“Storia (e storie) da raccontare” a “mastri”, “maggiordomi” e “giullari di corte” dell’infido leghismo “pagliaro-padano”
13 Settembre 2020Un paio di mesi fa la grancassa mediatica “pagliara” annunciava urbi et orbi “il passaggio di testimone a Collepasso” e la nomina di un “nuovo coordinatore” del “Movimento Regione Salento”, sigla politica “saltimbanca”, oggi “cavallo di Troia” del leghismo salviniano in periferiche terre salentine (cliccare e leggere).
“Ho subito deciso di sposare questo progetto proprio perché Paolo Pagliaro ha una storia da raccontare e tante ancora da scrivere per questo nostro Salento”, dichiarò il nuovo “mastro”, che sostituiva quello precedente, il consigliere comunale che “parlava con il rospo nel bosco”, “promosso” responsabile provinciale del “Sociale” dello stesso movimento.
E fu così che il neo-“mastro”, già “illuminato” “giullare a corte”, divenne “illuminante” “giullare di corte” del leghismo “pagliaro” (ndr: chiamasi “leghismo pagliaro” una sottospecie più raffinata del truce leghismo salviniano, che, sempre nel solco dell’antico camaleontismo meridionale, si pone al servizio dei potentati economici settentrionali al fine di trarne profitto personale e si “mimetizza” sotto altre sigle per raccogliere consensi politici)… e dispiegò tutta la sua energia (elettrica e mediatica) e ogni freccia del suo “ar.co.” come cantore e menestrello delle “mirabilia pagliarine” e di “una storia da raccontare”…
…“una” o… molte “storie”?!?
Ci parlerà, ad esempio, della clamorosa “truffa della 488” (le legge che erogava finanziamenti alle imprese), che nel 2004 vide l’arresto del noto consulente Napolitano, in cui Pagliaro era “imputato di concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato, in seguito ad indagini di p.g. condotte dal pm Imerio Tramis”?!? Ci dirà se corrisponde a verità quanto riporta la giornalista Marilù Mastrogiovanni (toh… guarda caso… omonima del nostro “mastro”!) e cioè che Pagliaro per evitare il carcere dovette ammettere le sue responsabilità e “restituire il malloppo nell’esatta misura in cui è stato incassato: la conversione in euro di 2.050.000.000 di lire” (un milione di euro)?!?
Oppure le vicende giudiziarie che nel giugno 2006 portarono il Pagliaro agli arresti domiciliari per otto giorni con l’accusa di corruzione nell’indagine che ruotava proprio attorno all’ex governatore Fitto?!?
Vicende e risposte che gli elettori e le elettrici avrebbero il diritto di conoscere prima di dare il voto… soprattutto per “tranquillizzare” le coscienze oneste ed “illibate” – sebbene “libate” da dionisiache “gocce” di ipocrisie – dei fans collepassesi “curti e longhi”, veri “mastri” nel “predicare bene e razzolare male”.
Fu proprio la Mastrogiovanni, coraggiosa giornalista salentina di Casarano, a svolgere lunghe e dettagliate inchieste su Pagliaro, il suo “impero virtuale”, “gli scheletri nell’armadio e le ombre di un uomo politico che è anche un editore”, ecc..
Per avere, un piccolo “assaggio” cliccare su “L’impero virtuale”.
“A Paolo Pagliaro, fruitore di ingenti finanziamenti pubblici … tra le tante illiceità, contestavo – scriveva la Mastrogiovanni – il ricorso ad artifici contabili per scalare le vette della classifica stilata dal Corecom, per accedere ai finanziamenti statali destinati alle tv locali”… e la Guardia di Finanza avviò poi un’indagine e a Pagliaro furono revocati contributi che non spettavano.
