Polo unico scolastico: ottima decisione, pessima localizzazione (ex asilo nido)… meglio nell’ariosa e spaziosa area del Palazzetto dello Sport

4 Novembre 2020 Off Di Pantaleo Gianfreda
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L’Amministrazione comunale ha deciso di procedere alla costruzione di un nuovo e moderno edificio scolastico come “Polo unico” di tutte le attività della Scuola dell’obbligo (Infanzia, Primaria e Secondaria). Ha chiesto alla Regione un finanziamento di cinque milioni ed ha ottenuto (per ora, se ho ben capito) la disponibilità di un milione e mezzo.

Condivido pienamente la scelta dell’Amministrazione di costruire un nuovo ed unico Polo scolastico.

Non convince per niente, invece, la localizzazione del nuovo Polo nell’area dell’ex asilo nido di via Croce, che, così come deciso dalla Giunta, dovrebbe essere demolito e ricostruito.

L’ex asilo nido di via B. Croce

Perché, invece, non si costruisce il nuovo Polo in area “San Sumà”, dove è ubicato il Palazzetto dello Sport?!?

Si è ancora in tempo per riflettere e fare la scelta migliore, più funzionale e opportuna, considerato che la decisione è una di quelle che incide notevolmente sulla vita della comunità almeno per i prossimi 40-60 anni.

L’area è molto ampia (è estesa 24.027 mq), vi è una vecchia masseria, è posizionata in uno dei punti strategici del paese e sarebbe ben servita da una serie di accessi stradali. Quasi due ettari e mezzo di terreno di proprietà comunale (acquisiti nell’aprile 2009 per soli 65.000 euro), su cui ci sarebbe da “sbizzarrirsi”. Potrebbe, infatti, diventare “luogo ideale” di un moderno e avveniristico Polo educativo-culturale, ma anche sportivo, ricreativo e ambientale.

Vista l’importanza del problema, avrei voluto argomentare nel comizio del 25 ottobre (poi non tenuto per i noti problemi) le motivazioni della condivisione, da una parte, e del dissenso, dall’altra. Non essendo stato possibile, cercherò di farlo, seppur in modo schematico, con questo articolo.

Premetto che da anni vado caldeggiando la costruzione di un nuovo Polo scolastico. Anche per questo mi trova concorde la “scelta di principio” dell’Amministrazione.

Nei documenti programmatici delle ultime elezioni amministrative, tutti da me elaborati e poi condivisi con gli altri, ho sempre sottolineato la necessità di costruire un “nuovo Polo scolastico”.

La proposta era presente nel 2006 nel programma della lista “Unione per Collepasso” (che vinse le elezioni con Vito Perrone sindaco), in cui era prevista “la possibilità, in sede di formazione del Piano Urbanistico Generale, di individuare le aree per la costruzione di un nuovo Polo scolastico efficiente e moderno”.

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Era presente nel programma della stessa lista nelle elezioni 2011 (vinte poi da Menozzi), in cui si esplicitava ancor meglio la proposta: “Alla luce dell’avvenuta acquisizione da parte del Comune dell’ampia area in zona “San Sumà”, possibilità di costruire un unico e moderno Istituto scolastico che accorpi e unifichi le attività didattiche dell’Istituto Comprensivo (Scuola dell’Infanzia, Scuola Primaria e Scuola Secondaria)”.

Infine, nelle elezioni 2016, la mia lista “Bene in Comune” auspicava la scelta delle suddette aree “al fine di valorizzare anche a fini scolastici il nuovo Palazzetto dello Sport e l’antica masseria ivi presente”.

Occorre chiarire che tali scelte stavano maturando già nel 2010-11, quando rivestivo la funzione di assessore all’Urbanistica, in vista della definitiva elaborazione del Piano urbanistico Generale (P.U.G.), già “in dirittura d’arrivo” e, purtroppo, lasciato “marcire” in quest’ultimo decennio amministrativo. Se il nuovo Pug fosse stato approvato, si avrebbe chiaro e definito il quadro di riferimento programmatorio complessivo del nostro Comune entro cui “calare” le scelte concrete.

Da assessore all’Urbanistica e allo Sviluppo economico, avevo le idee ben chiare circa la nuova “identità” socio-economico-urbanistica del paese, che prevedeva, tra l’altro, la localizzazione del Polo scolastico nell’area dove è in costruzione il Palazzetto dello Sport e la trasformazione degli attuali edifici scolastici per altri servizi.

L’idea, ad esempio, era che un asilo nido potesse essere ristrutturato e utilizzato (e affittato) come Caserma dei Carabinieri e l’altro adibito a “Centro culturale e di servizi per i giovani” con annessa biblioteca (in questi anni la Regione ha erogato ed erogherà ancora milioni di euro per nuove biblioteche e servizi culturali), mentre per gli altri due Istituti scolastici si ipotizzavano diverse soluzioni. Si ventilava, tra le altre, l’ipotesi di trasformare in “area a verde”, funzionale al vicino Castello, quella della scuola primaria, mentre l’area della secondaria poteva essere tipizzata come “ospitalità” con il possibile insediamento di strutture ricettive (albergo, “case vacanze” o similari), funzionali alla valorizzazione dei contigui campetti sportivi, del Parco Bosco e del “circuito” (era stato presentato, a tal proposito, un puntuale ed ampio progetto di valorizzazione). Senza dimenticare, poi, che vi è sul territorio un Istituto di Scuola Superiore, di recente costruzione, oggi chiuso e deserto, che rischia di “andare in malora” e per il quale c’è l’immediata e assoluta necessità di ipotizzare e decidere, di concerto con la Provincia, un nuovo e diverso utilizzo.

