A Collepasso, nel referendum del 2 giugno 1946, vinse la monarchia con il 94,43% dei voti … un plebiscito!

2 Giugno 2020 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Si festeggia oggi il 74° anniversario della nascita della Repubblica italiana dopo lo svolgimento del referendum “Repubblica/Monarchia” del 2 giugno 1946.                                                  

Per la prima volta, dopo il ventennio di dittatura fascista, si tennero in Italia libere elezioni a suffragio universale. Votarono anche le donne, sino allora escluse dal voto.

Oltre che per il referendum per la scelta tra la Monarchia, che nel Ventennio si era macchiata di connivenza e collusione con il fascismo, e la Repubblica, si votò anche per l’elezione di un’Assemblea Costituente, cui sarebbe stato affidato il compito di redigere la nuova Carta costituzionale.

Dato l’alto tasso di analfabetismo ancora presente in tutta la Nazione, sulla scheda elettorale vennero contrassegnati i simboli della Repubblica e della Monarchia per aiutare gli elettori nella scelta.     

Votarono 24.946.878 di cittadini/e su 28 milioni aventi diritto (89,08%), i voti validi furono 23.437.143, le sole schede bianche 1.146.729 e quelle non valide (nulle e bianche) 1.509.735.

La Repubblica ottenne 12.718.641 voti (54,27%), 10.718.502 la Monarchia.

La Repubblica vinse, il Re abdicò ed andò in esilio in Portogallo. Enrico De Nicola venne eletto Capo Provvisorio dello Stato dopo una temporanea Reggenza del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi.

Ad esprimersi fu un’Italia spaccata tra Nord e Sud.

Nelle Regioni del Centro-Nord, teatro della lotta antifascista e della Resistenza, prevalse la Repubblica, che distanziò nettamente la Monarchia (soprattutto in Emilia-Romagna e Toscana, determinanti per la vittoria della Repubblica); nelle Regioni meridionali prevalse nettamente la Monarchia.

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In Puglia il voto a favore della Monarchia doppiò quello per la Repubblica (954.754 contro 465.620).

Nella Circoscrizione Lecce-Brindisi-Taranto, sui 700.794 elettori aventi diritto, votarono 630.987 (90,04%). I voti validi furono 596.629, le schede non valide (bianche e nulle) 34.358. La Monarchia ottenne il 75,30% dei voti (449.253), la Repubblica il 24,70% (147.376). A Lecce città l’85,00% la Monarchia (234.459 voti) e solo il 15,00% la Repubblica (41.370).

… e a Collepasso?!?

Nel nostro Comune la Monarchia ottenne un vero e proprio plebiscito: il 94,43% dei voti, contro uno sparuto 5,57% di “eroici” collepassesi che votarono per la Repubblica.

Gli elettori iscritti furono 2.850, i votanti 2.616 (91,79%): 2.442 i voti validi, 108 le schede bianche e 174 le non valide (bianche e nulle).

Per la Monarchia votarono 2.306 cittadini (94,43%), per la Repubblica 136 (5,57%).

Riporto questi dati per “memoria storica” e, soprattutto, per “riflessione” storica…

Oggi festeggiamo tutti la nascita della Repubblica… anche gli eredi politici degli antichi monarchici o filo monarchici e della stessa Democrazia Cristiana.

Non dimentichiamo che i partiti di destra e qualunquisti furono a favore della monarchia, mentre i partiti di sinistra nettamente a favore della Repubblica. Anche nel referendum furono forti ed accese la propaganda e le polemiche anticomuniste dei monarchici (accanto uno dei tanti manifesti).

La Democrazia Cristiana assunse, invece, una posizione ambigua di neutralità, come la Chiesa, ma gran parte degli esponenti locali di quel partito e della Chiesa erano in stragrande maggioranza a favore della monarchia. Come dimostrano i risultati del Sud, dove maggiore erano l’influenza della Chiesa e delle baronie politiche che dal fascismo si riversarono nella Democrazia Cristiana.

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Guardando quel risultato di Collepasso nel referendum del 1946, forse ci sarebbe oggi da vergognarsi e da riflettere un po’… un plebiscito per la monarchia!

Ieri, come oggi, Collepasso (e tanta parte del Sud) privilegia in maggioranza posizioni politiche e sociali retrograde e anacronistiche e personaggi politici ambigui, retrivi, reazionari, codini… gli stessi che, dopo aver combattuto posizioni innovative e progressiste, cercano poi di metabolizzarne gli effetti e persino di esserne gattopardeschi “alfieri”.

Forse anche di questo molti se ne vergogneranno tra qualche anno, quando le acque limacciose di certa deplorevole attualità, che oggi sfugge ai più, si sedimenteranno negli anni a venire e saranno rese chiare dalla Storia, che ci farà vedere la limpida “verità” ed insieme ad essa il fangoso residuo rimasto depositato (e, purtroppo, dimenticato) nelle profondità di memorie ormai perdute…

Riflettiamo ed impariamo dal passato… non aspettiamo che la Storia ci indichi domani gli errori presenti, guardiamo ad essa come vera “maestra di vita” per vivere con più attenzione e spirito critico i tempi presenti… per non vergognarci domani di quello che è stato ed è l’oggi!

…bisognerebbe studiare di più la Storia… o, almeno, leggere qualcosa della Storia… perché, come scriveva Cicerone, “La Storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità”.

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Pantaleo Gianfreda


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