Quelle inchieste costarono, però, alla coraggiosa giornalista una sfilza di querele “pagliare” e nove anni di un lungo calvario giudiziario, conclusosi con l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”. I Giudici, anzi, stigmatizzarono la pretestuosità delle denunce del Pagliaro, definite “un’azione solo strumentale” ed “un indebito atto di pressione” nei confronti della giornalista (cliccare su marilumastrogiovanni.it).
Solo per queste vicende il soggetto avrebbe dovuto già da tempo rinunciare alle sue ripetute velleità di rivestire ruoli pubblici.
Egli, invece, insiste da anni, attuando ogni più spericolata “capriola” politica, usando i suoi media per “accarezzare” il potere o chi gli può essere utile (persino l’ultimo “utile idiota” vanaglorioso di un paesino che si sente “realizzato” ad apparire in televisione), e utilizzandoli come “clava” contro gli avversari… è il classico “guerra e pace”… “guerra” con chi lo ostacola… “pace” con chi gli è accondiscendente…
È stata “guerra” persino con Fitto e Salvini, con i quali, alla bisogna, ha fatto “pace”.
Sorvolo sulla “guerra e pace” con Fitto.
Fu “epico”, invece, nel 2011 lo scontro con la Lega, la cui emittente “Radio Padania” (direttore Matteo Salvini) aveva “occupato” ad Alessano antenne e frequenze di una radio di Pagliaro, che così attaccò i leghisti padani: “150 anni fa occuparono la nostra terra, con fucilazioni, stupri, saccheggi di banche e opere d’arte. Oggi, con la stessa logica da conquistatori, vengono a scipparci pure le frequenze?”.
… poi, nel settembre 2019, scoppia la “pace” con Salvini e aderisce alla Lega… “sono approdato nel mio porto naturale”, dichiarò Pagliaro…
…ma a quanti “porti naturali” è approdato Pagliaro in quest’ultimo decennio?!?
Di “approdo in approdo”, il soggetto ha un’innata vocazione all’autolesionismo e alle “trombature” politiche, nonostante l’uso spregiudicato dei suoi media, la penosa strumentalizzazione di “Cuore Amico” (finanziato con i contributi e la generosità dei cittadini) e di tante e drammatiche situazioni personali e familiari.
È stato meschino e vergognoso, ad esempio, l’uso strumentale ed elettoralistico che ha fatto dei “pacchi dono” di “Cuore Amico” consegnati personalmente a fine luglio nelle studiate “tappe di solidarietà” (!!!) anche a tante parrocchie, compresa la “Cristo Re” di Collepasso.
Pagliaro non si è solo limitato a consegnare i pacchi, ma si è fatto accompagnare da “mastri” e “giullari di corte” locali e dalle sue Tv, che hanno “strombazzato” gli eventi “caritatevoli” (!!!) sui suoi Tg con interviste a lui e a tanti poveri “curati”, “vittime inconsapevoli” (mi auguro) delle trappole elettorali “pagliare”.
Non c’è limite alla vergogna, soprattutto per chi ama “sbandierare” il suo pseudocristianesimo con squallide esibizioni di “carità pelose” destinate solo ad acquisire consensi elettorali e “comprare” le coscienze e i voti di bisognosi e sofferenti, mentre la vera carità è, per sua natura, silenziosa e discreta (come insegna il Vangelo e ricorda Papa Francesco, per il quale, tra l’altro, le politiche sociali leghiste sono quanto di più antitetico possa esserci al Vangelo).
Il fatto è che stavolta, in occasione delle prossime elezioni regionali, Pagliaro sta usando tutti i metodi possibili pur di essere eletto e non subire ancora l’onta di una nuova “trombatura” dopo le tante già subite.
Ne riepilogo solo alcune.
Nel febbraio 2012 si candidò come sindaco di Lecce nelle primarie del centrodestra… bocciato!
Nell’ottobre successivo dimostrò persino un fugace interesse per Matteo Renzi in occasione delle primarie per la segreteria nazionale del Pd (“Con lui c’è comunanza di intenti e assonanza di idee”, dichiarò).