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A supporto della necessità di prevedere la costruzione del nuovo Polo scolastico in località “San Sumà”, mi permetto alcune brevi considerazioni.

La prima. Pare che, dopo tanti anni, sia in dirittura d’arrivo il completamento del Palazzetto dello Sport, che alla fine sarà costato forse un milione e mezzo di euro. Pongo una semplice domanda: sarà mai veramente funzionale e funzionante o rimarrà solo una “cattedrale nel deserto” e rischierà di “andare in malora”?!?

Il Palazzetto aveva una sua logica dieci anni fa, in presenza di una società e di una forte squadra di pallavolo (la “Luna blu”) che militava in categorie superiori, aveva molti tesserati e una certa forza economica e poteva gestire la struttura. Oggi, “sparite” da anni società e squadra, chi sarà in grado (e per cosa) di gestire una struttura così imponente ed onerosa?!? La soluzione potrebbe essere il classico “uovo di colombo”.

Il Palazzetto potrebbe diventare la “palestra” (già costruita) per il nuovo Polo scolastico, annessa a questo e da questo gestita, con l’ulteriore possibilità (per la scuola) di ricavare qualche utile nel caso qualche società sportiva locale o di Comuni vicini ne chiedesse l’utilizzo. Comunque, l’“annessione” all’istituzione scolastica darebbe la matematica certezza che il Palazzetto verrebbe utilizzato e manotenuto.

La seconda. Su due ettari e mezzo di terreno si potrebbero realizzare piste o altre iniziative sportive, ampi parcheggi e altri servizi e si potrebbe riempire l’area di alberi e tanto verde, dove i nostri bambini e ragazzi, oltre a respirare aria buona e pulita, potrebbero svolgere le più svariate attività ludiche, ricreative e formative (di contro, la localizzazione nell’ex asilo nido, oltre a rendere evidenti difficoltà di circolazione e parcheggi, rende “asfittici” e insussistenti questi servizi e impossibili altre attività).

La terza. L’ampia disponibilità di aree potrebbe permettere l’edificazione a piano terra di moduli scolastici (Infanzia, Primaria, Secondaria) distinti e separati (seppur tra loro collegati), arieggiati e luminosi, con la possibilità di installare e sperimentare le più moderne tecnologie per il risparmio energetico (e non solo).

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La quarta. La presenza della storica masseria “San Sumà”. Ristrutturata e valorizzata, la masseria potrebbe essere di supporto alla formazione dei ragazzi (e non solo). Ad esempio, essere utilizzata come museo della civiltà e della cultura contadine e, al contempo, diventare front office di attività promozionali del paese lungo il percorso turistico Gallipoli-Otranto.

Masseria “San Sumà”

La quinta. La contigua presenza nell’area di un reperto di “archeologia agro-industriale”, qual è la Cantina sociale, potrebbe stimolare nuove iniziative imprenditoriali private o pubbliche (il Comune potrebbe anche acquisirla) funzionali alla valorizzazione e promozione di attività e prodotti agricoli e artigianali.

Potrei aggiungere altre considerazioni, ma mi fermo qui (e spero di poter prima o poi motivare in un pubblico confronto idee e proposte).

Concludo, però, ricordando a tutti che siamo in una fase in cui abbondano finanziamenti comunitari (e non) da cui attingere “a piene mani” per rimodellare e modernizzare un paese che, senza un auspicabile “colpo d’ali”, sta rischiando l’estinzione.

E se non si vuole rischiare l’estinzione, bisogna ripartire proprio dalle scuole e dalla formazione. Da scuole moderne, belle, accattivanti, aperte alla modernità e tecnologicamente adeguate, inserite in un contesto socio-formativo-ambientale che induca al “piacere” di formarsi, al senso di “comunità” e ai “buoni sentimenti” e a doverosi investimenti ambientali ed eco-compatibili, cardine per un diverso sviluppo socio-economico che rispetti e valorizzi l’ambiente, la natura e la stessa sopravvivenza dell’umanità.

Mi auguro che su queste importanti tematiche si apra un confronto serio e costruttivo nelle Istituzioni comunali e scolastiche, nelle associazioni, nelle parrocchie e in tutta la comunità.

Una scelta così impegnativa ed importante ipoteca il futuro delle nuove generazioni per i prossimi 40-60 anni e non può limitarsi ad un veloce confronto tra quattro persone nel chiuso di una stanza municipale. Deve, invece, interessare e coinvolgere un vasto fronte sociale e associativo.

Un futuro migliore per le nuove generazioni si costruisce anche mettendo a disposizione un contesto sociale, ambientale e culturale, dove svolgere nel migliore dei modi tutte le attività possibili all’acquisizioni di saperi.

L’invito spassionato e appassionato che faccio a sindaco ed amministratori (maggioranza e minoranza) è, pertanto, quello di fermarsi un attimo e ragionare insieme a tutta la comunità sull’ubicazione migliore e più funzionale del nuovo Polo unico scolastico.

Pantaleo Gianfreda


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