“Salvatore Guido e la tradizione di Santu Lazzaru a Collepasso”: articolo di Mariarosaria Guido su epeira.it

29 Marzo 2020 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Salvatore Guido con Stefano Errico

Riporto il bell’articolo scritto da Mariarosaria Guido per epeira.it, sito con il quale la giovane scrittrice collepassese collabora da tempo, sulla tradizione di Santu Lazzaru a Collepasso e su uno dei suoi maggiori, più noti e sensibili interpreti, Salvatore Guido, detto “Santommu”.

Santu Lazzaru è uno fra i canti più celebri della Passione di Cristo, uno dei pochi a essere ancora tramandato. Nel periodo di Quaresima, di notte, un gruppo di musicisti e cantori si aggirano per le vie del paese intonando questa canzone, solitamente a più voci. La canzone è una cantilena in cui si ripete la stessa melodia nelle varie strofe. Quest’ultime possono anche variare da paese a paese.

Santu Lazzaru come raccolta fondi

Mentre in passato i cantori ricevevano dei doni soprattutto alimentari dalla gente che li ascoltava, oggi è tradizione farlo soprattutto per beneficenza. In questo testo si ripercorrono vari passaggi della Passione di Cristo. Fra questi, ad esempio, troviamo l’Ultima Cena e il Tradimento di Giuda.

Quest’anno, a causa del CoronaVirus CoVid-19, non sarà possibile uscire per cantare “Santu Lazzaru” per le vie del paese. Eppure c’è chi non vuole rinunciare a questa fantastica tradizione. Salvatore Guido, abitante di Collepasso in provincia di Lecce, decide di cantarla in un video su Facebook per allietare, almeno per qualche momento, questo difficile periodo. Ecco come ha descritto questo momento in un’intervista.

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Chi sei e cosa fai nella vita?

Mi chiamo Salvatore Guido. Tutti in paese mi conoscono come Santommo. Sono nato a Lecce il 15 agosto del 1968 e vivo a Collepasso. Mi definisco un discepolo di Fabrizio De Andrè e secondo me la musica popolare, rock, etnica, classica e tutta la musica d’espressione sfociano nella sua filosofia. Nella vita sono un perito industriale e faccio l’elettricista e l’antennista. Inoltre faccio l’avicoltore per passione e l’atleta per amore.

Come hai deciso di partecipare alle serenate di Santu Lazzaru?

Suono e canto Santu Lazzaru dall’età di dieci anni, con una fisarmonica che mi regalò mio nonno. Mio padre mi portava con lui che cantava di basso, come ho fatto anch’io in seguito. Suono la chitarra e la Cupa-Cupa.

Qual è, secondo te, lo scopo di Santu Lazzaru?

Lo scopo di questa tradizione era, e dovrebbe essere, portare la Passione di Cristo alle famiglie con la Resurrezione di Lazzaro, dalla terza domenica di Quaresima. In passato ci si scambiava gli auguri di Buona Pasqua, lodando Dio ed altri santi in modo che le colture, l’ulivo e la vite dessero frutti. L’obiettivo era anche chiedere beni naturali alle persone, come il formaggio, il vino e soprattutto le uova.

Solitamente quante persone vi prendono parte?

A queste serenate prendono parte almeno tre persone: un cantore di alto, un cantore di basso ed un fisarmonicista. Ma si possono anche aggiungere altri svariati strumenti a percussione, a corda e a fiato. L’importante era portare con sé un paniere artigianale, “lu panaru”, per le questue.

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Ogni anno, per quanto tempo si svolgono queste serenate?

Di solito si esce a cantare dalla terza domenica di Quaresima fino alla notte del Sabato delle Palme. Si aspetta che le persone da cui si sceglie di andare siano già a letto, quindi si svolgono più o meno da mezzanotte fino all’alba.

La gente come risponde a questa tradizione?

La serenata la portiamo solo a chi la gradisce ed apre la porta per ascoltare, a prescindere dal fatto che possa o meno donare qualche bene. Le persone colte nel sonno dalle prime notte che sbocciano nel silenzio notturno si emozionano per questa seria ed onesta esibizione.

Quest’anno come ha risposto la gente alla tua esibizione su Facebook?

A causa del CoronaVirus, protagonista di questa Quaresima, non si può uscire per le serenate. Così io e Stefano Errico, cantore alto per DNA, abbiamo cantato Santu Lazzaru a casa mia donandolo tramite Facebook. Lo doniamo a tutto il mondo sapendo che con questa Corona di spine che trasportiamo in questi giorni l’avrebbero gradito molto. Infatti molta gente ha risposto con commozione, come quella provata da noi mentre cantiamo. La versione che ho improvvisato e pubblicato su Facebook è ispirata, come musica e accento, al Santu Lazzaru di Muro Leccese, del gruppo etnomusicale Criamu, che a me piace tanto. Comunque i testi e le musiche dei diversi paesi hanno alcune cose in comune. A Cutrofiano, ad esempio, la canzone si accompagna con accordi maggiori e quindi è più allegretta rispetto ad altri paesi in cui si suona con accordi minori, più tristi ed emozionanti.

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Ho ascoltato personalmente il video di Salvatore Guido per Santu Lazzaru e anch’io ho provato commozione. Si tratta di una tradizione molto amata in tutto il Salento. Ogni notte, in questo periodo, cerco di restare sveglia per aspettare questi cantori ed ascoltare la loro appassionante serenata. L’augurio è quello di sconfiggere il virus e poter tornare presto alla normalità, per prendere nuovamente parte alle tradizioni popolari, tutti insieme, azzerando le distanze.

Mariarosaria Guido, epeira.it


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Pantaleo Gianfreda