La carriera di Arturo De Prezzo, ex pugile di origine collepassese, in un articolo del quotidiano on line di Bolzano

23 Aprile 2020 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Arturo De Prezzo negli anni ’70

L’“Alto Adige”, quotidiano online di Bolzano, ha pubblicato il 19 aprile scorso un lungo articolo dedicato ad “Arturo De Prezzo e Antonio Antino i due “gemelli” bolzanini del ring”.

Per chi non lo sapesse, Arturo De Prezzo, 66 anni, è stato un noto boxeur italiano e campione nazionale juniores della categoria “Piuma” nel 1973.

Arturo abita a Bolzano dal 1969, ma è originario di Collepasso, dove torna puntualmente ogni anno per ritemprarsi nel mare salentino e negli antichi affetti familiari (è fratello di Germano).

“Mio papà – mi dice la figlia Karin – è molto legato a Collepasso, sono le sue origini ed è sempre stato orgoglioso delle sue radici”.

Arturo e la figlia Karin in una recente foto

Ad Arturo ho dedicato anche un capitolo del mio primo libro “Paese mio…” (pagg. 28-30) dal titolo “Arturo De Prezzo, originario di Collepasso, indimenticabile campione di boxe” (cliccare su Paese mio… ).

Il lungo articolo del quotidiano on line altoatesino, a firma di Daniele Magagnin, rievoca le “gesta” dei due campioni bolzanini, che si sono anche incontrati in alcuni match nel corso della loro carriera.

Riporto la parte dell’articolo che riguarda il nostro Arturo, al quale invio un caro saluto, ma chi volesse leggerlo integralmente può cliccare su altoadige.it

Arturo De Prezzo (a sin.) e Antonio Antino

Al fianco di Antonio Antino, in modo particolare nei migliori anni dell’agonismo il suo “gemello del ring”, Arturo De Prezzo, anche lui arrivato al professionismo senza mai “volare alto”, senza lasciare il lavoro.

De Prezzo si avvicina al pugilato grazie al fratello che, in Svizzera, aveva cominciato a boxare, nonostante il parere contrario dei genitori.

“Inizialmente, quando cominciai con il pugilato nel 1970 – raccontò al nostro giornale negli anni della carriera professionistica – i miei genitori si opposero. Poi però si lasciarono convincere. Io e Antino abbiamo sviluppato una sorta di carriera parallela. Una volta arrivato al professionismo ho sostenuto molti incontri fuori casa e all’estero. Ho disputato anche due semifinali europee, una a Parigi ed una a Zurigo, in casa di avversari che beneficiarono di tutte le condizioni ambientali, ma non esistevano alternative”.

Allenamenti congiunti con Antino e il maestro Di Curti, a Bolzano, periferia della boxe. Comune denominatore: la passione. Una passione enorme.

Timido, introverso, emotivo, proprio come Antino, forse paga qualcosa proprio per l’aspetto caratteriale. Classe 1954, Arturo De Prezzo, la boxe ce l’ha nel sangue, da sempre. Grande combattente con sudore e fatica come elementi prioritari di una passione che non abbandona mai. Arturo arriva a Bolzano dal Salento, da Collepasso, nel 1969, il 3 agosto, con la famiglia. Il 10 settembre è già nella palestra di viale Trieste agli ordini del maestro Antonio Di Curti.

La boxe come riscatto sociale, voglia di arrivare, di farcela. Esile, ma tenace. Senza paura, pronto a picchiare duro. Gancio destro micidiale. Tre mesi dopo il “primo ring” in un meeting ufficiale. Quasi tre lustri di palestra, botte, combattimenti epici. Campione italiano juniores dei “piuma” nel ’73, grazie a sei successi di fila.

Arturo (a sin.) con Franz Haller, già suo allievo boxeur

La boxe gli apre la porta del gruppo sportivo dei Carabinieri. Gli fa girare il mondo. Partecipa agli Europei. Entra nella Nazionale. Conosce tutti i più grandi. Come Monzon e Benvenuti.

Dieci anni di boxe, tra il 1973 e l’83, ma il pugilato non basta per campare e De Prezzo comincia a lavorare come apprendista per poi diventare artigiano calzolaio. 18 incontri da pro con 11 successi, 4 KO, 6 sconfitte (1 KO), 1 verdetti di parità.

Chiusa nel 1983 la carriera da atleta, appesi i guantoni al fatidico chiodo, De Prezzo inizia quella da allenatore. Di pugilato e arti marziali.


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Pantaleo Gianfreda
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