I venti anni di De Siato al comando della Stazione Carabinieri… un “ventennio” con tanti “chiaroscuri”
27 Settembre 2020Si è tenuto l’altra sera, venerdì 25 settembre, presso l’Auditorium della Scuola Primaria, un “incontro di commiato” con il Lgt. Giovanni De Siato, per venti anni al comando della Stazione dei Carabinieri di Collepasso, trasferito dal 7 settembre ad “altro incarico” (non “superiore”) presso il Comando provinciale, nell’ambito di un fisiologico (e un po’ tardivo) avvicendamento.
De Siato rimarrà, comunque, a Collepasso, seppur come semplice cittadino, avendo deciso di “acquistare casa” nel nostro paese, dove intende “godersi” la sua non lontana pensione.
Nel corso dell’incontro, organizzato da Amministrazione e associazioni, il sindaco Menozzi ha consegnato al Sottufficiale una “pergamena ricordo” in cui è riportato l’encomio che il Consiglio comunale ha approvato nella seduta del 3 settembre (cliccare e leggere).
Si sono poi succeduti diversi e brevi interventi, quasi tutti apologetici. Alcuni sinceri, alcuni forse meno, altri un po’ esagerati, altri chiaramente “interessati” e riconoscenti (almeno per chi conosce delicate e oscure vicende di questo paese) da parte di “miracolati” dal “santo di Lequile”.
Al di là di “apologie” e “riti” convenzionali ed un po’ eccessivi, alcune valutazioni su questi venti anni (almeno per sentire un’“altra campana”) non guasterebbero per riportare nella giusta dimensione “storica” il ruolo e l’incidenza avuti da De Siato. Venti anni sono tanti e incidono notevolmente sull’evoluzione (o involuzione) di una comunità.
Spero di non adombrare nessuno per considerazioni frutto di esperienze dirette. Ho vissuto e visto in questi anni vicende delicate, talora scabrose e inenarrabili, che mi hanno portato da tempo a “farmi un’idea” e “un quadro” ben precisi della “storia” di questo ventennio, che ad alcuni appariranno “fuori dal coro” (ufficiale), ma “in onda” con un prevalente “sentire comune”. Nessun protagonista pubblico può, infatti, sottrarsi mai al giudizio dei cittadini prima e, poi, della “storia”. Men che mai un Comandante dei Carabinieri che ha voluto spesso sovraesporsi, andando talora oltre le sue funzioni, rivelatosi protagonista (consapevole o meno) talora decisivo della vita politica locale, che ha oggettivamente “risentito” di alcune sue azioni (e/o inazioni).
Mi ha colpito dell’incontro, in cui erano prevalentemente presenti rappresentanti delle associazioni locali, l’assenza del “popolo”. La “rappresentazione scenica” della serata, poi, ha risentito di forzature poco consone allo stile dell’Arma, notoriamente riservato, che si sostanzia soprattutto nel giuramento di fedeltà alla Costituzione e nel silenzioso e proficuo senso del dovere che ogni Carabiniere deve sempre avere (sbaglio o erano assenti i Superiori territoriali dell’Arma?!?).
Garantire la sicurezza dei cittadini, prevenire e/o reprimere fatti delittuosi, educare i cittadini alla legalità con il proprio esempio: questo è il compito di un Carabiniere ad ogni livello… non certo quello di “sbrodolarsi” o “autoesaltarsi” pubblicamente in narcisismi inopportuni ed esagerati (come qualche amico Carabiniere mi ha fatto spesso notare), rivendicando persino “massime onorificenze ricevute dall’Arma” (?!?!?), che sono le stesse che quasi tutti i Sottufficiali ricevono in dignitoso silenzio e riconoscente fedeltà all’Arma.
Non compete a me, ma ai Superiori Comandi, un giudizio nel merito dell’impegno contro la microcriminalità e la criminalità comune della locale Stazione in questo ventennio. De Siato ha fatto solo il suo dovere, per il quale è pagato dallo Stato (cioè, da noi tutti). Per quanto mi riguarda, ho sempre combattuto “a viso aperto” l’illegalità ad ogni livello, anche quando certi attuali e poco credibili “cantori” della legalità, compreso qualche carabiniere, erano reticenti o “latitanti”. Al contempo, ho sempre riportato su questo sito le benemerite azioni compiute dalla locale Stazione, talora anche enfatizzandole per “trasmettere” fiducia nei cittadini, spesso sfiduciati, scettici e critici.
La verità è che, dopo i tre brillanti anni del primo e indimenticato Comandante della Stazione mar.llo Francesco Reccia, questo “ventennio giovanneo” si è caratterizzato soprattutto per tanti “chiaroscuri”, di cui non è facile distinguere “luci” e “ombre” e, soprattutto, le non poche “penombre”… cioè, quella “terra di mezzo” stranamente inesplorata.
De Siato è stato “parte integrante”, forse oggettivo “mallevadore”, dell’attuale “sistema di potere” diffusosi come una “gramigna” nel nostro paese (…non ha saputo o voluto far uso del “Roundup”, di cui disponeva in abbondanza nella sua “funzione”, per “diserbare”…), forse uno dei protagonisti principali (consapevole o no) dell’involuzione sociale e politica che ha caratterizzato in questi anni la nostra comunità.
Stranamente, momenti decisivi e significativi della vita politico-amministrativa del ventennio hanno sempre e oggettivamente visto il soggetto “dalla parte” del “vecchio sistema” (prima al governo del paese, poi all’opposizione, da dieci anni di nuovo al governo), garante, in qualche modo, dello “status quo”.
