2 giugno, il monito di Mattarella: “Libertà e democrazia incompatibili con chi cerca sempre nemici”
1 Giugno 2019Libertà e democrazia incompatibili con chi fomenta continuamente lo scontro. È il nuovo messaggio pronunciato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella nel discorso in occasione del concerto al Quirinale per il corpo diplomatico che apre le celebrazioni della Festa della Repubblica.
“Va ricordato che in ogni ambito libertà e democrazia non sono compatibili con chi alimenta i conflitti – afferma Mattarella – con chi punta a creare opposizioni disseminate fra le identità, con chi fomenta scontri, con la continua ricerca di un nemico da individuare, con chi limita il pluralismo”.
“Soltanto la via della collaborazione e del dialogo permette di superare i contrasti e di promuovere il mutuo interesse nella comunità internazionale”, aggiunge sottolineando anche come le ultime elezioni europee siano state “un grande esercizio di democrazia”.
Lavoro e solidarietà invece sono stati i due punti fermi nel discorso tenuto questa mattina dal Presidente della Repubblica ai prefetti, sempre in occasione della giornata del 2 giugno.
Il Capo dello Stato ha parlato di un “momento in cui, specie in alcune aree del Paese, le incertezze del ciclo economico sembrano non offrire solide prospettive a molti lavoratori, soprattutto giovani, ed alle loro famiglie”. Parole che arrivano in un’Italia agitata dalle incertezze sui conti pubblici e dalle ripercussioni sui mercati.
Poi ha lanciato un richiamo a tutti, in un’Italia scossa dalle divisioni (quest’anno si registra perfino la defezione di alcuni generali rispetto alla tradizionale parata).
Infine ha ricordato la difesa dell’unità nazionale. “La pluralità e diversità, che la Carta repubblicana ha voluto garantire – ha sottolineato Mattarella – vive nella leale collaborazione fra lo Stato e le autonomie, nella sinergia fra i livelli di governo, nell’esercizio quotidiano dei principi di solidarietà e sussidiarietà, finalizzati ad assicurare l’unità della nazione insieme all’efficacia dell’azione pubblica”.
“Ai prefetti, attori di coesione sociale e istituzionale – ha detto il capo dello Stato – spetta il compito di favorire un’efficace sintesi delle complessità e di porsi al servizio delle istanze dei territori, non solo per farsene interpreti presso le autorità centrali di governo, ma anche per offrire soluzioni stimolando intese e collaborazioni in sede locale”.
Fonte: repubblica.it, 1.6.19