Il 25 aprile, 75° anniversario della Liberazione e della vittoria contro il nazifascismo, al tempo del coronavirus
25 Aprile 2020Abbiamo tutti appreso con piacere che una giovane operatrice socio-sanitaria di Collepasso, colpita quasi un mese fa dal coronavirus, ha annunciato due giorni fa, sulla sua pagina facebook, la liberazione dal male dopo una strenua resistenza. Risorge, finalmente, a nuova vita!
“Più difficile è la battaglia, più grande è la felicità nel vincere… si torna a casa… #addiobruttovirus”: con questo breve ed intenso pensiero ha chiosato il suo post corredato da una significativa foto (v. sopra).
Auguri, piccola!
Resistenza… Liberazione… Vittoria… Resurrezione… ci sono parole, di cui spesso non cogliamo e non “gustiamo” appieno il significato lessicale, storico, etico e persino “pedagogico”… quasi fossero solo cronologia di ricorrenti ordinarietà o di ordinarie ricorrenze, “riti e miti” di un antico o più recente passato, che si ripetono, talora stancamente, per ravvivare un po’ la sempre più flebile fiammella della memoria.
Oggi, in tempi di coronavirus, tali parole sembrano assumere una semantica diversa, una maggiore “pregnanza” (nel senso di “intensità”, “pienezza”, “ricchezza”).
Di fronte all’odierno dramma che ci colpisce, quelle parole rivalutano antichi “semina Verbi” (“i semi della Parola” o “del Verbo”), “semina” che hanno bisogno di “germogliare” giorno per giorno nell’effimera memoria dell’Uomo.
Si festeggia oggi, 25 aprile 2020, il 75° anniversario della Liberazione dell’Italia dal fascismo e dall’occupazione nazista del Paese e della vittoria dei Partigiani e delle Forze Alleate contro quel grave “virus” che aveva infettato e ucciso la democrazia in Italia e altri Paesi europei, provocando guerre, distruzioni, decine di milioni di morti, l’abominio dei campi di sterminio (“L’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”, ha scritto Primo Levi).
75 anni fa, in quel fatidico 25 aprile, libertà e democrazia sono tornate a rifiorire…
Certo, questi 75 anni non sono stati tutti “rose e fiori”. Anzi! In momenti bui della Repubblica è sembrato persino che il sacrificio di tanti eroici partigiani e antifascisti fosse stato vano! Molti errori sono stati compiuti se oggi rialzano la testa populismi e nazionalismi, mimetizzati come “sovranismi”, che furono la “miccia” delle due tragiche guerre mondiali, se in Italia personaggi inverecondi, affiliati e “figliati” da noti politicanti, spargono odio e veleno, arrivando persino ad irridere i sacrifici dei Partigiani e il significato della Resistenza… quegli stessi sacrifici che permettono anche a costoro di “sproloquiare” in libertà.
In questi brutti tempi di coronavirus, in cui tanti “nuovi partigiani” – medici, infermieri, operatori sanitari, Forze dell’Ordine, volontari, ecc. – sono sul fronte ad opporre una strenua “resistenza” all’insidioso ed invisibile nemico che decima tanti civili e gli stessi “nuovi partigiani”, forse si coglie appieno il sacrificio, il valore, la generosità di quei partigiani e antifascisti che solo pochi decenni fa combatterono e vinsero la battaglia decisiva contro virus ancor più insidiosi e pericolosi: il fascismo, il nazismo, i totalitarismi sanguinari.
Certo, l’attuale dramma forse apparirà domani sui libri di storia come una delle tante epidemie che nei secoli hanno colpito e falcidiato l’umanità, ma il valore dell’attualità ci fa capire come i virus che insidiano la salute ed il corpo delle persone rassomigliano a quelli ben più insidiosi che nella storia hanno colpito e cercano tuttora di colpire la salute ed il corpo delle società e delle democrazie nei loro fondamentali valori di libertà, fraternità, uguaglianza, pace. Virus che vanno combattuti con la stessa efficacia e coerenza, se vogliamo che l’umanità sopravviva a se stessa.
Ecco perché, a mio parere, questo 25 aprile, “vuoto” di celebrazioni ufficiali (spesso solo rituali) ma “colmo” di partecipazione e di nuovi ed attuali significati, assume oggi una “pregnanza” diversa… quella “pregnanza” (nell’altro senso di “gravidanza”) che forse ci fa sperare che un “uomo nuovo” possa nascere e che nuovi valori possano essere riscoperti nel ricordo e nel sacrificio di chi, solo sette decenni fa, combatté, morì e vinse per riconquistare la democrazia e la libertà. Non dimentichiamolo!
“La storia è testimonianza del passato, luce di verità, vita della memoria, maestra di vita, annunciatrice dei tempi antichi”, scriveva Cicerone oltre due millenni fa
Ed in tempi attuali Liliana Segre, vittima delle persecuzioni naziste, ci ammonisce che “coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare”.
Ricordiamo, pur restando a casa, queste “perle” di saggezza, nel rispetto e nell’onore dovuto agli eroici “partigiani della libertà” di ieri e agli eroici “partigiani della salute” di oggi, che permettono all’uomo, “viaggiatore errante” su questa terra, di vivere con fiducia il presente e con speranza il futuro
Viva la Resistenza, viva l’Italia, viva la Pace, viva il 25 aprile!
Pantaleo Gianfreda