Festa Patronale della Madonna delle Grazie… ancora “covid edition” (5-8 settembre)
6 Settembre 2021“Dal 5 all’8 settembre, il nostro paese, con tutte le accortezze imposte dal Covid 19, vivrà la Festa della nostra Santissima Patrona: la Madonna delle Grazie. A causa della situazione, forse abbiamo perduto l’ansia dell’attesa della Festa…”.
In queste prudenti, amare e nostalgiche parole, scritte dal parroco della Matrice don Antonio Russo nella brochure del programma della Festa, c’è forse la “fotografia” dello stato d’animo generale… il rammarico per una vigliacca e furba pandemia che sembra fermarsi e poi riprendere vigore, in attesa che il vaccino la sconfigga definitivamente, obbligandoci a “mascherarci”, a distanziarci, ad isolarci, ad evitare strette di mano, abbracci e baci, elementi ed esternazioni basilari della socialità.
È proprio vero… questo maledetto virus ci ha fatto perdere “l’ansia dell’attesa della Festa” ed ha annullato persino tante attese e tradizionali cerimonie!
… l’attesa per la tradizionale processione che coinvolge l’intera comunità, che nemmeno quest’anno ci sarà!
… l’attesa della solenne “Messa pontificale” nella Chiesa Matrice, culmine religioso della Festa, celebrata dal Vescovo o dal suo Vicario, per la prima volta, l’uno e l’altro, assenti (in un passato non molto remoto, ricordo, nell’occasione, storiche e “vigorose” omelie vescovili che sono servite a “dare una scossa” alla nostra comunità e aiutarla ad invertire il cammino da certi sentieri travianti e sbagliati)…
… l’attesa per “tanto altro” ancora che non ci sarà!
Perché la Festa Patronale della Madonna delle Grazie non è solo o soltanto un evento religioso.
La Festa Patronale è, soprattutto, il più importante, significativo e identificativo evento annuale “comunitario” del nostro paese, quello che accomuna tutti – bianchi, rossi, neri, credenti e non credenti, fedeli ed infedeli – nella religiosa “ecclesìa” (l’assemblea del popolo di Dio) e/o nella civile “agorà” (piazza) in un “abbraccio” collettivo che fa sentire ancora “famiglia” una comunità.
Nelle nostre tradizioni la Festa Patronale rappresenta in qualche modo la “carta d’identità” di una comunità.
Nelle feste patronali, che si svolgono in tutto il Salento, c’è prima di tutto un elemento sociologico ed antropologico – che travalica persino quello religioso, pur importante e fondamentale -, che connota l’“essere comunità” di ogni piccolo “pezzo” di territorio della “salentinità”… invano si cercheranno o si seguiranno (buoni o falsi) “profeti” che vorrebbero solo esaltarne l’aspetto religioso, così come, di contro, la musica o il divertimento in piazza… c’è questo e quello in modo inscindibile a connotare insieme, con annessi e connessi, l’“essere” o “risentirsi comunità” attorno alla Festa Patronale.
Proprio per questo è ancora una volta apprezzabile ed encomiabile lo sforzo che il Comitato della Festa Patronale e il suo Presidente Vincenzo Longo, quest’anno al termine del suo quinquennio, hanno profuso per organizzare la Festa Patronale… di questi tempi, è già “tanto” quello che si fa e certamente sarà apprezzato da tutti i cittadini/e.
Auguriamoci che, come il Sommo Poeta (di cui si celebra quest’anno il 7° centenario della scomparsa) al termine del suo cammino nei gironi infernali, possiamo dire l’anno prossimo “… e quindi uscimmo a riveder le stelle”… e festeggiare con gioia e spensieratezza la Festa Patronale 2022 dopo l’angosciante periodo 2020 e 2021.
I festeggiamenti patronali, iniziati ieri con lo svolgimento della 41ª Fiera “Madonna delle Grazie”, che ha visto una buona partecipazione di cittadini, continuano oggi in piazza Dante, dove alle ore 21.30 è previsto lo spettacolo comico de “I Malfattori cabaret”, un’occasione per farci quattro risate con i noti comici salentini.
Il clou della Festa è previsto per i giorni 7 e 8, data della Natività della Vergine Maria, alla quale è dedicata la Chiesa Matrice, nel corso dei quali bisogna rispettare rigorosamente le prescrizioni anticovid suggerite dal Comitato organizzatore nella locandina e sono previsti i seguenti eventi:
Anche quest’anno il nostro “poeta cittadino”, ins. Giuseppe Marzano, ha voluto fare omaggio di alcune sue poesie in vernacolo, opportunamente stampate e distribuite in un dépliant dal Comitato, dedicate alla Madonna delle Grazie in occasione della Festa Patronale.
Buona Festa a tutti/e!
Pantaleo Gianfreda
La religiosa “ecclesìa” e la civile “agorà”: forse una delle pochissime sintesi riuscite, quella delle Festa Patronale, che sapeva aggregare le diverse anime delle componenti sociali, culturali ed economiche di una piccola comunità; quella in cui il “buonasera”, non più bisbigliato, ma quasi vibrante tra la famigliola di passaggio, la coppia di maturi sposi (la mano della signora saldamente appoggiata sul braccio del marito) e gli abitanti delle case (e relativi parenti, cognate, nipoti ecc.) appollaiati sugli usci nelle vie dello “struscio” paesano, “paramentate” a festa, aggiungeva colore al colore, luce alla luce, splendore allo splendore del trionfo dei festoni delle luminarie, bellissimi e risorgenti, col trascorrere degli anni, in disegni forme apparati e luminescenze via via più coinvolgenti e preziose.
Ma era l’eccezionalità dell’evento, a lungo preparato e condiviso dalla popolazione stessa, a conferire robustezza all’evento medesimo: tante ricorrenze religiose, altrettanto importanti, abbiamo solennemente festeggiato nel corso dei decenni, ma la Patronale, quella della Madre di Gesù che, più di tutti i Giusti, per la sua naturale strettissima relazione col Signore, (e questo ciascuno di noi può verificarlo: tutti abbiamo o abbiamo avuto una mamma) è la prima a soccorrerci, la Festa Patronale, torno a dire, ci è stata e sempre resterà a noi più connaturata, nostra, quella che ci inorgoglisce di più, ci fa sentire onorati di essere all’ombra del Campanile del nostro piccolo paese, grazie anche agli insegnamenti e alla rettitudine di vita del nostro storico Parroco, il dotto Don Salvatore Miggiano e grazie anche all’operosità, all’intelligenza, alla maestria, all’onestà e alla sobrietà di vita dei tantissimi cittadini che, nel chiuso del focolare domestico, ciascuno secondo la propria parte, hanno contribuito a fondare e a sviluppare il Comune di Collepasso.
“Ecclesìa” e “Agorà”: bellissimo pezzo dai risvolti sociologici, complimenti vivissimi dott. Pantaleo Gianfreda!