimasto quest’anno perennemente incustodito. L’Amministrazione non è stata in grado di trovare un’associazione, un’azienda, un soggetto, un “cane” qualsiasi disposti ad assumersi la gestione di quello che tutti, compresi gli ipocriti amministratori, definiscono un “tesoro”, una ricchezza e un “vanto” di Collepasso.

Nemmeno una delle numerosissime e variegate associazioni che popolano il microcosmo collepassesse ha accettato il pressante e ripetuto invito dell’Amministrazione ad assumersi la gestione del Bosco… nonostante un assessore all’Associazionismo, ammirevole operaio “tuttofacente” e deplorevole amministratore “nullafacente”, che inonda l’intero etere di “meraviglie”, “bellezze”, cantici e “panegirici”, che appaiono ormai stanche, insopportabili e “orgiastiche” esibizioni dialettiche, che lo fanno apparire alla stregua di un “alieno”… di chi, ebbro di immaginifiche fantasticherie e di esercitazioni mentali surreali e oniriche, sembra aver perso completamente il senso della realtà e non rendersi conto dell’amara decadenza che vive il nostro sfortunato paese per responsabilità esclusive di Menozzi e dei suoi inetti assessori.

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Se vi recate al Parco Bosco, come faccio io quasi quotidianamente, vi renderete conto come ormai da mesi quel prezioso lembo ambientale sia in balia degli eventi e di qualche vandalo. Mentre dai primi di maggio e sino a luglio qualche dipendente veniva saltuariamente mandato per fare un po’ di pulizia, da tempo non c’è ombra di saggina e sono sparite persino le due scope “comunali” che qualche volontario “passeggiator cortese” utilizzava di tanto in tanto per spazzare e coprire le “vergogne” più evidenti o rimuovere i resti di vandalici convivi.

“Ammirerete” viali completamente ricoperti da fogliame e ghiande, in alcuni tratti persino con “trappole vitree” di bottiglie rotte; cestini colmi di rifiuti; “prati” e piantine di olivastri e querce che crescono lungo i viali germogliando dalla pavimentazione; rami anche robusti caduti nei viali (alcuni più pericolosi rimossi da qualche volontario); alberi che non riescono più a mantenere il peso di mai sfoltiti tronchi esuberanti (sono anni che non si fa una necessaria rimonda); seccume incalzante che necessita di interventi doverosi; “rigogliose” erbe infestanti che dominano e tracimano sui viali, alcuni occlusi da rami e tronchi pericolosamente penduli; alti alberi con minacciosi tronchi e rami che “tracimano” pericolosamente su strade e marciapiedi esterni (soprattutto su via De Ferraris); tronchi spezzati che pendono come “una spada di Damocle” sulla testa degli ormai rari frequentatori del Bosco, che in ore mattutine diventa “rifugio” anche di gruppi di giovani ‘nnargiatori (oltre un mese fa ho pubblicato la foto di un robusto tronco spezzato che ancora “pende” tra l’indifferenza e l’irresponsabilità degli amministratori)… per non parlare poi di altro, come certo dissesto permanente o quei “giochi aerei”, vanto di  “fellinei” e “felloni” fanfaroni, costati ben 150mila euro e mai utilizzati, abbandonati a se stessi sin dal loro impianto (tre anni fa), ecc. ecc.…

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I nostri quaquaraquà, dopo i selfie e le esibizioni di fine aprile, rimettano seriamente e umilmente mano a saggine, scopatrici manuali e meccaniche, tosaerbe, “calette” e materiale vario per ridare decoro e dignità a quel tanto declamato “tesoro” ambientale, “sedotto” da ammaliatrici e false parole “d’amore” e “abbandonato” al suo triste destino da “fedigrafi” incalliti che pensano di amministrare con verbosi, logorroici, inconcludenti e insulsi “declami” e di sentirsi autorizzati a portare alla rovina, come già fecero i loro degni avi con l’antico bosco di 12 ettari, quel lembo relitto di querce secolari che tutti ci invidiano, che potrebbe essere un eccezionale “biglietto da visita” e una risorsa economica, oltre che ambientale, per la nostra comunità.

Pantaleo Gianfreda

Post scriptum: per la cronaca, le foto che pubblico sono molto antecedenti alle recenti giornate di forte vento.


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