Il “Palazzo della vergogna”

Il “Palazzo della vergogna”

23 Settembre 2021 Off Di Pantaleo Gianfreda
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Lo chiamano il “Palazzo della vergogna”…

Non è, come qualcuno potrebbe subito pensare, il Palazzo municipale, sebbene qualche colleganza ci sia… dopo dieci anni di governo di un “Tale”, anche quello municipale rischia di passare oggi per il “Palazzo della vergogna”!

Veniva nel passato chiamato così un immobile, costruito nei primi del ‘900 da Salvatore Resta, situato a Collepasso tra piazza Vittoria e via Vittorio Emanuele III, oggi in vendita (o, forse, già venduto?!?).

Era così denominato perché sotto il balcone, all’angolo, troneggia il bassorilievo di due seni prosperosi, belli da vedere. Almeno per noi “moderni”. Ieri, invece, in tempi di cupo e bacchettone moralismo, quei seni rappresentavano una “vergogna” per il paese… da qui l’origine del nome.

Il palazzo e il bassorilievo in evidenza hanno avuto persino l’onore della copertina dell’“Almanacco collepassese1”, pubblicato da Orazio Antonaci nell’ottobre 2014, senza suscitare alcuno scandalo.

Cambiano i tempi e, per fortuna, cambiano anche i costumi.

Oggi, invece, quel palazzo è ridiventato in qualche modo attuale ed emblematico.

Ieri un “Tale”, a tutti noto, ha pubblicato sul suo profilo facebook il seguente post:

Sarà stato un caso che sia stato scritto dopo il mio articolo dell’altro ieri (cliccare su “Un decennio amministrativo “immobile” e con tanti nuovi… immobili”)?!?

Facciamo finta di non sapere a chi sia indirizzato il post. Il destinatario non è nominato, sebbene si intuisca.

D’altronde, è generalmente costume di persone vigliacche ed ipocrite “buttare il sasso e nascondere la mano” o, come era usanza di qualcuno (o più di uno) nei tempi in cui ero amministratore, diffondere decine di lettere anonime e diffamatorie nei miei confronti (… un fenomeno… quello delle “lettere anonime”… che in questo decennio sembra quasi del tutto sparito… chissà perché!).

Il presunto destinatario del post-fogna non si è mai permesso di chiamare nessuno “ladro” o “tangentista” o “profittatore” od altro, nonostante le tante “voci” che circolano e alcune confidenze ricevute.

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Oltretutto, certe miserabili offese e affermazioni così rabbiose e calunniose (“vagabondo“, “cattiveria“, “invidia“, “non ha nulla da perdere“, “ridotto in quelle condizioni“, ecc.), oltre a misurare le vere “qualità” morali e culturali del soggetto che le ha scritte, dimostrano che qualcuno non ha proprio la coscienza pulita, altrimenti avrebbe risposto in altro modo, non con linguaggio da suburra… perché  non prende esempio da Mario Vecchio, che risponde con eleganza e semplicità agli attacchi anche duri e personali degli avversari?!?

Per evitare offese gratuite, gaffes, scritti così infimi e anche qualche possibile denuncia per calunnia, il “Tale” avrebbe potuto chiedere le visure catastali della sua “vittima” e constatare che qualcosa “da perdere” ce l’ha anche lui… per cui non ci sono né deve spiegare “i motivi che lo hanno ridotto in quella condizione (di non avere nulla da perdere)...” sicuramente ben poca cosa rispetto al suo, sol perché la sua “vittima” non si è mai arricchito con la politica, avendo inteso coerentemente e veramente (non a parole) la politica come “servizio”.

Certo, il “popolo” non ha fatto mai distinzione tra onesti e disonesti e, salvo rare eccezioni, considera i politici tutti uguali e lo fa per nascondere la prevalente preferenza verso i peggiori.

Esemplare l’avvilente commento di una “tal quale” al mio precedente articolo: “Credo che qualcun altro al Posto suo avrebbe fatto le stesse cose..prima le proprie tasche poi il resto, quindi nn puntiamo sempre il dito. Non sono di parte di nessuno perché non me ne intendo ne mi interessa la politica. Però ogni pecora diventa Leone quando ha il potere di farlo. Quindi nn siamo moralisti..”.

