9 maggio, “Giornata in memoria delle vittime del terrorismo”: 42 anni fa i barbari assassini di Moro e Impastato
9 Maggio 20209 Maggio, “Giornata in memoria delle vittime del terrorismo” e 42° anniversario dei barbari assassini di Aldo Moro e Peppino Impastato.
La Giornata, istituita con legge 56/4.5.2007, viene celebrata in questo giorno proprio in considerazione che il 9 maggio 1978 furono uccisi Moro e Impastato, il primo dai terroristi e l’altro dalla mafia.
L’immagine del cadavere di Moro nel bagagliaio di una Renault 4 rossa lasciata in via Caetani, a pochi passi dalle sedi della D.C. e del P.C.I., i due maggiori partiti popolari del Dopoguerra, è fissata ormai nella memoria collettiva e molti dei misteri sul suo assassinio rimangono tuttora irrisolti.
Il giornalista Antonio Ferrari, per lungo tempo inviato del “Corriere della Sera”, scrisse nel 1981 un avvincente romanzo-inchiesta, “Il Segreto”, sulla storia del “mistero dei misteri d’Italia: il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro”. Qualcuno, però, ne impedì la pubblicazione perché, spiegò lo stesso giornalista, “metteva in discussione quello che si doveva credere”. Il libro è stato pubblicato solo quattro anni fa e la sua trama è forse quella che più verosimilmente potrebbe avvicinarsi alla realtà (l’ho letto “d’un fiato” recentemente e mi è molto piaciuto e mi ha appassionato).
Lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della giornata odierna, ha ricordato che sono ancora tanti i “punti oscuri” della vicenda e che occorre “continuare a cercare la verità” perché il “supplizio di Moro è una ferita insanabile”.
Peppino Impastato, giovane siciliano di sinistra (era iscritto a Democrazia Proletaria) e giornalista di radio libera “Aut”, fu ucciso dalla mafia perché ne denunciava apertamente il malaffare. Il suo corpo fu trovato dilaniato sui binari di una ferrovia e si riuscì a recuperare solo brandelli sparsi nel raggio di decine di metri.
Anche in questo caso si tentò di depistare le indagini facendo passare il suo barbaro assassinio per suicidio.
Solo anni dopo si riuscì a stabilire la verità, grazie all’impegno della madre e del fratello Giovanni, che continua a portare sulle piazze e nelle scuole il ricordo e il messaggio di Peppino.
Il regista Marco Tullio Giordana ha girato nel 2000 un film dedicato all’eroica figura di Peppino, “I Cento passi”, interpretato da Luigi Lo Cascio, che ha avuto molto successo ed ha contribuito a scuotere le coscienze sulla ferocia della mafia e sull’impegno civile e politico del giovane martire siciliano.
Accanto a Moro e Impastato, ricordiamo anche le tante altre vittime del terrorismo.
Tra questi:
- Giorgio Ambrosoli, avvocato, ucciso nel 1979 da un killer ingaggiato da Sindona.
- Vittorio Occorsio, sostituto procuratore a Roma, 47 anni, ucciso da Ordine Nuovo nel luglio del 1976.
- Emilio Alessandrini, sostituto procuratore a Milano, ucciso da Prima Linea il 29 gennaio 1979.
- Francesco Coco, procuratore d’appello a Genova, 67 anni, ucciso dalle Brigate Rosse nel 1976 con due agenti della scorta.
- Nicola Giacumbi, procuratore capo a Salerno, 51 anni, ucciso dalle Brigate Rosse nel marzo del 1980.
- Girolamo Minervini, direttore generale degli istituti di pena, 61 anni, ucciso a Roma dalle Brigate Rosse.
- Riccardo Palma, capo ufficio della direzione degli istituti di pena, 62 anni, ucciso a Roma dalle Brigate Rosse.
- Mario Amato, Pubblico Ministero a Roma, fu ucciso dai NAR per le indagini sull’eversione neofascista in città.
- Fedele Calvosa, procuratore di Frosinone, 59 anni, nel 1978 ucciso dalle Formazioni Comuniste Combattenti.
- Girolamo Tartaglione, direttore generale degli affari penali, 67 anni, ucciso a Roma dalle Brigate Rosse nel 1978.
- Guido Galli, giudice istruttore a Milano, 47 anni ucciso da Prima Linea nel marzo del 1980.
- Walter Tobagi, giornalista, ucciso dalla Brigata XXVIII marzo nel 1980.
- Fulvio Croce, presidente dell’Ordine degli avvocati del Tribunale di Torino, ucciso a Torino il 28 aprile 1977.
- Guido Rossa, operaio comunista e delegato Cgil, 44 anni, ucciso a Genova il 24 gennaio 1979 dalle Brigate Rosse.
- Andrea Campagna, Agente della Digos, ucciso il 19 aprile 1979 a Milano dai PAC.
Nel suo messaggio per la Giornata odierna, il Presidente Sergio Mattarella ha sottolineato che “è giusto ricordare il coraggio di chi non si è piegato, di chi ha continuato a difendere la libertà conquistata, il diritto e la legalità, le istituzioni che presidiano la vita democratica. Il terrorismo è stato sconfitto grazie al sacrificio e alla rettitudine di molti, e grazie all’unità che il popolo italiano ha saputo esprimere in difesa dei valori più profondi della propria civiltà”.
Pantaleo Gianfreda