Dopo anni e anni di abbandono, sarà finalmente (forse) funzionante il moderno Centro diurno di via Avv. Longo

19 Maggio 2020 Off Di Pantaleo Gianfreda
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L’interno del moderno (e sinora abbandonato da anni) Centro diurno

Ad ormai imminente conclusione del suo mandato, Menozzi forse ha messo la parola “fine” ad una lunga e stucchevole “telenovela” che ha caratterizzato l’intero arco del suo nefasto decennale amministrativo.

Si tratta del Centro diurno – già “per Anziani” e poi impropriamente trasformato in “socio-educativo e riabilitativo per diversamente abili” -, la cui gestione è stata finalmente assegnata alla “Società Villa Felice Servizi” di Racale (LE), che pagherà un canone di locazione annuo di € 3.600, con determinazione dirigenziale n. 53 del 12 maggio 2020 (cliccare su Assegnazione gestione Centro).

Una vicenda scandalosa – per certi versi molto più dell’altra del “rondò Masseria Grande” -, iniziata nel lontano 2009, che sembra finalmente avviata a conclusione.

Dico “sembra” perché, nonostante gli atti ufficiali, è legittimo, visti i protagonisti della lunghissima “telenovela”, essere diffidenti come l’apostolo Tommaso (“Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò”)… per cui attendiamo per gioire che il Centro inizi a funzionare veramente!

D’altronde, qualche dubbio lo deve nutrire lo stesso Menozzi, (a)normalmente così prodigo di autocelebrazioni sul suo profilo facebook, che, stranamente, non ha ancora fatto cenno alla vicenda né dato alcuna comunicazione… sarà certamente il senso di vergogna che prova per aver lasciato marcire per anni ed anni nell’indifferenza e nell’abbandono un modernissimo Centro diurno, costato 600mila euro alla comunità (…e speriamo che il logorìo del tempo non ne abbia compromesso la funzionalità!).

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La vicenda, infatti, risale alla fine del lontano 2009 (undici anni fa!), quando, da assessore alle Politiche sociali, riuscii a “strappare” nel Coordinamento Istituzionale dell’Ambito sociale di Casarano un finanziamento della Regione di € 558.000 (altri 42 mila li metterà il Comune) per la realizzazione di un moderno Centro diurno per Anziani a Collepasso attraverso il recupero funzionale dell’ex asilo nido di via Avv. A. Longo e, nel giro di pochi giorni, predisporre un progetto, approvato dalla Giunta con delib. 212/30.12.2009.

Trattandosi di progetto inserito in un più generale Accordo di Programma tra Regione ed Ambiti sociali, il finanziamento fu fruibile quasi subito. La Giunta approvò il relativo progetto esecutivo con delib. 74/18.4.2011 e i lavori vennero aggiudicati in via definitiva (con l’impegno a concluderli in “un tempo contrattuale di 80 giorni naturali consecutivi”) dalla nuova Amministrazione Menozzi il 6.12.2011.

… da allora iniziò la “via crucis”… perché, nonostante i lavori fossero di fatto conclusi a metà 2012, quel Centro, così moderno e splendente, rimase nell’abbandono più totale… quasi una sorta di “rimozione” del complessato Menozzi verso le “buone opere” della precedente Amministrazione.

Lo stato di abbandono del Centro in questi lunghi anni

Non sto qui a ricordare le mille battaglie personali fatte per l’apertura del Centro… le tante interrogazioni presentate… i tanti articoli scritti… le tante terapie termali (inalazioni, vaporizzazioni, insufflazioni tubo-timpaniche, politzer) e non (tanti gli “apparecchi acustici” offerti) per curare l’inguaribile “sordità” menozziana!

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Fatto sta che nell’ottobre 2015 l’ineffabile Menozzi decide di trasformare il mai aperto “Centro diurno per anziani” in “Centro diurno socio-educativo e riabilitativo” presentando alla Regione un’incredibile (e falsa) attestazione di “insussistenza di fabbisogno” del Centro diurno per anziani a Collepasso!

Il Centro rimane, però, ugualmente chiuso, tant’è che il 21 novembre 2018 la Regione Puglia è costretta ad inviare una nota al Comune per chiedere “una verifica di messa in funzione della struttura”, minacciando “nel caso di sua assenza” che “verrà avviato nei confronti dell’Ente il provvedimento di revoca del finanziamento”.

L’ultimatum della Regione costringerà il sonnacchioso e complessato Menozzi ad “accelerare” (… si fa per dire!) i tempi, terrorizzato dalla minaccia della Regione di recuperare dal bilancio comunale i 558mila euro concessi nel lontano 2010… sicuramente senza quest’ultimatum Menozzi starebbe ancora pensando solo ai suoi tanti e privati “centri diurni” (e notturni) acquistati ingordamente nel frattempo!

Ora siamo alla conclusione (almeno ci auguriamo!) di questa vicenda che sarebbe poco definire scandalosa, “freudiana” e “kafkiana”!

Un ringraziamento finale per la conclusione (ci auguriamo!) della vicenda va certamente fatto alla “desaparecida” (da anni) Consigliera delegata alle Politiche sociali, “in volontario esilio” a Milano, la quale ha sempre (o)riglia(to) e forse anche “ragliato” dalla metropoli lombarda per sollecitare l’apertura del Centro.

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… o no, “belle Gabrielle de Renoir”… “attached as a mussel” alla “poltroncina” da mille chilometri senza mai sentire il dovere etico, politico e morale di dimetterti dalla tua “inutilità” amministrativa?!?

Pantaleo Gianfreda


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