Il commento, che arriva a ritenere normali e giustificare (invece di scandalizzarsi) comportamenti discutibili e amorali, è emblematico del degrado e della mancanza di valori di tanta parte della società (non tutta, per fortuna), il basso livello morale e culturale di tante persone, naturali e facili prede di certa oscena politica.

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Se può consolare… sempre mundu è statu!  Il “popolo”, nell’infinito confronto/scontro storico tra “bene e male”, non sempre è stato quell’ideale di perfezione e di virtù che anche i moderni populisti vorrebbero far intendere.

Già 2300 anni fa Epicuro scriveva: “Quale uomo che ama la virtù può essere amato dal popolo? Il favore del popolo lo si cerca con mezzi disonesti: devi renderti simile al popolo; esso non ti gradirà se non ti riconoscerà simile”.

A quanto pare, i numerosi “mi piace” (molti ipocriti ed opportunisti) in calce a quel miserabile post dimostrano che in tanti si riconoscono “simili” all’autore… ognuno ha i suoi riferimenti e modelli!

E poi, conoscendo bene il presumibile destinatario di “tali” e nauseabondi “aliti di fogna”, è noto che il soggetto non ha il virus dell’invidia… tutt’al più è stato ed è egli stesso vittima di invidie e gelosie e se nutre qualche “benevola” invidia non è per chi possiede beni materiali, ma per chi possiede beni immateriali, cioè tanta cultura ed intelligenza.

La ricchezza di un misero che occupa un ruolo che non merita non genera invidia. Genera sconforto, solo sconforto, perché si nutre di tanta ignoranza che in democrazia si trasforma in maggioranza!!”, condivido pienamente questo post dell’arch. Isaia Malorgio.

Cattivo” poi non è chi ha il coraggio di dire la verità. La vera cattiveria è di chi, detenendo il potere, si arroga il diritto di negare diritti sacrosanti acquisiti dal cittadino solo perché gli è avversario o dispensa contributi solo agli amici e, in identiche situazioni, li nega agli avversari. Chi, in parole povere, gestisce il potere in modo clientelare e discrezionale, violando spudoratamente i basilari principi della Pubblica Amministrazione.

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Spieghi, poi, il “Tale” quali sono le “falsità”, se tutto è documentato e risponde a sacrosanta e incontestabile verità!

Giacché siamo in argomento… è “falsa” la voce che circola “nei dettagli” da tempo nel paese, secondo cui qualcuno (forse lo stesso “Tale”?!?) pare abbia acquistato il “Palazzo della vergogna” di piazza Vittoria dando un congruo acconto e rimandando la “stipula” a dopo le elezioni?!?

Se la “voce” è vera, il rinvio al dopo elezioni da parte dell’acquirente “puzza” non poco!

Menozzi sa niente di questo acquisto?!? Può confermare o smentire se sia lui o un familiare l’acquirente o se siano altri o se le “voci” siano pura fantasia?!? Risponda con semplicità e chiarezza, se ha coraggio e la coscienza a posto.

Una cosa è certa: il “Palazzo della vergogna” sarebbe la dimora ideale per chi non ha e non ha avuto mai vergogna!

Vorrei, infine, aggiungere, per conoscenza di quei cittadini poco informati di leggi e norme su trasparenza e legalità, che un pubblico amministratore (a tutti i livelli e in ogni ruolo che riveste) ha il primario dovere di rendere conto non solo del suo operato amministrativo, ma anche del suo operato personale. E là dove ci sia qualche ombra o qualche dubbio di eccessivo arricchimento (lecito o illecito che sia), i cittadini hanno il sacrosanto diritto di chiedere e di avere risposte serie e credibili! Non certamente quelle offensive, vigliacche e indegne di chi, nel disperato tentativo di “buttarla in rissa”, tenta di creare una “cortina di fumo” e nascondere qualche scomoda verità.

Una cosa è certa: comunque vada e chiunque vinca, dopo il 3-4 ottobre non avremo più un “Tale” come sindaco!

Pantaleo Gianfreda

 


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