Nelle elezioni politiche del 2013 si candidò alla Camera dei Deputati con il Mir (“Moderati in Rivoluzione” !!!), altro movimento “ballerino” di cui Pagliaro divenne coordinatore regionale… nuova “trombatura”… il Mir prese solo lo 0,24% a livello nazionale e lo 0,44% in Puglia.
Nel 2015 il “grande salto” in Forza Italia, dove venne nominato nell’Ufficio di Presidenza nazionale, e la presunta e sbandierata “intimità” con Berlusconi, il suo vero (ed irraggiungibile) “modello”… anche nelle “pose galanti”.
Dopo tante delusioni, sembrava fatta, in occasione delle elezioni del marzo 2018, per ottenere un “posto al sole” nel Parlamento… venne indicato come capolista a Lecce… poi la “doccia fredda”… escluso e nuovamente “trombato”, stavolta con “contentino”… venne “dirottato” al n. 3 del listino del Collegio plurinominale Taranto-Brindisi-Monopoli, rendendone impossibile l’elezione.
… infine, nel settembre 2019, l’altro “grande salto” alla corte del nuovo “re d’Italia”, quel Salvini subito “autodetronizzatosi” tra i fumi dell’alcool, selfie improponibili, boccacceschi e vergognosi (per un – allora – Ministro della Repubblica) e compagnie “succinte” sulla spiaggia del Papeete.
Insomma… da anni Pagliaro è “alla ricerca dell’Arca” per “custodire” e tutelare meglio i suoi interessi economici e mediatici con una presenza diretta e personale nei decisivi gangli del potere politico.
Potrei continuare, ma mi fermo qui… non prima di aver posto al locale “mastro-giullare di corte” una “domandina”: a parte le “storie” ormai logore e logorroiche dei suoi “castelli di sabbia” mediatici usati come “trampolino di lancio” per antiche e mai sopite ambizioni politiche… è questa “la storia” (o, meglio, “le storie”) che Pagliaro ha “da raccontare”?!?
Povero Salento, allora… alla mercé di nuovi “camaleonti” e avventurieri, di “ascari” e “maggiordomi” al servizio del bieco leghismo antimeridionale, che agisce, come lo stesso Pagliaro diceva nove anni fa, “con la logica da conquistatori”!
Ha proprio ragione il Governatore campano De Luca: “Posso capire tutto, ma come si fa a fare i maggiordomi di chi per anni ha offeso Napoli, la Campania e il Sud? C’è una cosa che si chiama dignità e che va al di là della politica”.
… ma nuovi “maggiordomi” e antiche “cameriere” del potere, come l’altra candidata leghista collepassese Marra (“gran dama” del “vuoto spinto” politico…), conoscono la parola “dignità”?!?
Pantaleo Gianfreda
Insulti e minacce di un “mastro” dopo la pubblicazione dell’articolo sulle “storie pagliare”
Post scriptum
Colgo l’occasione per porre un’altra “domandina” al neo “mastro” politico che con evidenza lapalissiana da tempo “prepara il terreno” per sostituire nelle prossime Amministrative la cognata consigliera comunale con delega alle Politiche sociali, che “esercita” (!!!) da anni lontana 1000 chilometri da Collepasso… stando a Milano!
Una “domandina” che rivolgo in contemporanea al zelante consigliere-mastro “che parla con il rospo nel bosco”, oggi responsabile provinciale (!!!) del “Sociale” del movimento Regione Salento…
…secondo voi, zelanti neo e vecchi politici “pagliari” e (a parole) così sensibili al “sociale”, è corretto e normale che la celebre e assente cognata non abbia mai sentito il dovere di rassegnare le sue dimissioni, essendo materialmente impossibilitata ad esercitare le sue funzioni di consigliera e, soprattutto, di onorare degnamente la delicata e importante delega ricevuta?!?