Papa Francesco e la comunità ecclesiale: 7 domande a suor Consilia

Papa Francesco e la comunità ecclesiale: 7 domande a suor Consilia

1 Aprile 2021 Off Di Pantaleo Gianfreda
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La figura e le iniziative di Papa Francesco stanno rivoluzionando la vita della Chiesa cattolica e lo stesso scenario internazionale.

Per capire quanto l’opera di Francesco stia realmente incidendo nella base della Chiesa, in particolare nella nostra comunità ecclesiale, ho voluto porre sette domande ai due parroci don Antonio Russo e don Antonio Tondi, all’emerito parroco don Celestino Tedesco e a suor Consilia, Superiora della Scuola Materna Cristo Re.

Prima a rispondere è stata Suor Consilia, donna, come noto, di profonda e fraterna spiritualità, di grande intelligenza e di finezze culturali… sarà che le donne sanno cogliere meglio la “profezia” nel carisma di Francesco o che l’altra “metà del cielo” si attende molto da questo Papa anche in direzione di un maggiore e più incisivo protagonismo delle donne nella Chiesa?!?

In attesa delle risposte dei tre sacerdoti, pubblico le brevi e puntuali risposte di Suor Consilia (nome assunto, all’atto dei voti religiosi, da Anna Baccaro), che ringrazio (p. gianfreda).

D. “Il nome di Dio è Misericordia”, ha detto e scritto Papa Francesco nell’indire il Giubileo della Misericordia (novembre 2015-novembre 2016). Se tu dovessi dare un nome, come definiresti Dio e perché?

R. DIO È PADRE! Mi piace questa definizione con cui ci rivolgiamo al Signore. Sì, perché il senso vero e pieno di ogni paternità indica la CURA MASSIMA che ogni padre ha per suo figlio.

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D. Istituzione e Carisma (da “cháris”, “grazia”), la prima identificata nella figura di Pietro, la seconda di Giovanni e Maria: cosa rappresentano per te le due dimensioni nella Chiesa e nella società odierne? La Chiesa ha bisogno di essere più istituzionale (Autorità/Governo/Pragmatismo) o più carismatica (Profezia/Grazia/Misericordia/Idealismo)?

R. A mio avviso non serve un PIU’ o un MENO! La Chiesa ha bisogno delle due dimensioni (istituzione e carisma), armonicamente fuse, per un sano equilibrio nella vita di FEDE.

D. Qualcuno ha scritto che Papa Francesco riesce a far coesistere in sé la dimensione istituzionale e quella carismatica: Papa/Istituzione, Francesco/Carisma. Sei d’accordo? È evidente, però, che nei suoi messaggi e azioni prevalga il “carisma”, che è il “dono/compito della profezia”, e viene contrastato, talora duramente, da gerarchie e fedeli, che vorrebbero un Papa più attento al “dono/compito del governo”. Tu da che parte stai?

R. Sono d’accordo nel constatare in Papa Francesco l’equilibrio nella coesistenza delle due dimensioni: istituzione e carisma.

D. Nel recente viaggio in Iraq, Papa Francesco ha rilanciato il dialogo interreligioso, incontrato l’ayatollah Ali Sistani e, nella Piana di Ur, terra di Abramo “padre di molte genti”, cui si richiamano le tre grandi religioni monoteiste, ha stretto, nel nome del “Padre che unisce ebrei, cristiani e musulmani”, un Patto contro guerre, armi, intolleranza, per la pace e il dialogo tra i popoli e le religioni. Cosa pensi di queste ed altre analoghe iniziative di Francesco?

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R. A mio parere, Il patto stretto da Papa Francesco con altre religioni monoteiste è più che positivo! Non potrebbe essere diversamente dal momento che tutte e tre invocano UN SOLO PADRE E DIO.

D. Papa Francesco sta attuando una vera e propria rivoluzione nella Chiesa, che in nome delle “Beatitudini” vuole sempre più attenta agli ultimi, ai poveri, agli oppressi: nella tua vita e nella comunità parrocchiale lascia indifferente questo cambiamento o sta contribuendo a cambiare te e la comunità?

R. Si sta cercando di rivedere insieme come affrontare le varie problematiche sociali e familiari, soprattutto in questo tempo, in cui particolari problematiche pesano su ogni individuo.

D. La pandemia da covid-19 sta modificando inevitabilmente abitudini e riti della vita sociale e della stessa vita religiosa. Cosa deve fare la Chiesa – e, nello specifico, la comunità parrocchiale – per recuperare spazio, tempo, persone e ruolo?

R. LA PARROCCHIA deve farsi PROSSIMA – ATTENTA – SERVIZIEVOLE, nel “somministrare” il dono della FEDE, organizzando, con la collaborazione dei laici, visite brevi a persone sole, ammalate, povere… (qui ci vuole grande condivisione e partecipazione tra parroco e laici assidui).

D. Quali programmi e iniziative pensi che la comunità parrocchiale debba avviare perché il messaggio e l’esempio di Papa Francesco diventino “dono” per tutti i fedeli?

R. A questa domanda potrebbe corrispondere la risposta precedente.


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Pantaleo Gianfreda
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