In ricordo dell’amico “Piero” Sansò, a quindici giorni dalla sua scomparsa
19 Dicembre 2019““Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio sorge or commosso al subito sparir di tanto raggio…”.
Mi scuso se pecco di retorica, dedicandoti questi versi del Manzoni, visto che mal si addice alla tua personalità semplice e modesta, attributi che sono propri della Scienza e di chi ha fatto di essa un abitus della propria esistenza.
Grazie per il tuo modo di essere sia come compagno di liceo, che come medico per tutto il bene che sicuramente hai fatto per quella fetta di umanità che si è affidata alle tue cure.
Sei stato e rimarrai sempre, nel ricordo di chi ti ha conosciuto, una splendida persona”.
Così scrive Ada Resta, alla quale ho chiesto un pensiero per il dott. Giovanni Sansò, “Piero” (come tutti, familiari e amici, lo chiamavamo), un'”eccellenza” collepassese, scomparso quindici giorni fa.
Se, come dicono i medici, oggi si diventa “anziani” a 75 anni, Piero lo era solo da un anno. Il suo fisico asciutto e prestante ne dimostrava, però, solo 50-60. Anche per questo la sua inattesa scomparsa ha lasciato increduli e costernati.
Ada, oggi in pensione, è stata docente e Dirigente scolastica. Amica da sempre di Piero, gli è stata (con Vittorio Errico) compagna di corso nel Liceo “Colonna” di Galatina. Da ragazzi abitavano entrambi in piazza Vittoria, “la chiazziceddhra”, e le due abitazioni si fronteggiavano.
La contemporanea morte di don Oronzo ha “oscurato”, almeno a Collepasso, una scomparsa altrettanto dolorosa e forse ancor più illustre, se quest’ultimo aggettivo ha qualche senso di fronte alla Morte.
I due funerali si sono tenuti nel pomeriggio dello stesso giorno: uno a Collepasso, l’altro a Maglie.
Quando, verso il mezzogiorno di giovedì 5 dicembre, mi sono recato presso la Chiesa Matrice di Maglie per salutare per l’ultima volta un caro e stimato amico e dare le condoglianze ai familiari, ho incontrato casualmente Maria Rigliaco e il marito che uscivano dalla Chiesa. Li ho salutati… “ho perso due cari cugini nello stesso giorno”, ha detto sconsolata Maria. Orenzino (don Oronzo) e Piero erano, infatti, cugini di primo grado di Maria, insegnante oggi in pensione … il destino!
Il dott. Sansò si era laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma con il massimo dei voti. Come il massimo dei voti aveva sempre ottenuto nel corso di tutta la sua brillante carriera scolastica.
Piero è stato, come scrive Ada Resta, “una splendida persona”.
Tale lo ricordo anch’io e tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo.
Era nato a Collepasso, dove ha abitato sino al matrimonio con Maria Grazia Loffredo di Maglie. Si era poi trasferito in questa città, nel cui Ospedale ha esercitato per decenni la sua attività professionale, stimato e apprezzato da tutti. Lascia due figli, Chiara (oggi medico a Roma) e Antonio (affermato manager), e due amatissime nipotine.
Serio, rigoroso, preparato, riservato, semplice, gentile e cortese nella professione.
Amichevole, brillante, ironico, critico e talora sarcastico e “graffiante” nella vita extraprofessionale.
Era un piacere interloquire con lui, scherzare, confrontarsi… sempre con quel sorriso ironico sul suo bel volto da “persona perbene”.
Piero era l’ultimo di tre figli. Prima di lui due sorelle, Maria e Clara (mia antica “maestrina”), divenute entrambi insegnanti elementari, oggi in pensione (la prima vedova dell’indimenticabile Gino Cuppone, la seconda sposata a Matino con l’ex Responsabile dell’Ufficio Tecnico di Casarano Cosimino Costa). Tornava spesso a Collepasso, dove coltivava le sue mai recise radici, soprattutto per incontrare l’anziana sorella maggiore Maria, alla quale, come all’altra sorella, era molto legato. Proprio a casa di Maria l’avevo incontrato pochi mesi fa e, come sempre, ci eravamo lasciati con il “solito” sorriso ironico d’intesa… dopo aver parlato “del più e del meno”, di attualità e di “storie” di Collepasso…
Una “splendida persona” e un vero “luminare” nella professione… non a caso la dotta Ada Resta cita in sua memoria il verso manzoniano … “Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio sorge or commosso al subito sparir di tanto raggio…”.
Sebbene siano passati un po’ di giorni dalla sua scomparsa, sentivo il dovere di ricordare una bella figura di uomo… amico, marito, fratello, padre, familiare e medico… e rendere a lui i doverosi omaggi.
Ciao, Piero!
Pantaleo Gianfreda
Grazie per aver dedicato un omaggio a un grande medico, capace di rispetto verso tutti e devoto alla sua terra d’origine. Era stato tra i primi laureati in Medicina alla Cattolica, quando il Policlinico Gemelli era stato appena aperto. Avrebbe potuto fare la carriera lì come gli altri del suo corso, e invece aveva scelto di tornare a esercitare la professione nella sua terra. Addio a una grande persona, aveva sempre una parola attenta per tutti, senza alterigia nonostante i meriti. Condoglianze alla famiglia.
Bravo Pantaleo a dare spazio nella tua rubrica al ricordo di persone che nella vita si sono distinte per capacità umane e professionali.La morte come “livella”, come diceva il grande Totò, fa solo riferimento agli aspetti economici e sociali della questione,non certo a quelli morali, culturali e scientifici, che restano comunque discriminanti e non “livellati” dall’estremo distacco.
A buon intenditor poche parole!
Ho dei ricordi bellissimi che mi legano al dottore e sua moglie…..ricordi di quei pomeriggi dove loro venivano a trovare la madre ed io che all’epoca ci abitavo accanto trascorrevamo il tempo tutti insieme a ridere e scherzare…..ciao dottore che il mio abbraccio possa arrivare fin lassù…..