Benvenuto 2020… un augurio di generosi e benefici “venti” di pace e fratellanza!

1 Gennaio 2020 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Traggo ispirazione da un significativo presepe e da un libro per fare gli auguri di buon anno per un 2020 di generosi e benefici “venti” di pace, amore e fratellanza!

Il presepe è quello costruito dalla comunità missionaria dei Comboniani di Cavallino, diretta dal caro e generoso P. Gianni Capaccioni, recentemente nominato dall’arcivescovo di Lecce direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale dei migranti (Migrantes). Un presepe emblematico che sviluppa il suo itinerario attorno ad una parola fondamentale per un vero cristiano: “Fratellanza…”.

Fratellanza è…

custodire il creato

costruire la pace

condividere

accogliere

testimoniare l’amore

costruire ponti

Il 2020 è numero “doppio”, emblematico dell’animo e del destino umani… di quell’uomo “giano bifronte” depositario del bene e del male, dal quale possono promanare venti di amore o venti di odio… venti di pace o venti di guerra… venti benefici o venti malefici… che possono salvare o travolgere il destino dell’umanità, soprattutto in quest’epoca così difficile e complessa…

Sta ad ognuno di noi resistere alle burrasche provocate dai malefici venti dell’odio e della guerra e, invece, accogliere e respirare la salutare brezza dei benefici venti dell’amore e della pace.

Certamente il mondo sarebbe migliore se tutti sfuggissimo alle tante ipocrisie del Natale e accogliessimo pienamente l’essenza del messaggio evangelico: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.

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Come cerca di insegnarci “Odierai il prossimo tuo” (“Perché abbiamo dimenticato la fraternità. Riflessioni sulle paure del tempo presente”), il recente libro scritto dal card. Matteo M. Zuppi, il “prete di strada” nominato da Papa Francesco arcivescovo di Bologna.

È scritto nella presentazione del libro: “«Ama il prossimo tuo come te stesso»: è il comandamento evangelico forse più difficile da rispettare oggi, in un Paese incattivito, dove i rapporti e la comunicazione sono dominati dall’aggressività, le porte delle case sono chiuse agli estranei, le donne e gli immigrati sono vittime frequenti di violenze verbali e fisiche. Dove l’inimicizia e le fratture si propagano anche all’interno della comunità dei credenti. Come uomo di Chiesa, Matteo Maria Zuppi ritiene urgente affrontare la questione dell’odio, un sentimento che ci disumanizza e ci condanna alla solitudine. Tanto più se lo percepiamo come forza capace di proteggerci dalle minacce e ripagarci delle ingiustizie subite. … il cardinale di Bologna si interroga sulle paure che alimentano l’ostilità e l’intolleranza. E indaga le conseguenze dell’individualismo sfrenato che induce le persone a idolatrare il benessere personale e le rende impermeabili alle sofferenze altrui, ma anche più fragili e incapaci di pensarsi in relazione agli altri. L’odio ha una capacità distruttiva spaventosa: non lo si può giustificare né tollerare. Bisogna rigettarlo. L’antidoto a questo veleno è l’amore. Non solo per i cristiani. Anche per i non credenti e i fedeli di altre religioni, l’unica risposta possibile è la fraternità. L’invito di Zuppi è una sfida: a ritrovare l’autentica solidarietà, intesa come partecipazione alla vita degli altri; a guardare al pluralismo religioso come a un’opportunità per ritrovare le ragioni della propria fede; a promuovere l’accoglienza che difende la vita; ad aprirsi all’amore, forza creativa capace di cose grandi, che costituisce la dimensione più autentica di ogni essere umano”.

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Concetti profondi sviluppati nel prezioso libro e condensati anche nelle immagini e nei messaggi del presepe dei miei amati missionari Comboniani, sacerdoti e cristiani autentici sul fronte dell’umanità dolente…

Auguro a tutti/e un DuemilaVenti di generosi e benefici “venti” di pace, amore e fratellanza!

Pantaleo Gianfreda

 


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