Comizio di Isaia Malorgio (architetto) domenica 30 giugno (ore 20)
29 Giugno 2019Domenica 30 giugno, alle ore 20.00, in piazza Dante, il cittadino Isaia Malorgio (docente e architetto) terrà un pubblico comizio per presentare il suo “punto di vista su alcune tematiche politiche riguardanti la comunità collepassese”, come scrive su facebook.
Giugno ha visto temperature particolarmente infuocate non solo dal punto di vista meteorologico, ma a Collepasso anche “politico”, considerati i tre “infuocati” comizi “andati in scena” nel corso del mese, offrendo uno spettacolo squallido e osceno della vita politica ed amministrativa collepassese.
Prima il solito ed incontinente Salvatore Perrone (ex sindaco-ex consigliere ed ex assessore provinciale, ora consigliere comunale di opposizione), poi i suoi degni discepoli ed eredi che amministrano oggi il Comune (con gli interventi del “massimo” politico Sabato, dell’ex massimo “difensore” delle illegalità ed intemperanze perroniane ed ora suo massimo accusatore Felline, dell’ex vicesindaco di Perrone ed ora “sindaco al minimo” Menozzi) e, infine, la replica dello stesso Perrone, che, alla vigilia del Corpus, ha inondato di “capre” piazza Dante, provocando anche qualche dura reazione finale da parte di un genitore “felliniano”, prontamente domata dai Vigili presenti.
Sceneggiate e “botta e risposta” pubbliche ed indecorose tra vecchi sodali ora in rotta, che continuano ad avvelenare la vita politica collepassese, facendo “stomacare” chiunque abbia un minimo di dignità e serietà civiche e spingendo tanti cittadini ad uscire finalmente allo scoperto ed esprimere pubblicamente e liberamente il loro punto di vista sulla deprimente situazione politico-amministrativa della comunità collepassese e sulle possibili soluzioni.
Bisogna puntualizzare inoltre cara Maria Ester che non esistono più neanche i partiti ben strutturati di una volta, sia a livello nazionale ma soprattutto in ambito locale. Intendo, quelli organizzati sul territorio, come era nella realtà dei fatti sino a una decina di anni fa e questo avveniva senza esclusione anche nei piccoli paesi. Partiti reali e presenti in mezzo alla gente e che avevano in primis una sezione o un circolo e non solo un comitato elettorale adibito a sede solo per i quindici giorni antecedenti le elezioni e poi erano dotati di un presidente o un commissario, un coordinatore o un segretario ed inoltre a corredo della struttura sezionale partitica un direttivo, i militanti, gli iscritti e i simpatizzanti che partecipavano a discussioni, dibattiti riunioni di vario tipo, argomento e genere che andavano dalla discussione prettamente politica a quella socio culturale. Ecco perché, nel commento precedente enunciavo che nella Prima Repubblica e sicuramente anche nella Seconda il controllo era maggiore rispetto ad oggi…poiché anche i semplici cittadini partecipavano alla vita politica e di conseguenza alla vita amministrativa. Ora invece, ad interessarsi di politica sono solo coloro che esercitano la funzione amministrativa, perlomeno nei piccoli paesi dove non esiste nessuna struttura partitica eccetto, bisogna pur ammetterlo, il circolo sezionale del PD ultimo avamposto della vecchia e vissuta politica di una volta. La politica attuale invece, si riduce alla tastiera di un pc, ai commenti sui vari social network e al politico di turno nostro protettore e angelo custode. Per tutto il resto…Dio vede e provvede…!
Un’analisi la tua, caro Antonio Leo, che io condivido in pieno e che è la causa dei nostri…mali odierni: aver perso il concetto vero ed autentico del fare POLITICA!!! Sono gli interessi personali e più beceri ad avere il sopravvento!!! Quanta amarezza e delusione per chi, come me, ha creduto nel valore alto della politica!!!
Premetto che da tempo sono ormai lontano dalla militanza attiva e di conseguenza dalla politica e dai partiti politici e che da un bel po’ ho abiurato alle mie idee politiche del passato( da figliol prodigo, non certo da opportunista…), perchè resomi conto da adulto che quello che mi diceva in gioventù il mio caro papà, era razionale e giusto e cioè che “la virtù è sempre in mezzo” (ognuno poi in democrazia è padrone di credere a quello che vuole). Assodato dunque che il mio ragionamento è al di fuori di qualunque schema, partigianeria e logica partitica, penso e ribadisco che, quello che sta apparendo in tutta evidenza nell’opinione pubblica e nella società, non è tanto il fatto che i partiti siano portatori di corruzione; questo è già successo in passato e succede anche altrove in Europa e nel mondo, quanto che gli attuali partiti italiani non sanno più cosa sia la politica nella sua giusta dimensione. Infatti non sanno fare né proporre politica reale, ma il guaio è che non se ne accorgono nemmeno. Lo spettacolo che offrono le forze politiche in campo è desolante, avvilente, farsesco, ai limiti del cabaret. Quello dei partiti attuali, in particolare delle ultime due repubbliche sembra più che altro il regno del potere assoluto, del voglio, posso e faccio e del comando senza controllo a differenza della prima Repubblica dove almeno un po’ di controllo esisteva. Bisogna essere onorevolmente cattivi, diceva Machiavelli, se non si può essere onorevolmente buoni. I politici attuali non sono neanche capaci di essere cattivi.Tutto quello che sanno fare è difendere, quando ci riescono, i contrapposti interessi frazionari di alcune aliquote di elettori privilegiati. Oppure più spesso gli pseudo-partiti sanno accordarsi tra loro per qualche riforma di vasta portata che però non va mai al di là dell’effetto-annuncio. I partiti, infatti soprattutto dal secondo dopoguerra in poi, hanno avuto ed hanno un ruolo totalizzante, in grado di dominare e controllare qualunque istanza si facesse nella vita pubblica e sociale. I partiti italiani erano tutto e le istituzioni niente, da qui il termine partitocrazia. In effetti i partiti erano allora e in buona parte continuano ad esserlo oggi altro da ciò che è la loro vocazione originaria e cioè fare politica per il popolo e per la gente. La politica dal termine greco “politikos” ( come specificato nel comizio di ieri ) è infatti sulla carta “L’arte di governare”, per il bene di tutti (pura utopia direi). La politica attuale invece, in maniera maggiore di quella passata, non mi sembra vera politikos, ma ancora una volta è degenerata in partitocrazia da suburra. N.B. Il mio è un discorso o meglio un pensiero generale, inerente la realtà italiana ben conscio poi , “che tutto il mondo è paese”. P.S. Porgo inoltre sinceri complimenti all’ architetto Malorgio per il comizio di ieri sera.
Era ora che qualcuno si fa sentire veramente
GRANDE ISAIA FAI VEDERE COME SI TRATTANO GLI ARGOMENTI POLITICI E SOCIALòI A QUESTI INADEGUATI E ABUSIVI AMMINISTRATORI E A QUELLI DI UN’ABULICA OPPOSIZIONE