C’è un passaggio significativo nell’encomio approvato dal Consiglio comunale che sembrerebbe confermare questo mio assunto “storico-politico”.
Tra le tante (discutibili) motivazioni c’è anche una che ha fatto “strabuzzare gli occhi” ad un valente militare, che me l’ha fatto notare… quella di aver “sempre collaborato con il Comune”!
Un Comandante di Stazione o qualsiasi Carabiniere “collabora” con lo Stato, di cui è dipendente, “collabora” con i Superiori e la Magistratura… non certo “con il Comune”…, di cui ha, invece, il dovere di controllare costantemente il “tasso di legalità” e riferire agli Organi competenti!!!
Gaffe, goffaggine, incompetenza, eccesso di zelo oppure “lapsus freudiano” che fa emergere una verità scomoda e la riconoscenza del “vecchio sistema”, che ritiene De Siato “uno di noi”?!?
D’altro canto, questa “predisposizione” verso determinate “sponde” è stata ripetutamente e strumentalmente “solleticata” e coltivata da chi aveva colto la propensione del personaggio al protagonismo.
Sarà stato per il carattere un po’ vanaglorioso dell’uomo, che ha avuto sempre una sopravvalutazione eccessiva e spesso invasiva del proprio ruolo (si riteneva impropriamente “il capo del paese” e agiva spesso in quest’ottica distorta), sarà stato per colpa di chi lo ha sempre “adulato” o “lisciato” o “lasciato fare” per convenienza ed opportunismo, sarà stato per gli “intrighi” da cui spesso non sono immuni anche uomini delle Forze dell’Ordine… sarà stato quel che sarà stato… certo è che una visione “onnipossente” del suo ruolo lo ha indotto spesso a scelte discutibili e “di parte”, che lo portavano a considerare tanti onesti cittadini non “uguali di fronte alla legge”, ma nello schema “amici/nemici”, mettendo i “buoni amici” alla sua destra e i “cattivi amici” o nemici alla sua sinistra… “in ombra” o “in penombra” le azioni dei primi… “in luce” e distorcendone le azioni i secondi (“memorabili” certe “relazioni” che conservo tuttora), sui quali tentava di “sparare a salve” o “accendere fari”… spenti!
Diciamo eufemisticamente che egli si è talora arrogato ad libitum il diritto di “interprete” della legalità, più che di suo custode e garante.
Potrei riportare tanti emblematici (e brutti) episodi accaduti in questi venti anni.
Per tutti (forse il meno importante, ma significativo), mi limito a citare l’anomala (ed estrema) iniziativa dell’agosto 2008, allorché da amministratore comunale fui costretto a inviargli una “riservata personale” per costringerlo, dopo i suoi iniziali e poi “rimossi” entusiasmi, ad intervenire su vicende scabrose ed illegali che riguardavano precedenti amministratori. Non successe poi niente, nonostante mie reiterate denunce. Anzi, mi ritrovai io stesso, poco tempo dopo, coinvolto in tristi e squallide vicende, che avrebbero “dovuto” portare alla mia “fine politica” e da cui sono, però, uscito “a testa alta” (a quei tempi, in verità, mi illudevo ancora di poter “fare pulizia” sui tanti “malaffari” del nostro Comune ed ero ingenuamente fiducioso nella Giustizia… oggi sono molto più disincantato e meno “fideista”).
Accanto alle tante “buone azioni”, ampiamente “decantate” nell’incontro dell’altro ieri, il comandante De Siato è stato anche questo e un giudizio serio, complessivo e critico del suo ventennio non può prescindere dal considerare le “due lune” (quella “luminosa” e quella “oscura”)… per far tesoro dell’antico aforisma ciceroniano: “La Storia in verità è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, messaggera dell’antichità”.
Ho avuto la fortuna di conoscere Carabinieri (e, in genere, uomini dell’Ordine) valenti, rigorosi, riservati, efficienti, che non amavano le “luci della ribalta”, ma agivano e “colpivano” con efficacia, sapienza e senso della legalità e del dovere. Ne ho apprezzato qualità umane e rigore professionale. Non so se posso esprimere identiche valutazioni per altri… d’altro canto… “l’abito non fa il monaco”… e, al di là di abiti e divise, conta “quello che c’è sotto”, soprattutto nella testa, nella formazione e nella cultura di ogni uomo o donna.
Tanti/e cittadini/e (ed io tra questi) non avranno certamente nostalgia o rimpianti per il Comandante De Siato “che va altrove” ad essere “uno tra i tanti”, certamente valenti, Sottufficiali del Comando provinciale dei Carabinieri.
Ci auguriamo, però, di ritrovarcelo, “cittadino tra i cittadini”, umile amico e “compagno di viaggio” nel tortuoso cammino di questa nostra comunità che ha finalmente bisogno di “voltare pagina”… in tutto!
Al Lgt. De Siato auguro di cuore e con amicizia un buon lavoro nel nuovo incarico cui è stato destinato!
Auguro buon lavoro anche al nuovo Comandante Lgt. Tersiglio Zezza, che si insedia domani (28 settembre), con l’auspicio di riportare la Stazione dei Carabinieri sui binari cui l’Arma è istituzionalmente vocata e ritrovare la piena fiducia dei cittadini.
Auguri e buon lavoro ad entrambi!
Pantaleo Gianfreda